Un post su X di una preside americana ha scatenato un acceso dibattito sul ruolo della scuola e i diritti dei genitori
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Un semplice post sui social ha scatenato una bufera in poche ore. Gail Johnson, dirigente scolastica con 38 anni di esperienza nelle scuole pubbliche del South Carolina, non si aspettava di finire al centro delle critiche dopo aver scritto su X che i genitori non dovrebbero far perdere giorni di scuola ai figli per le vacanze familiari.
"Siamo nel 2025 e ci sono ancora genitori che cercano di giustificare il fatto di togliere i figli da scuola per andare in vacanza. Capisco un lutto. Capisco se la nonna compie 100 anni e vive in un altro Stato. Ma per risparmiare sulla vacanza? No, non lo accetterò mai", ha scritto la preside.
Nel giro di poche ore, il post ha superato le tre milioni di visualizzazioni e raccolto migliaia di commenti. Molti utenti hanno accusato Johnson di voler limitare la libertà dei genitori di trascorrere tempo di qualità con i propri figli. La dirigente scolastica, però, avverte che un simile atteggiamento rischia di sminuire il valore della scuola e di confondere i più giovani sull’importanza del rispetto delle regole.
In gran parte degli Stati Uniti, come anche in Italia, le assenze dovute alle vacanze sono considerate ingiustificate. Eppure, non è raro che in certi periodi dell’anno i genitori decidano di partire per qualche giorno con i figli, spesso senza nemmeno avvisare gli insegnanti. Da noi accade, per esempio, durante l’inverno, quando alcune famiglie, che possono permetterselo, organizzano la tradizionale “settimana bianca”. Le scuole sono però tenute a registrare ogni assenza e, nei casi più gravi, negli Stati Uniti i genitori possono incorrere in sanzioni o essere convocati per colloqui obbligatori.
"“Sono rimasta davvero colpita dal livello di rabbia riversato contro di me e contro le scuole pubbliche dei genitori. Il mio post sembra aver innescato un dibattito tra regole scolastiche e diritti dei genitori, ma il mio intento era quello di sottolineare gli effetti negativi del far perdere la scuola a un bambino per una vacanza", ha dichiarato Johnson al sito Newsweek.
Secondo la preside, il problema va oltre la burocrazia: seguire il calendario scolastico è un modo per insegnare ai figli cosa significano impegno e responsabilità. La scuola, ha ricordato la dirigente scolastica, non serve solo a trasmettere conoscenze, ma anche a insegnare a vivere in comunità, rispettando le regole che le istituzioni stabiliscono. “Non si può chiedere ai bambini di rispettare le regole se gli adulti sono i primi a ignorarle”, ha affermato.
Dall’altro lato, molti genitori hanno rivendicato le proprie ragioni. Alcuni hanno fatto notare che non tutte le famiglie possono permettersi di viaggiare nei periodi di alta stagione, quando i costi schizzano alle stelle; altri hanno ricordato che non tutti i lavori concedono ferie durante le vacanze scolastiche. "La vita è troppo breve per rinunciare a stare insieme", ha scritto un utente su X, trovando consenso in molti altri commenti che hanno ricordato come il viaggio possa essere, di per sé, un’esperienza educativa.
Altri interventi, però, hanno colpito la preside per il tono disincantato nei confronti dell’istruzione pubblica. "Se i genitori nutrono un sentimento così negativo nei confronti della scuola pubblica dei propri figli, perché continuano a mandarceli senza fare nulla per chiedere un cambiamento?", si è chiesta Johnson. Lo scontro tra regole scolastiche e libertà familiari mette in luce una questione più ampia: il valore che oggi si attribuisce alla scuola. Secondo Johnson, infatti, le assenze non pesano solo sul singolo studente, ma sull’intera classe. Ogni volta che un alunno manca, l’insegnante è costretto a riprendere argomenti già trattati, rallentando il ritmo delle lezioni, specialmente nel caso dei bambini visto che, evidenzia la dirigente scolastica, la promessa di recuperare il lavoro a casa viene mantenuta di rado. Nonostante le polemiche, Johnson non intende ritrattare. "Se vogliamo che i nostri figli imparino a rispettare le istituzioni, dobbiamo essere noi i primi a dare l’esempio", ha detto.