Maturità 2025, il peso dei crediti
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Dal materiale iniziale alla riflessione sull’esperienza scolastica, passando per l’elaborato di cittadinanza e le domande di Educazione Civica: il colloquio orale mette alla prova competenze trasversali, capacità argomentative e consapevolezza personale
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Si tratta in tutto e per tutto dell’ultimo atto dell’Esame di Stato. Ma, a dispetto di quanto potrebbe suggerire il nome, il colloquio orale della Maturità 2025 è più di un’interrogazione in senso stretto. Piuttosto, è un percorso a tappe costruito per far emergere la capacità dello studente di ragionare, argomentare, collegare contenuti e raccontare con consapevolezza il proprio percorso.
Anche perché, la stragrande maggioranza dei candidati, si siede al colloquio avendo già accumulato un punteggio tale da garantire la promozione fissata a quota 60 punti su 100.
Una promozione che sarà negata a tutti coloro che avranno concluso l’anno con un cinque in condotta - fermati prima ancora di essere ammessi all’esame - e che invece sarà concessa a coloro che si sono fermati alla sufficienza ma con una penalità da scontare: la preparazione di un elaborato su un tema di cittadinanza attiva e solidale, assegnato dal Consiglio di classe e discusso in sede d’esame.
Questa è l’unica novità prevista quest'anno, perché il resto del colloquio, come sempre, si articola in più momenti: si parte dall’analisi del materiale scelto dalla commissione e ignoto al candidato, si prosegue con il percorso multidisciplinare che colleghi le varie materie tra loro a partire dallo spunto proposto, si passa poi all’esposizione delle esperienze di PCTO (ex alternanza scuola-lavoro) e alle domande di Educazione Civica, con uno spazio che potrebbe eventualmente essere dedicato alla valorizzazione del Curriculum dello Studente. A chiudere, il commento delle prove scritte.
A schematizzare i vari passaggi in cui si articola l’orale della Maturità 2025, ci ha pensato il portale Skuola.net, con una guida operativa che vuole essere una sorta di bussola per tutti i maturandi e per i genitori in ansia.
Quando cominciano gli orali: le tempistiche del calendario
Le date del colloquio, ovviamente, non sono uguali per tutti: ogni commissione fissa il proprio calendario, e l’ordine di convocazione viene stabilito in sede di insediamento della stessa.
Tuttavia, una certezza c’è: gli orali non possono cominciare prima di due giorni dalla pubblicazione dei risultati delle prove scritte, festività escluse. Per quest’anno, dunque, le scuole più rapide potrebbero iniziare già lunedì 23 giugno 2025, subito dopo il fine settimana che segue la seconda prova.
Come da prassi, la Commissione stabilisce in anticipo anche quale delle due classi abbinate a lei sarà la prima a sostenere l’orale. Mentre l’ordine di “apparizione” dei candidati, come da tradizione, verrà affidato al sorteggio della lettera dell’alfabeto, dalla quale partirà la sequenza dei maturandi da esaminare.
Secondo le indicazioni vengono colloquiati non più di cinque studenti al giorno e nella maggior parte dei casi, comunque, gli orali si concludono entro la prima settimana di luglio.
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Come si svolge il colloquio: tutte le fasi della prova orale
La durata stimata di un orale di Maturità è di circa 60 minuti per ciascun candidato. Ma non ci sarà un orologio a battere il tempo. Tutto, insomma, dipende dall’andamento della singola prova.
La struttura, però, è abbastanza simile per tutti: si inizia con l’analisi di un materiale assegnato dalla commissione, che può essere un testo, un documento, una traccia visiva, un problema, o un progetto. Lo studente, utilizzando quello spunto, dovrà avviare un discorso, collegando contenuti e discipline studiate durante l’ultimo anno.
La scelta del materiale, comunque, tiene conto del Curriculum dello studente, ovvero del documento che fotografa l’intero percorso scolastico del candidato.
Più in generale, durante questo passaggio, lo studente è chiamato a dimostrare capacità di argomentazione personale, senso critico, e uso corretto del linguaggio, anche in lingua straniera.
Segue poi una fase più mirata: il commento sull’esperienza dei PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento), che deve essere discusso attraverso una relazione o un lavoro multimediale, senza trascurare effetti speciali come rappresentazioni pratiche o prototipi. Subito dopo, spazio alle domande di Educazione Civica, parte ormai strutturale dell’orale.
E poi non dimentichiamo la già menzionata novità di quest’anno: gli studenti che hanno avuto una condotta sufficiente, attestandosi sul 6, saranno tenuti a presentare un elaborato di cittadinanza attiva e solidale.
Il tema verrà deciso dal Consiglio di classe in sede di scrutinio, e assegnato entro il giorno successivo tramite registro elettronico. Durante il colloquio, l’elaborato sarà discusso con la Commissione, e costituirà parte integrante della valutazione.
A discrezione dei Commissari, si potrà poi passare a una discussione che potrà includere anche elementi del Curriculum dello Studente: attività extrascolastiche, certificazioni, esperienze personali. Perché, anche se non esplicitamente menzionati, questi dati possono influenzare la valutazione complessiva.
Diverso il discorso per il Capolavoro: come per l’anno scorso, quando debuttò alla Maturità, questo non sarà oggetto diretto del colloquio, ma se ritenuto particolarmente rappresentativo potrà comunque essere valorizzato al pari delle altre voci presenti nel Curriculum. In questo caso, spetterà allo studente giocare bene le sue carte.
La prova si conclude con un breve commento delle prove scritte, utile a integrare la valutazione finale e a chiarire eventuali dubbi della commissione.
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Valutazione: come viene assegnato il punteggio dell’orale
Anche per il colloquio, così come già previsto per le due prove scritte, la Commissione potrà assegnare un massimo di 20 punti, che andranno a sommarsi ai punteggi ottenuti nelle altre due prove e ai crediti scolastici, per comporre il voto finale.
La valutazione specifica dell’orale, come in fondo per le altre prove, si basa su una griglia nazionale fornita dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, che definisce con precisione i criteri da seguire in tutte le scuole italiane.
La sottocommissione che svolgerà i colloqui, una volta terminato il suo lavoro, attribuirà il punteggio tenendo conto di cinque indicatori. Il primo riguarda l’Acquisizione dei contenuti e dei metodi delle diverse discipline del curricolo, con particolare riferimento a quelle d’indirizzo, per cui il candidato può ottenere fino a un massimo di 5 punti. Il secondo criterio fa riferimento alla Capacità di utilizzare le conoscenze acquisite e di collegarle tra loro, che vale anch’esso fino a 5 punti. A questi si aggiunge l’analisi della Capacità di argomentare in maniera critica e personale, rielaborando i contenuti acquisiti, che consente di ottenere fino ad altri 5 punti.
Il quarto indicatore – la Ricchezza e padronanza lessicale e semantica, con specifico riferimento al linguaggio tecnico e/o di settore, anche in lingua straniera – può incidere per un massimo di 2,5 punti. Infine, viene considerata la Capacità di analisi e comprensione della realtà in chiave di cittadinanza attiva a partire dalla riflessione sulle esperienze personali, anch’essa valutabile fino a 2,5 punti.