Per 4 su 10 controllare il cellulare o i profili social del partner non è abuso, mentre 1 su 5 ritiene lecito toccare o baciare qualcuno senza il suo consenso. E per il 25%, di maschi e femmine, l’aggressività è una reazione comprensibile a un tradimento
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Le nuove generazioni parlano spesso di amore, ma faticano a riconoscere i tratti “tossici” di una relazione malata. Se infatti gli si chiede cos’è la violenza, quasi tutti saprebbero rispondere a modo loro. Ma poi si scopre che per il 14% degli adolescenti maschi non è violenza, ad esempio, costringere qualcuno a un rapporto sessuale non voluto.
Un quadro inquietante che emerge dall’indagine ‘Survey Teen 2024’ di Fondazione Libellula: uno studio che il portale specializzato Skuola.net ha riesaminato nelle ore immediatamente successive all’ennesimo femminicidio che ha visto una giovane donna “colpevole” (si fa per dire) di aver deciso di troncare una relazione.
Azioni omicidiarie che nascono in un humus in cui la normalizzazione della violenza e la romanticizzazione del possesso, così come evidenziato dalla ricerca, che ha preso in considerazione le risposte di 1.592 adolescenti tra i 14 e i 19 anni: ben 1 su 4 degli (e delle) adolescenti ritiene l’aggressività una reazione “comprensibile” a un tradimento.
Il consenso è spesso considerato implicito
Ma la grammatica (da rivedere) dei teen movie reali non finisce qui: il 20% degli adolescenti - maschi e femmine - non considera una forma di violenza toccare o baciare qualcuno senza il suo consenso. Inoltre, per il 40% degli e delle adolescenti controllare il cellulare del partner o chiedere la password dei suoi social non è un problema né, tantomeno, una forma di abuso così come non lo è, sempre in percentuali simili, l’invio insistentemente di messaggi a una persona che si desidera.
Un altro dato preoccupante emerso è che 1 ragazzo su 2 è convinto che le donne abbiano bisogno di un uomo che le protegga. Ma solo il 27% delle ragazze è d’accordo. Non solo: 1 adolescente su 5 ha ricevuto strattoni dal partner, più di 1 su 10 ha subito pugni o schiaffi, quasi 1 su 10 ha visto lanciarsi addosso oggetti dal partner.
Rispondere con violenza al tradimento a volte è considerato lecito
Anche la minimizzazione della violenza è un problema: 1 adolescente su 4 trova comprensibile reagire con violenza dopo un tradimento. Analogamente, quasi 1 su 4 ritiene che una ragazza che picchia un ragazzo sia meno grave rispetto al contrario. Inoltre, il 40% dei ragazzi crede che, se vengono diffuse foto intime, la responsabilità ricada anche sulla vittima.
Stando così le cose, non stupisce allora che, proprio tra i maschi, ci sia chi è convinto che, quando una ragazza dice “no”, in realtà voglia dire “sì”: lo pensa 1 su 3. A questo si aggiunge il fatto che, perlomeno per quanto riguarda la componente maschile, alcuni stereotipi di genere siano duri a morire. Un esempio? Il 28% dei ragazzi ritiene che, se un coetaneo rifiuta un rapporto sessuale, sia “probabilmente gay”, mentre solo il 5% delle ragazze penserebbe lo stesso.
I femminicidi escono dalle mura domestiche
A questo si aggiunga un altro elemento d’allarme, che non risparmia nessuno. Più della metà degli adolescenti – il 50% dei maschi e il 62% delle femmine – conosce almeno una persona vicina che ha subito violenza e, in oltre la metà dei casi, l'aggressore era un partner o ex fidanzato/a.
Ma la violenza non è un fenomeno circoscritto alle sole mura domestiche: per il 75% dei rispondenti il luogo percepito come potenzialmente più pericoloso resta la strada. Insomma, stiamo passando dai femminicidi in casa delle vecchie generazioni a quelli fuori casa delle nuove.