SERVE UN CAMBIO DI PASSO

Educazione sessuale, 8 giovani su 10 la vorrebbero a scuola (e fin da piccoli) con esperti esterni

I giovani si avvicinano al sesso molto presto, con il primo rapporto intimo che, per 1 su 6, arriva prima dei 16 anni. Anche per questo cresce tra loro il bisogno di iniziare a familiarizzare con queste tematiche il prima possibile

22 Mag 2025 - 15:22

    © istockphoto

© istockphoto

Parlare di sesso con gli adulti di riferimento è ancora un tabù: sarebbe molto meglio farlo con chi ha le competenze (e non il registro o la potestà genitoriale). Gli adolescenti chiedono, perciò, un’educazione sessuale che sappia rivolgersi a tutti, rispettando la privacy e la diversità di ciascuno. Vogliono un percorso su misura, da svolgere tra le “mura amiche” della scuola, ma affidato a un consulente specializzato esterno, per superare l’imbarazzo che spesso accompagna il confronto con genitori o insegnanti. Preferibilmente iniziando sin dalle scuole medie, perché dare le istruzioni per l’uso dopo l’uso stesso ha poco senso.

Non a caso, 8 giovani su 10 desiderano discutere di questi temi con un esperto in uno spazio sicuro, così da poter parlare liberamente di una fase della vita che per molti di loro può iniziare già dalla preadolescenza. Così, circa 1 su 3 vorrebbe farli diventare oggetto di discussione a partire da subito dopo le scuole elementari.

Lo studio

A segnalare queste esigenze è una recente indagine condotta da Skuola.net per la Federazione Italiana di Sessuologia Scientifica (FISS) che si sofferma anche sul bisogno crescente delle ragazze e dei ragazzi di avere un’educazione sessuale più inclusiva, personalizzata e strutturata, attenta anche agli aspetti affettivi e relazionali, così come richiesto da studentesse e studenti.

La ricerca, che ha coinvolto 2.500 giovani tra gli 11 e i 22 anni, fa luce sulle loro aspettative riguardo a temi quali identità di genere, educazione e salute sessuale. In primis, c’è da tenere conto delle molteplici sfumature dell’identità e dell’orientamento sessuale di ragazze e ragazzi: il 71,3% dei giovani si dichiara eterosessuale, ma una quota significativa si riconosce in orientamenti diversi - il 12,9% si identifica come bisessuale, il 5,8% come pansessuale, il 5,3% come asessuale e il 4,7% come omosessuale. Inoltre, il 7,5% manifesta un’identità di genere non conforme al proprio sesso biologico.

Quando iniziare a parlare di sessualità a scuola?

Partendo da qui, stando al sondaggio, più di un terzo (35,1%) ritiene che l’educazione sessuale dovrebbe cominciare entro i 12 anni, con un altro 39,6% che colloca l’inizio del percorso nell’adolescenza (12-17 anni), mentre c’è persino chi auspica un avvio ancora più precoce, prima dei 6 anni.

Una necessità che si spiega col fatto che, per molti di loro, la vita sessuale iniziata abbastanza presto. In 1 caso su 6 il primo rapporto intimo può arrivare addirittura prima dei 16 anni, con una evidente precocità dei maschi rispetto alle femmine.

Cosicché, spesso, il primo rapporto intimo arriva senza un supporto adeguato, aumentando così i dubbi al riguardo, invece che trovare risposte chiare: proprio di questo, e molto altro, più di 8 su 10 vorrebbero parlarne a scuola con un professionista esperto, che non sia un insegnante incaricato.

La conoscenza del corpo alla base di tutto

Come anticipato, poi, l’interesse per il tema dell’indagine è trasversale e tocca diversi punti. Oltre ai rapporti sessuali, per cui il 90% degli intervistati ha dimostrato interesse, tra i bisogni formativi richiesti spiccano approfondimenti relativi ai cambiamenti corporei tipici dell’adolescenza, che interessano l’86% del campione; all’anatomia, e al funzionamento degli organi genitali (85,3% vuole saperne di più sui genitali femminili, mentre l’80,6% ha mostrato più interesse verso quelli maschili).

Oltre ai temi più tecnici, i giovani indicano chiaramente pure il bisogno di approfondire le dinamiche relazionali: la comunicazione, il consenso, la gelosia e le delusioni amorose sono argomenti che raccolgono particolare attenzione, specie tra le ragazze. Argomenti tutti di forte interesse. 

Le tante forme dell'educazione sessuale

Infine, un capitolo a parte meritano i temi legati alla violenza sessuale, al cyberbullismo, al grooming e al revenge porn. Sono proprio i profili più esposti alle insidie della modernità digitale - come le ragazze, i transgender e i giovani con orientamento omosessuale o bisessuale - a mostrare maggiore sensibilità e interesse verso questi argomenti.

“Il sondaggio – commenta Salvo Caruso, ginecologo e presidente della Federazione a proposito dei risultati contenuti nell’indagine – ha messo in evidenza dati molto interessanti sui bisogni che i nostri ragazzi hanno e che spesso vengono ignorati da coloro che dovrebbero pre-occuparsi di sostenere. I risultati ottenuti mostrano un fotogramma della realtà attuale. Dall’altra parte, pregiudizi e paure di strutturare interventi mirati ingessano quelle istituzioni che se ne dovrebbero occupare, molto spesso incapaci di dare risposte adeguate. Uno dei maggiori obiettivi della FISS, attraverso le sue Scuole, è di formare educatori sessuali, professionisti preparati a rispondere ai bisogni dei giovani. I risultati del sondaggio ci indicano non solo i percorsi ma anche i contenuti di cui dovremmo tener conto nel pianificare interventi finalizzati”.

“Tra i dati – osserva Roberta Rossi, psicoterapeuta e sessuologa, direttrice dell'Istituto di sessuologia clinica di Roma e past president della FISS – emerge una difficoltà di comunicazione sui temi della sessualità nel parlarne con i genitori. Forse l’imbarazzo per gli argomenti o la poca conoscenza di temi così importanti ci deve far riflettere sulla necessità di creare sempre più nelle scuole uno spazio di coinvolgimento anche per le famiglie. Molti progetti lo prevedono e quando si realizza c’è uno scambio molto interessante per gli adulti e gli adolescenti stessi. Sappiamo – sottolinea – che la sola fisiologia o la prevenzione non sono sufficienti a colmare quei dubbi o quell’incertezza che spesso si presentano nella sperimentazione di un primo innamoramento o di una prima attrazione, anche successivamente nella gestione di sentimenti a volte difficili persino per una persona adulta”.

Commenti (0)

Disclaimer
Inizia la discussione
0/300 caratteri