Troppe ore da dedicare ai compiti a casa, anche nel weekend. Così gli studenti si rivolgono in massa alla tecnologia. Anche i parenti vengono spesso coinvolti. La bestia nera? La matematica
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Più tempo a casa a fare i compiti che a scuola a seguire le lezioni: questo il paradosso con cui si trovano a dover combattere molti studenti italiani, condannati a sessioni di studio quotidiano che spesso superano il tempo passato in aula. Non stupisce, quindi, che l’aiutino sia quasi obbligato: dalle ricerche online all’intelligenza artificiale, passando per quella dei genitori. Anche perché è purtroppo molto diffuso il malcostume, da parte dei docenti, di assegnare i compiti sul registro elettronico a scuole chiuse, nonostante una recente circolare ministeriale raccomandi di non farlo.
A mostrarlo sono i dati raccolti da Skuola.net su 1.100 studenti di scuole medie e superiori, da cui emerge che buona parte di loro (37%), durante un tipico giorno della settimana, impiega oltre 4 ore per esaudire le richieste dei propri insegnanti.
Un impegno che dura tutta la settimana
E non è che la restante parte se la cavi con molto meno. Un terzo, infatti, impiega circa 2-3 ore al giorno per finire i compiti assegnati. In proporzione, è decisamente più fortunato quel 19% a cui basta un’oretta o 2. Ma solo uno su 10 è particolarmente veloce e riesce a mettere via i libri in meno di un’ora.
Neanche durante il weekend, teoricamente il momento della settimana in cui la famiglia si può riunire, le cose migliorano granché. Solo il 20% riesce ad archiviare la pratica in meno di mezza giornata, mentre il 15% passa di solito l'intero fine settimana sui libri. In mezzo, varie gradazioni di impegno, che comunque vanno a condizionare l’agenda familiare.
Le famiglie costrette a fare i conti con gli esercizi per casa
Anche perché solo il 35% degli studenti non chiede mai aiuto ai familiari per lo svolgimento dei compiti: chiaramente alle superiori il grado di autonomia aumenta (40%) mentre alle medie scende drasticamente (18%). Tuttavia, tracciando una media generale, il 7% ha bisogno di un supporto quotidiano, il 27% saltuario o solo per le assegnazioni più difficili, mentre per il 31% l’aiuto da casa è una eventualità rara.
Ovviamente, questa situazione si ripercuote sulla vita di tutti i giorni. Non sembra così un caso che il 42% degli intervistati riporti che i propri genitori siano "pro compiti", solo a patto che non siano eccessivi. Non pochi, poi, sono i papà e le mamme che pensano a priori che i compiti siano troppi e che rubino tempo libero prezioso (lo dice l’8%).
Le assegnazioni arrivano anche a scuola chiuse
Su questo atteggiamento, non del tutto favorevole, potrebbe influire - di nuovo - l’abitudine di alcuni docenti di dare compiti al di fuori dell’orario di lezione tramite il registro elettronico, durante il pomeriggio o nel fine settimana. E non si tratta di casi isolati, capita a quasi 8 su 10: il 62% ci deve fare i conti solo a volte, al 14% capita spesso.
Ci si organizza come si può per farcela
A proposito di supporto, non mancano di certo altri “aiuti” per cercare di ridurre il tempo di studio: il 28% ricorre saltuariamente o regolarmente alle ripetizioni, 9 su 10 si rivolgono al web (il 14% spesso o sempre, il 45% qualche volta, il 29% raramente), e 8 su 10 hanno usato almeno una volta l’intelligenza artificiale (il 16% spesso o sempre, il 39% qualche volta, il 27% raramente).
C’è da sottolineare, tuttavia, che a ripiegare sulla tecnologia sono soprattutto i ragazzi delle superiori, mentre tra quelli delle medie il dato scende sensibilmente. Forse perché i più piccoli non si sentono così confidenti nel presentare compiti prodotti, del tutto o in parte, con la “scorciatoia”. Ma, attenzione, non esiste solo il digitale. Perché sono ancora in tanti, circa il 90%, quelli che hanno ceduto - chi più chi meno - alla tentazione di copiare dai compagni di classe (o di essere loro stessi la fonte della scappatoia, facendo copiare gli altri).
Alla fine, comunque, l’obiettivo di arrivare pronti a scuola viene raggiunto, in un modo o nell’altro: il 61% degli studenti sostiene di riuscire a finire sempre o quasi sempre tutti i compiti. Il 36% si barcamena per farne almeno la maggior parte. Solo il 3% fa giusto lo stretto necessario.
Le materie che portano via più tempo
Entrando più nel dettaglio nei diari - o, forse, sarebbe meglio dire nel registro elettronico - degli studenti, è per lo più la matematica a dare del filo da torcere in termini di mole di lavoro quotidiano (lo dice il 32%), seguita da italiano (25%) e dalle lingue classiche (16%). Dall’altro lato della classifica, più clementi sembrano i professori di arte e scienze, in quanto solamente il 3% sostiene di trovarsi quantità eccessive di compiti per queste materie.
A conti fatti, però, anche se il lavoro da fare a casa appare un bel macigno, gli studenti rimangono ben disposti verso i compiti: i più - il 57% - sono convinti che tutti o la maggior parte di essi si riveli utile. Meno persuaso è il 34%, che ne salva una piccola parte. Per circa 1 su 10, invece, le chiacchiere stanno a zero: i compiti a casa sono solo una perdita di tempo.