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Pollini, la stagione si allunga sempre di più e non è ancora finita

Quest'anno insieme alle spore hanno raggiunto livelli "estremi". Lo rivelano i dati dell'agenzia Ue che monitora la qualità dell'aria

04 Lug 2025 - 07:00
PESCI - Non importa se i pollini ti fanno lacrimare gli occhi: le tue lacrime saranno di gioia! © istockphoto

PESCI - Non importa se i pollini ti fanno lacrimare gli occhi: le tue lacrime saranno di gioia! © istockphoto

La stagione dei pollini si allunga sempre più, ben oltre la primavera. Tanto che quest'anno non è ancora finita in diverse parti d'Europa, Italia compresa. Lo rivelano i dati raccolti dal Copernicus Atmosphere Monitoring Service (Cams), l'agenzia dell'Unione europea che monitora la qualità dell'aria. 

Livelli estremi

 Secondo il Cams l'allungamento della stagione delle allergie è un effetto collaterale dei cambiamenti climatici. I dati hanno mostrato che in diverse parti d'Europa i livelli di polline erano "estremi" nel corso della scorsa primavera. E tali livelli hanno comportato una perseveranza di allergeni nell'aria anche oltre fine maggio-inizio giugno, che solitamente segna la conclusione del periodo critico. Non solo, il Cams ha rilevato anche un incremento delle persone allergiche negli ultimi anni: attualmente, circa un quarto degli adulti in Europa soffre di allergie trasmesse per via aerea, tra cui l'asma grave. Una percentuale che cresce fino al 30/40% dei bambini, a seconda delle zone geografiche prese in considerazione. Come se non bastasse, l'Organizzazione mondiale della sanità prevede che la metà degli europei nel 2050 mostrerà sintomi di allergie a pollini o spore.

Differenze tra Nord e Sud

 Il Copernicus Atmosphere Monitoring Service ha evidenziato in particolare un aumento significativo nel rilascio e nel trasporto di polline di graminacee e di olivo nell'Europa meridionale e di polline di betulla nelle regioni nord-orientali. Gli scienziati affermano che ciò è dovuto allo scioglimento anticipato del ghiaccio invernale e a un clima primaverile sempre più mite, che anticipano la fioritura di alberi e piante, allungando così di fatto la stagione dei pollini. La quantità presente nell'aria, poi, tende non solo ad anticipare la stagione delle allergie, ma anche a prolungarla oltre la sua "scadenza naturale". Laurence Rouil, direttore di Cams, ha spiegato al Guardian che "episodi di livelli di polline estremamente elevati non sono insoliti in primavera, ma va sottolineata la particolare gravità ed estensione dell'episodio di quest'anno".

L'inquinamento conta

 Anche l'inquinamento atmosferico è un fattore che incide sull'aumento della sensibilità delle persone agli allergeni, mentre le specie invasive si stanno diffondendo in nuove regioni, causando nuove ondate di allergie. Senza contare che quest'anno la qualità dell'aria in tutta Europa è stata compromessa anche dagli incendi boschivi: le emissioni degli incendi nel Regno Unito, per esempio, sono state le seconde più alte dal 2003, mentre i Paesi Bassi quest'anno hanno registrato livelli mai raggiunti prima.

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