Fra le prime dieci cause di infezioni ospedaliere, minaccia neonati prematuri, anziani e immunodepressi. Sempre più resistente agli antibiotici, può causare sepsi, infezioni respiratorie e oculari
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La serratia marcescens è un batterio Gram-negativo appartenente alla famiglia delle Enterobacteriaceae, responsabile di un numero crescente di infezioni nosocomiali difficili da trattare. Presente nel suolo, nelle acque superficiali e persino nelle fughe delle piastrelle dei bagni umidi, può diventare letale in soggetti fragili come neonati prematuri, anziani o pazienti immunodepressi. E' fra le prime dieci cause di infezioni ospedaliere.
La trasmissione della Serratia avviene principalmente in ambito ospedaliero, per contatto diretto o indiretto con strumenti contaminati, come cateteri, apparecchiature per la ventilazione o dispositivi medici non perfettamente sterilizzati. In alcuni casi, la contaminazione è veicolata dalle mani del personale sanitario, nonostante l’adozione di misure di igiene rigorose.
Una volta introdotto nell'organismo, il batterio può colonizzare ferite chirurgiche, vie urinarie, respiratorie e oculari, fino a causare sepsi e complicanze gravi, specie nei reparti di terapia intensiva. Secondo dati di sorveglianza internazionali, Serratia marcescens è responsabile del 6,5% delle infezioni da Gram-negativi in terapia intensiva, e del 3,5% tra i pazienti ospedalizzati in altri reparti.
Le infezioni da Serratia possono manifestarsi con una varietà di sintomi, in base alla zona del corpo colpita. Tra i più comuni: febbre alta e brividi, tachicardia, difficoltà respiratorie, sintomi gastrointestinali, infezioni oculari come congiuntiviti e cheratiti, shock settico nei casi più gravi.
In pazienti pediatrici, la Serratia colpisce prevalentemente l’apparato gastrointestinale, mentre negli adulti si localizza più spesso nelle vie urinarie e respiratorie. Nei portatori di dispositivi come pacemaker può provocare infezioni a carico di tasche sottocutanee, e in rari casi può arrivare a compromettere anche il cuore.
Uno degli aspetti più preoccupanti della Serratia marcescens è la sua resistenza agli antibiotici, dovuta alla presenza di plasmidi che codificano per la resistenza multipla. Non esiste un antibiotico “di riferimento” per tutte le infezioni da Serratia, e la terapia va personalizzata in base al sito dell’infezione, ai risultati dei test di sensibilità e alla capacità del farmaco di raggiungere il tessuto colpito.
La prognosi dipende dallo stato immunologico del paziente: mentre un soggetto sano può anche essere portatore asintomatico, in individui immunodepressi le complicazioni possono essere gravi o persino fatali. Il rischio di sepsi o polmonite è particolarmente elevato nei reparti ad alta intensità di cura.