Per i tumori inoperabili

CyberKnife, la radioterapia robotica: cos’è e perché in Italia non si usa sui bambini

Tecnologia di precisione nella cura dei tumori, il CyberKnife promette trattamenti mirati e non invasivi. Ma in Italia il suo impiego sui pazienti pediatrici resta limitato, tra cautela clinica e mancanza di dati a lungo termine

11 Ago 2025 - 07:52
 © Ansa

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Il CyberKnife è un sistema di radioterapia robotica capace di somministrare fasci di radiazioni ad altissima precisione, seguendo i movimenti del paziente in tempo reale. Nato per ridurre i danni ai tessuti sani, trova impiego soprattutto nel trattamento di tumori cerebrali, spinali e di altre aree difficili da raggiungere con la chirurgia tradizionale. In Paesi come gli Stati Uniti o il Giappone viene utilizzato anche in ambito pediatrico, ma in Italia l'approccio è più prudente. L'uso sui bambini è limitato a casi selezionati, per via della mancanza di studi a lungo termine sugli effetti nei tessuti in crescita e del timore di danni tardivi. Le linee guida italiane invitano a un'attenta valutazione caso per caso, bilanciando potenziali benefici e rischi ancora poco esplorati.

Cos'è il CyberKnife e come funziona

 Il CyberKnife è una piattaforma di radiochirurgia stereotassica robotizzata, sviluppata per erogare radiazioni ionizzanti con estrema precisione. A differenza della radioterapia convenzionale, non richiede un fissaggio rigido della testa o del corpo: grazie a un braccio robotico e a un sistema di imaging in tempo reale, riesce a seguire anche i movimenti involontari del paziente, come la respirazione. Questo consente di colpire il tumore da diverse angolazioni, riducendo il numero di sedute necessarie.

I vantaggi della radioterapia robotica

 Tra i principali punti di forza del CyberKnife vi sono la non invasività, la rapidità di esecuzione e la possibilità di trattare lesioni in aree anatomiche complesse, spesso non operabili. L'alta precisione permette di risparmiare i tessuti sani circostanti, con una riduzione degli effetti collaterali immediati. Studi internazionali riportano tassi di controllo locale elevati per diversi tipi di tumore, in particolare quelli cerebrali e spinali.

L'uso in oncologia pediatrica nel mondo

 In ambito pediatrico, il CyberKnife è stato impiegato in casi di tumori cerebrali, medulloblastomi ricorrenti e metastasi spinali. Alcune ricerche indicano buoni risultati nel controllo della malattia, con un'incidenza relativamente bassa di complicanze a breve termine. Tuttavia, la letteratura scientifica è ancora limitata, con pochi studi a lungo termine che valutino l'impatto delle radiazioni su tessuti in crescita e sullo sviluppo neurocognitivo dei bambini.

La situazione in Italia e le linee guida

 In Italia, il CyberKnife è disponibile in alcune strutture ospedaliere ed è rimborsato dal Servizio Sanitario Nazionale per specifiche patologie oncologiche. Non esiste un divieto normativo assoluto per i pazienti pediatrici, ma l'impiego è circoscritto a casi valutati da équipe multidisciplinari. La cautela deriva soprattutto dall'assenza di dati consolidati su sicurezza ed efficacia nel lungo periodo per i minori. Le società scientifiche raccomandano che eventuali trattamenti pediatrici siano effettuati solo in centri altamente specializzati e nell'ambito di protocolli clinici autorizzati.

Perché i bambini sono più a rischio di effetti collaterali tardivi

 I tessuti in crescita sono più sensibili alle radiazioni, e gli effetti collaterali possono emergere anche molti anni dopo il trattamento. Tra i rischi noti vi sono alterazioni ormonali, problemi di crescita, deficit cognitivi e, in rari casi, lo sviluppo di secondi tumori radioindotti. Questi elementi rendono necessario un bilanciamento attento tra i potenziali benefici immediati della terapia e le possibili conseguenze a lungo termine.

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