Il 5 agosto si è fermata la Camera mentre il Senato ha sospeso le attività il 6. Per il ripopolamento delle aule si dovrà aspettare la prima settimana di settembre e sul tavolo, per allora, già ci sarano delle questioni aperte
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"A settembre si corre". Questo il messaggio lasciato dalla premier Giorgia Meloni ai giornalisti, attraverso un post-it appeso nella sala stampa di Palazzo Chigi. Prima dello scatto autunnale però, è tempo di una lunga vacanza. Anche il Parlamento italiano infatti chiude i battenti per ferie fino al 9 settembre. Più di un mese di fermo per le attività quindi, per una pausa in linea più o meno con quella degli anni precedenti: nell'estate del 2024 le attività dei deputati si erano per esempio concluse intorno al 7 agosto, mentre l'ultima seduta del Senato si era tenuta il 9 dello stesso mese.
Posto che, come sappiamo, sia deputati che senatori hanno abbastanza margine per decidere se presentarsi o meno alle convocazioni, la chiusura parlamentare di un mese è ormai una costante della nostra storia repubblicana. Sul calendario i nostri politici segnano i primi dieci giorni d'agosto, sapendo che possono prenotare le vacanze almeno fino alla prima settimana di settembre, quando più o meno sarà anche per loro tempo di chiudere nel cassetto l'estate. In una comunicazione del Parlamento, tuttavia, si è avuto la premura di ricordare come "Durante la pausa estiva le commissioni potranno convocarsi in relazione a esigenze dei rispettivi programmi dei lavori".
Che le ferie vengano posticipate o interrotte per emergenze è tuttavia un caso molto raro nella storia: si assiste anzi piuttosto a una sostanziale accelerata negli ultimi giorni di attività, proprio con l'intento di rispettare le scadenze prima dello stop. Per tornare a un'estate particolarmente "calda" (in tutti i sensi) e abbastanza turbolenta si deve risalire ormai addirittura al 2019, quella della caduta del Governo Conte I. Il Parlamento quell'anno aveva fissato lo stop per l'8 agosto, ma proprio in quei giorni la Lega presentò la mozione di sfiducia contro l'allora presidente del Consiglio scombussolando un po' i tempi dei placidi agosto della politica. Alla fine si arrivò fino al 20, quando arrivarono le dimissioni di Giuseppe Conte, facendo ripartire l'attività parlamentare dal 9 settembre. Per trovare la chiusura "canonica" più breve si deve tuttavia risalire all'anno dopo questi fatti, quando la pandemia obbligò agli straordinari anche i nostri politici: quell'anno il Senato si fermò dal 7 al 31 agosto (con un giorno di lavoro straordinario il 18), in totale appena 23 giorni. Comunque uno di più di quelli della Camera, chiusa per ferie dall'8 al 30 agosto. A questo punto, per completezza, aggiungiamo anche il più lungo stop: quello del 2017, quando la pausa dei lavori arrivò dal 3 agosto all'11 settembre. Ben 39 giorni senza politica, che sarebbero impossibili quest'anno, visti anche i dossier che aspettano già sul tavolo.
Lo sprint anticipato da Meloni partirà da diverse questioni "rimandate a settembre": dalle riforme costituzionali fino a tante leggi quasi pronte ma messe in stand by per dare la precedenza ai decreti in scadenza. Grandi manovre che quindi verranno riprese con calma sulla coda dell'estate, a partire da quella separazione delle carriere della magistratura tanto cara anche all'area berlusconiana del governo. L'esigenza di distinguere nettamente i percorsi tra pm e giudici è considerata non più prorogabile dal Governo, tanto dall'aver sorpassato nella scala delle priorità persino quel premierato che venne evocato da Giorgia Meloni stessa come "la madre di tutte le riforme". Si tratterà comunque di portare al traguardo un iter già ormai in via di definizione, dopo aver incassato il secondo ok al Senato. Ormai la strada è in discesa, fino al referendum messo in conto in primavera. Più laboriosa la strada che porta invece alla riforma per l'elezione diretta del premier. La proposta della ministra Casellati si è infatti arenata nella commissione Affari costituzionali della Camera, anche per frizioni interne alla maggioranza.
Ci sono poi anche riforme più "fresche" ma destinate a concretizzarsi in tempi più brevi: si pensi in questo senso al progetto cosiddetto di "Roma Capitale", che punta a dare potestà legislativa e autonomia finanziaria alla Città eterna. Pochi giorni fa l'ok del Consiglio dei ministri, cui seguirà in autunno un confronto che si preannuncia non troppo serrato alla Camera (dove anche il PD aveva presentato una proposta non troppo dissimile).Vede il traguardo anche la legge che introduce il reato di femminicidio (punendolo con l'ergastolo): manca solo l'ok della Camera, ma ci sono i presupposti per un voto unanime come quello già incassato in Senato. Occhio poi a due ddl: quello sulla rateizzazione delle cartelle esattoriali (la "rottamazione 5") voluto dalla Lega e quello sulla caccia, già subissato di emendamenti dalle opposizioni. C'è infine ancora da giocare la partita sul fine-vita, che è stata ritardata alla ripresa dei lavori con un accordo bipartisan, dopo che il disegno di legge sul suicidio medicalmente assistito è stato tenuto in congelatore per mesi al Senato.
A quelli che sognano però di passare un fine estate senza politica va tuttavia data una brutta notizia: ci sono le elezioni regionali in autunno (si parte a fine settembre con le Marche) e quindi la campagna elettorale da portare avanti. Attenzione quindi agli ultimi nodi da sciogliere, con alcune coalizioni che ancora devono mettersi d'accordo sul candidato migliore da presentare (occhio soprattutto a quanto accadrà in Veneto). Insomma il Parlamento va in ferie, ma la calda estate dei nostri rappresentanti non si chiude davvero mai.