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Migranti, stop alla protezione speciale alla prova del voto: mercoledì il decreto in Senato senza il sì della Commissione

Quasi 350 gli emendamenti al testo. Il ministro Piantedosi: "Troveremo il giusto punto di equilibrio tra il rispetto degli obblighi umanitari e costituzionali"

Il decreto migranti approda mercoledì in Senato senza il "sì" da parte della Commissione Affari Costituzionali.

Dopo giorni di discussione, il testo licenziato dal Cdm dopo la tragedia di Cutro arriverà in Aula senza un relatore. Previsto per martedì in realtà il voto slitta di 24 ore. La maggioranza dovrà esaminare uno a uno i quasi 350 emendamenti delle opposizioni e il sub-emendamento del governo in giornata, altrimenti tutte le proposte di modifica dovranno essere ripresentate direttamente in Aula a firma dei capigruppo. L'iter non smuove però l'esecutivo dal suo intento: abolire la protezione speciale per i migranti che arrivano in Italia e che non posseggono i requisiti per ottenere l'asilo politico o la protezione sussidiaria.

 

Mentre la Lega avvisa di non voler ritirare i suoi 21 emendamenti al testo, il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi si dice convinto che sulla protezione speciale "i lavori parlamentari riusciranno a trovare il giusto punto di equilibrio tra il rispetto degli obblighi umanitari e costituzionali. Il tutto senza svilire l'alto valore di un istituto giuridico trasformandolo in un meccanismo surrettizio di elusione dell'accesso al soggiorno nel territorio nazionale. L'emergenza non è una qualificazione del fenomeno, ma uno strumento tecnico per una gestione adeguata dell'accoglienza".

 

 

La Commissione: "La maggioranza farà la sua strada"

 Il presidente della Commissione Affari Costituzionali, Alberto Balboni, esclude che il governo voglia ricorrere alla fiducia. "Do atto all'opposizione che il dibattito a tratti ha dato spunti interessanti. Mi rammarico che l'enorme numero di sub-emendamenti presentati non ci consenta di esaurire l'esame di tutti gli articoli". La maggioranza "farà la sua strada, è un decreto importante che bisogna assolutamente convertire. Nessuno può negare che ci sia una gravissima emergenza. Mancano ancora più di 300 emendamenti, trarremo il bilancio intorno a mezzanotte. Ha senso proseguire se c'è lo spazio per concludere entro le 16:30. Se si va in Aula senza relatore tutto il lavoro fatto viene azzerato e tutti gli emendamenti vanno ripresentati in Aula, votando da capo, emendamento per emendamento. Ci saranno quindi 400-500 votazioni".

 

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