L'ultima polemica

Il Campidoglio cancella i manifesti della Lega: "Contengono degli stereotipi razzisti"

I vertici del partito guidato da Matteo Salvini non ci stanno e insorgono: "Siamo stati censurati da Roma. è un bavaglio comunista"

27 Lug 2025 - 12:53

"Occupi una casa? Ti buttiamo fuori in 24 ore", "Scippi in metro? Ora finisci in galera senza scuse?" e ancora "Blocchi una strada a chi lavora? Finisci in galera subito". Questi gli slogan che campeggiavano sui manifesti della Lega entrati nell'occhio del ciclone. Dopo il premiato film Tre manifesti a Ebbing, Missouri è arrivato il momento del remake "a la amatriciana", Tre manifesti a Roma, Lazio. Come nella pellicola originale a far discutere sono i messaggi trasmessi da certe affissioni, che da ieri hanno scatenato una polemica politica rapidamente evolutasi in un piccato botta e risposta tra il Campidoglio e i vertici del partito guidato da Matteo Salvini

La scelta di Roma

   I manifesti, che dovevano servire a mostrare i vantaggi effettivi del Decreto Sicurezza fortemente voluto dalla Lega, sono stati rimossi in tutta la Capitale su spinta del comune, che tuttavia assicura di aver agito "a seguito di segnalazioni ricevute da cittadini". Una scelta che ha ovviamente fatto infuriare il partito, che in una nota del suo leader ha parlato apertamente di "bavaglio comunista", invitando il Campidoglio  a "dirottare le energie per risolvere i problemi delle periferie o bloccare i malviventi che scippano nelle metro". Insomma la Lega parla apertamente di censura, anche per bocca del segretario regionale di partito nel Lazio Davide Bordoni che chiede un'interrogazione in merito e minaccia di avanzare la richiesta di un risarcimento danni.

I motivi della cancellazione

  Ma cosa ha spinto la giunta guidata dal sindaco Roberto Gualtieri a compiere una scelta così dirompente? "I manifesti della Lega sono stati rimossi perché violano le norme vigenti circa i contenuti etici delle pubblicità", fanno sapere dal Campidoglio chiarendo come il problema non sia limitato dal loro punto di vista al mero slogan. A corredo di questi ultimi infatti ci sarebbero delle immagini che trasmetterebbero degli espliciti stereotipi razziali. In quello che parla di scippi per esempio si mostrerebbe una donna presumibilmente di etnia  rom mentre, in quello che fa riferimento all'occupazione di case, si vede sullo sfondo l'immagine di un ragazzo di colore. Una generalizzazione inaccettabile, secondo chi gestisce Roma e che andava cancellata eliminando alla radice il problema. I manifesti infatti sarebbero stati rimossi in quanto "violano le norme vigenti circa i contenuti etici delle pubblicità". In particolare il comune si difende appellandosi all’art. 12-bis del Regolamento in materia di pubblicità, di cui alla n. 141/2020, si vieta "l'esposizione pubblicitaria il cui contenuto contenga stereotipi e disparità di genere, veicoli messaggi sessisti, violenti o rappresenti la mercificazione del corpo femminile. È altresì vietata l'esposizione pubblicitaria il cui contenuto sia lesivo del rispetto delle libertà individuali, dei diritti civili e politici, del credo religioso, dell'appartenenza etnica, dell'orientamento sessuale e dell'identità di genere, delle abilità fisiche e psichiche. È altresì vietata l'esposizione pubblicitaria il cui contenuto promuova il gioco d'azzardo". Tuttavia, come ricorda nella sua nota Il Campidoglio la Lega può presentare formale ricorso. Una strada che quasi sicuramente sarà battuta dai vertici del Carroccio.

La rabbia della Lega e le reazioni

 La polemica estiva non si è chiusa però con questo botta e risposta, dato che la Lega non ha lesinato un'ultima staffilata alla giunta capitolina e in generale a tutte le amministrazioni a guida PD, dopo aver incassato la sua replica. "Mentre a Milano il Pd si scandalizzava per i filmati delle scippatrici nella metro (ne parlava Monica Romano e ora la sinistra meneghina ha ben altro genere di problemi...), a Roma il Pd censura i manifesti della Lega sul decreto Sicurezza perché contengono immagini prodotte con l'IA. In pratica, la sinistra vieta sia le immagini reali che quelle artificiali. Tutto pur di nascondere la verità. Il Partito Democratico difende chi scippa, chi ruba, chi imbratta, chi occupa case? Reagiremo democraticamente in tutte le sedi per difendere la libertà di opinione e di espressione".  Tranchant il commento di del segretario di +Europa Riccardo Magi, che preannuncia una denuncia alla Procura della Repubblica sul fatto e entra nella querelle a gamba tesa attaccando i leghisti: "Assimilano la figura della donna rom a una ladra, l'uomo nero a un occupante abusivo, e un giovane attivista con i dread a un criminale ambientale. Si tratta di una comunicazione politica costruita su stereotipi etnici e sociali, con un chiaro intento di istigare l'odio, la paura e il disprezzo verso categorie marginalizzate".

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