LA POLEMICA

L'ambasciata russa in Italia contro Abodi: "Tra noi e Israele due pesi e due misure"

A margine del Meeting di Rimini, il ministro dello Sport si è detto contrario all'ipotesi di esclusione degli atleti israeliani dalle competizioni internazionali, difendendo la legittimità del bando contro quelli russi

26 Ago 2025 - 18:18
Andrea Abodi, ministro per lo Sport e per i giovani © Ansa

Andrea Abodi, ministro per lo Sport e per i giovani © Ansa

Il ministro dello Sport Andrea Abodi, a margine del Meeting di Rimini, si è detto contrario all'esclusione degli atleti israeliani dalle competizioni internazionali, spiegando che "sarebbe un passo indietro rispetto alla funzione dello sport che deve unire piuttosto che dividere". Opinione diversa, invece, su quanto accaduto con gli atleti russi, dato che l'attacco all'Ucraina "è stato un fatto molto più cruento, molto più aggressivo, che ha inciso sulla sovranità di una nazione che doveva essere sostenuta e difesa". L'ambasciata russa in Italia ha replicato: "Sarebbe auspicabile che le autorità italiane si astenessero dal formulare, per bocca dei propri funzionari sportivi, dichiarazioni che alterano il senso e il significato del compito loro affidato. È un esempio dei 'due pesi, due misure' dei rappresentanti dell'establishment occidentale".

Le parole di Abodi

 A margine del Meeting di Rimini, il ministro Abodi è stato interpellato sulla proposta di escludere gli atleti israeliani dalle competizioni internazionali per fare pressioni sullo Stato ebraico. "Penso che questa sia la fase nella quale le diplomazie devono essere sempre più incisive - ha spiegato -. Mi auguro che lo sport possa svolgere ulteriormente questa funzione. Peraltro bisogna avere una visione ampia della cronaca, dei fatti che sono sconvolgenti, dolorosi, tolgono il respiro". E ancora: in caso di esclusione degli atleti israeliani, "credo che si farebbe un ulteriore passo indietro rispetto alla funzione dello sport che deve unire piuttosto che dividere". A chi ha però ricordato che gli atleti russi sono stati esclusi, Abodi ha risposto che quello della Russia "è stato un fatto molto più cruento, molto più aggressivo, che ha inciso sulla sovranità di una nazione che doveva essere sostenuta e difesa".

Abodi è tornato sulla questione Israele: "Penso soprattutto alla possibilità, che mi auguro si possa determinare, dei 'due popoli e due Stati', che in questa fase sembra parzialmente compromessa. Mi auguro che sia un dolorosissimo effetto ottico e che invece si possano determinare le condizioni di ripristino della civiltà a tutto tondo, che riguardi tutti indistintamente. Sarebbe un errore vederla dal punto di vista della contrapposizione. Non credo che nessuno possa pensare a una doppia morale o a un'asimmetria di sentimento umano". E infine: "La posizione del governo è quella che è stata già rappresentata in maniera puntuale e tempestiva dal presidente del Consiglio e dal ministro degli Esteri, e quindi auspico che tutti i buoni auspici che passano anche dalla critica agli ultimi fatti possano determinare un cambiamento di condizione".

La replica

 L'ambasciata russa in Italia è intervenuta su Facebook contro le parole di Abodi. "Sarebbe auspicabile che le autorità italiane si astenessero dal formulare, per bocca dei propri funzionari sportivi, cui è delegata la preparazione delle Olimpiadi, dichiarazioni che alterano il senso e il significato del compito loro affidato", si legge. Il ministro dello Sport, scrive l'ambasciata russa, dopo aver espresso parere contrario all'esclusione di atleti israeliani dalle competizioni sportive internazionali, ha affermato che "l'esclusione della Russia, al contrario, è giustificata, in quanto le azioni della Russia hanno carattere ben più cruento". È un esempio dei "due pesi, due misure" dei rappresentanti dell'establishment occidentale", sostiene l'ambasciata.

Abodi, "rispondendo alla domanda di un giornalista sull'opportunità di escludere gli atleti israeliani dalle competizioni sportive internazionali, così da esercitare pressione sul governo di Israele (in relazione alla situazione nella Striscia di Gaza), ha dichiarato che tale decisione sarebbe un passo indietro rispetto alla funzione principale dello sport, che deve unire e non dividere. Una constatazione del genere non si potrebbe che accogliere con favore", scrive l'ambasciata. "Purtroppo il ministro italiano, come recita un fraseologismo russo, 'ha iniziato alla grande, finendo miseramente'". E ancora: "Sarebbe interessante sapere quale criterio venga applicato in Italia per determinare quanto sia cruento uno o l'altro conflitto. Purtroppo, infatti, il numero dei conflitti continua a crescere".

Infine: "Vorremmo chiedere, inoltre, come in Italia vengano valutati i dati ufficiali secondo cui, da quando il regime di Kiev ha iniziato la cosiddetta 'Operazione antiterroristica' - in realtà, una guerra contro la propria popolazione russofona del Donbass - dal 2014 al 2022, a causa delle sue azioni, sono morti 14.000 civili ucraini e oltre 500 bambini sono stati uccisi o mutilati. Nessuno in Occidente ha mosso un dito per costringere il regime di Kiev a porre fine a questo spargimento di sangue. Per non parlare di un'esclusione degli atleti ucraini dalle competizioni sportive internazionali. Al contrario, si è improvvisamente iniziato a esercitare la massima pressione sulla Russia, la quale, invece, si è schierata in difesa della popolazione civile del Donbass per porre fine al massacro e alla guerra".

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