Entrambi sono ritenuti molto vicini al capo del Cremlino. Si temevano proteste pro Ucraina. Il ministro Giuli: "Pieno sostegno allo stop". La reazione dell'ambasciata russa in Italia
La direzione della Reggia di Caserta ha annullato il concerto diretto da Valery Gergiev, previsto il 27 luglio. La presenza del direttore d'orchestra russo, criticato per le sue posizioni filo-Putin, aveva suscitato forti polemiche. "Sarà l'Italia, e non la Russia, a subire un danno per la cancellazione del concerto", afferma l'ambasciata russa a Roma sul suo canale Telegram, mentre Gergiev ha fatto sapere di non essere stato informato. Plauso di quasi tutta la politica e del ministro della Cultura Giuli alla decisione di annullare l'evento. Con le stesse motivazioni è stato cancellato a Bologna il concerto del pianista ucraino filo-russo Alexander Romanovsky in programma il 5 agosto.
Valery Gergiev non ha avuto informazioni sull'annullamento del concerto. Lo scrive la Tass, che ha contattato il direttore d'orchestra. Contro il direttore d'orchestra erano arrivate due lettere, una indirizzata a Ursula von der Leyen e al governatore Vincenzo De Luca, l'altra ai presidenti della Camera dei deputati e del Senato, Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa. Un'iniziativa di Memorial Italia, con la petizione sottoscritta in un solo giorno da più di 16mila persone, tra cui anche alcuni Premi Nobel.
Era intervenuto anche il ministro della Cultura Alessandro Giuli, sottolineando che "l'arte è libera e non può essere censurata", ma "la propaganda, anche se fatta con talento, è un'altra cosa". A suo giudizio con il concerto il rischio sarebbe stato "di far passare un messaggio sbagliato". Dal canto suo De Luca, sottolineando la volontà di confermare il concerto nonostante gli appelli internazionali, aveva definito "sconcertante" la vicenda chiedendosi dove fosse "il limite tra libertà d'espressione della propria opinione e la propaganda".
Dopo la notizia dell'annullamento, è intervenuto nuovamente il ministro Giuli. "La scelta libera e insindacabile assunta dalla Direzione della Reggia di Caserta - ha spiegato - trova il mio pieno e convinto sostegno: pur nel rispetto dovuto alla eccezionale qualità artistica dell'evento, l'annullamento del concerto diretto dal maestro Gergiev, anche alla luce di una sopraggiunta strumentalizzazione ideologica di parte, obbedisce a una logica di buon senso e di tensione morale volta alla protezione dei valori del mondo libero".
Le associazioni pro Ucraina in Italia erano pronte a organizzare iniziative di protesta e avevano già acquistato i biglietti delle prime file del concerto per far sentire da vicino il loro dissenso a Gergiev. Ad alimentare la polemica contro l'artista russo c'è anche un'opera di Prokofiev, diretta da Gergiev, in programma al teatro di Mosca Boshoi che ha a capo proprio il maestro: l'allestimento prevede infatti una serie di gigantografie in cui si traccia un parallelo tra la guerra al nazifascismo e l'attuale conflitto in Ucraina presentato come una lotta per la libertà delle popolazioni del Donbass.
L'ambasciata russa in Italia, in una nota, ha commentato sottolineando che "coloro che pensano che la cancellazione del concerto di Valery Gergiev danneggerà la Russia si sbagliano profondamente". Invece, secondo la sede diplomatica, "sarà inflitto un danno all'Italia stessa, che in questo modo mina la propria autorità e dà motivo di dubitare dell'ospitalità e dell'apertura verso tutti coloro che con il proprio talento, professionalità e sincerità portano nel mondo il bello e l'eterno".
Dopo Caserta, anche Bologna ha deciso di cancellare un concerto di un artista filo-russo. Si tratta del pianista ucraino Alexander Romanovsky, che si sarebbe dovuto esibire il 5 agosto. La notizia dell'annullamento dell'evento è stata confermata dal sindaco Matteo Lepore al senatore di Azione Marco Lombardo che questa mattina gli aveva sottoposto la questione. "La decisione di annullare il concerto di Romanovsky a Bologna da parte del Sindaco Matteo Lepore, Unipol e Musica Insieme, è giusta e tempestiva - ha sottolineato Lombardo su X - Da Caserta a Bologna, quando la società civile si attiva insieme alle istituzioni si difende la democrazia dalle ingerenze straniere".
Non è la prima volta che un evento con Romanovsky scatena polemiche. È successo a Genova a febbraio, quando a chiedere l'annullamento del concerto fu Azione, e a Roma a gennaio 2024: in quell'occasione un'esibizione prevista nell'Aula Magna della Sapienza venne annullata dopo le minacce ricevute dagli organizzatori.