"Non arrivo a fine mese"

Vitalizio tagliato, Cicciolina pronta a fare ricorso: "Voglio 10 milioni di euro di risarcimento"

L’ex deputata Ilona Staller denuncia la perdita dell’assegno parlamentare dopo la riforma del 2018 e chiede un maxi risarcimento

10 Lug 2025 - 15:11
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Ilona Staller, meglio conosciuta come Cicciolina, ha presentato ricorso contro il taglio del vitalizio parlamentare deciso nel 2018. L'ex deputata del Partito Radicale chiede un risarcimento di 10 milioni di euro alla Camera dei Deputati, dichiarando che la misura ha avuto un impatto devastante sulla sua vita. "È una questione di diritti acquisiti", afferma. La sua richiesta fa parte di una più ampia azione legale che coinvolge oltre 1.300 ex parlamentari. La cifra, precisa l'ex attrice, sarà interamente destinata in beneficenza.

Il ricorso di Cicciolina e la richiesta shock

 Il ricorso è stato depositato al Collegio d'Appello interno della Camera e si basa su una presunta violazione della tutela dell'affidamento. Secondo i legali di Ilona Staller, il taglio del vitalizio rappresenta una rottura unilaterale di un diritto maturato. Alla base della richiesta c'è il principio giuridico secondo cui una norma sopravvenuta non può cancellare retroattivamente diritti già acquisiti. "Mi hanno tolto tutto", ha dichiarato Staller, sottolineando che la somma richiesta, 10 milioni di euro, sarebbe simbolica e destinata ad associazioni benefiche.

"Non arrivo a fine mese": la difficile quotidianità di Ilona Staller

 Nel suo intervento pubblico, Cicciolina ha raccontato anche il lato più umano della vicenda: "Con 1.000 euro al mese non riesco a vivere dignitosamente", ha detto. L'ex parlamentare ha sottolineato che, dopo la fine della carriera politica e artistica, le sue entrate si sono drasticamente ridotte e il vitalizio rappresentava una forma di sostentamento. "Non ho fatto investimenti milionari, vivevo del mio lavoro e di quello assegno. Ora sono in difficoltà vera", ha aggiunto. La sua denuncia apre un nuovo fronte sul tema della sopravvivenza economica degli ex deputati più anziani o senza altre entrate.

Una battaglia condivisa da oltre 1.300 ex parlamentari

 Il caso di Staller non è isolato. Sono circa 1.300 gli ex deputati che hanno presentato ricorso contro la riforma del 2018. Tra loro nomi noti come Antonio Bassolino, Paolo Cirino Pomicino, Antonio Guzzanti, Claudio Scajola e Rosa Russo Iervolino. La contestazione è rivolta contro la delibera dell'Ufficio di Presidenza della Camera, varata durante la presidenza Fico (M5S), che ha modificato il calcolo del vitalizio da sistema retributivo a contributivo, con tagli fino all'86%.

Riforma Fico: vitalizi ridotti fino all'86%

 La delibera contestata ha cambiato radicalmente il trattamento economico degli ex parlamentari. A partire dal 2018, il sistema è passato a un metodo contributivo, con riduzioni anche drastiche. Alcuni ex onorevoli hanno visto il proprio assegno mensile ridursi da oltre 4.000 euro a meno di 1.000. Secondo i ricorrenti, si tratta di una misura punitiva, che non tiene conto degli anni di servizio e dei contributi versati. L'ex presidente della Camera Roberto Fico ha sempre difeso la scelta, definendola "una necessaria operazione di giustizia sociale".

Cosa rischia ora la Camera: i numeri in gioco

 Il Collegio d'Appello della Camera si è già riunito il 2 luglio per la prima udienza. Una decisione a favore dei ricorrenti potrebbe avere conseguenze economiche pesanti. Secondo alcune stime, il ripristino dei vitalizi e l'eventuale risarcimento dei danni potrebbe costare allo Stato quasi 4 miliardi di euro. Una cifra che fa tremare i conti di Montecitorio e che potrebbe aprire un conflitto istituzionale con l'esecutivo, già contrario a un ritorno al passato.

L'udienza del 2 luglio e le prossime tappe

 Il Collegio d'Appello ha già ascoltato le parti e ora è attesa la decisione definitiva, prevista entro le prossime settimane. Se il ricorso di Cicciolina e degli altri ex parlamentari dovesse essere accolto, si creerebbe un precedente giuridico importante, capace di incidere sull'intero impianto della riforma del 2018. In caso contrario, la battaglia potrebbe proseguire in sede civile o costituzionale. "Questa non è solo una mia battaglia", ha concluso Staller, "ma una questione di principio per tutti".

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