Alimenti freschi, raccolti o prodotti nelle vicinanze, mantengono meglio nutrienti, vitamine e antiossidanti, diventando scelte più sane per il consumatore
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Salute, eccellenza e sostenibilità. Sempre più spesso sono queste le direttrici che seguiamo quando scegliamo cosa portare in tavola. E sempre più spesso questi elementi si possono racchiudere in una sola parola: local. Optare per prodotti del territorio e con una filiera corta significa infatti che quello che finisce nel piatto è più fresco, ha fatto meno strada e spesso conserva più nutrienti.
L’idea di base è tanto semplice, quanto rivoluzionaria in un mondo sempre più globalizzato: limitare al massimo i passaggi (e i chilometri) tra produttore e consumatore. Un modello questo che valorizza la qualità, garantisce freschezza e favorisce la trasparenza nelle pratiche produttive. Alimenti freschi, raccolti o prodotti nelle vicinanze, mantengono infatti meglio nutrienti, vitamine e antiossidanti, diventando scelte più sane per il consumatore.
Ma non solo. Scegliere local è anche un modo per preservare il patrimonio culturale di un territorio, mantenendo vivi sapori, ricette e tradizioni che si tramandano di generazione in generazione e che rappresentano l’identità di intere aree geografiche.
A tutto questo va aggiunto il contributo che le scelte local apportano all’ambiente. Ridurre i chilometri che i prodotti fanno dal produttore al consumatore significa ridurre le emissioni di CO₂, nonché risparmiare l’energia che altrimenti sarebbe utilizzata per i trasporti e la conservazione dei prodotti stessi.
La filiera corta rappresenta oggi quella che si definisce una scelta “win-win”: mangiare meglio, grazie a prodotti locali, freschi e di alta qualità, e dare un contributo al territorio e all’ambiente. Una scelta che trasforma il fare la spesa in un atto concreto di sostenibilità e cultura che guarda al futuro.