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Il tridente di Damocle, Dacia la straniera più amata dagli italiani e Yamaha for Africa

Una spada a tre denti quella che grava sulla testa dellʼindustria dellʼauto: dopo covid e la crisi dei microchip, ecco la guerra di Antonio Angione

E sono tre! Dopo il covid e la crisi dei microchip, arriva la terza lama sulla testa dellʼindustria dellʼauto: la guerra.

È come se la spada di Damocle avesse tre denti, e se tutti e tre affondano son dolori. A dirlo è la società di consulenza Deloitte, che spiega come la transizione verso la mobilità elettrica sarà ostacolata inevitabilmente dal conflitto in Ucraina. È proprio da qui e dalla Russia, infatti, che arrivano le maggiori forniture di alluminio, palladio e neon per lʼindustria dellʼauto, e i ritardi dovuti alla guerra avranno ripercussioni sui piani di crescita dellʼauto a batteria, elaborati tutti prima del conflitto.

Il tridente di Damocle, Dacia la straniera più amata dagli italiani e Yamaha for Africa - foto 1
Ufficio stampa

Qualcuno dirà: “beh, ma che colpa ne hanno le aziende, mica sapevano che sarebbe scoppiata una guerra in Europa?”. Come se le tensioni fra Mosca e Kiev non risalissero al 2014 e allʼannessione della Crimea, dunque qualche saputello critico potrebbe accusare le Case auto occidentali di scarsa lungimiranza nellʼelaborare le strategie. Non dimentichiamo che fino a 3 anni fa andavano a inaugurare impianti in Russia e Putin presenziava al taglio dei nastri. E a proposito di poca lungimiranza, la crisi dei semiconduttori ne è unʼaltra chiara prova: per risparmiare qualche euro sui chip per auto, lʼindustria europea si è ritrovata a essere troppo dipendente dalle forniture asiatiche. Il risultato è che la produzione di un modello che sul mercato costa 40.000/50.000 euro è stata bloccata per mesi da un chip che costa mezzo euro! E così oggi tutte le aziende europee parlano di costruire fabbriche di semiconduttori nel Continente, che forse perché Vecchio gli si è calata la vista! Guai Polifemo a chiudere un occhio!

 

 

Il tridente di Damocle, Dacia la straniera più amata dagli italiani e Yamaha for Africa - foto 2
Ufficio stampa

Dacia dolce dacia ‒ Il piacere di farsi una Dacia calda e accogliente conquista gli italiani, ma non è della casa di campagna russa ciò di cui stiamo parlando. Nel primo trimestre 2022, Dacia è la marca straniera più venduta in Italia, con 18.232 auto vendute, il 95% ai privati. Chi lʼavrebbe detto fino a pochi anni fa? Quando Renault, Ford, Volkswagen si contendevano il titolo forti di modelli amatissimi: Clio, Fiesta, Golf. Oggi lo scenario è cambiato, la crisi dei consumi aleggia da un poʼ sulle scelte degli italiani e il prezzo conta, perché cʼentra anche lui quando si compra qualcosa! La nuova Sandero ha conquistato 9.580 italiani in 3 mesi ed è lʼauto straniera più venduta. Piacciono la variante Stepway e il gpl della versione bifuel Eco-G 100. Duster è la terza straniera più venduta con 7.146 unità. Certo qualcuno potrebbe dire che bisogna aspettare lʼanno per intero e che una rondine non fa primavera… A proposito, Dacia Spring è lʼauto elettrica più venduta nei 3 mesi, con 1.234 immatricolazioni supera persino la padrona di casa Nuova 500. La “primavera” in dacia sboccia come un giardino di ciliegi.

 

Lʼimportante non è vincere, è aiutare ‒ Si corre per vincere, ma anche per partecipare e la cosa ormai la sappiamo da più di un secolo. Ma se si partecipa, allora tanto vale rimboccarsi le maniche e dare un aiuto a chi ne ha bisogno. È andrà così per Yamaha, che parteciperà allʼAfrica Eco Race 2022 per aiutare Riders for Health, organizzazione umanitaria che da oltre 30 anni si occupa di fornire mezzi di trasporto per servizi medici. La corsa doveva svolgersi a marzo, ma è stata rimandata in autunno perché le autorità marocchine hanno deciso di lasciar chiuse le frontiere causa covid. Ma il raid africano votato alla sostenibilità e alla solidarietà partirà da Monaco il 15 ottobre e arriverà a Dakar il 30 dello stesso mese. Yamaha Motor Europe è presente con il nuovo team Yamaha Ténéré World Raid, composto da Manuel Lucchese, Alessandro Botturi e Pol Tarres, in sella alla nuova Ténéré 700 World Raid.

 

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