LA SCHEDA

Usa, cos'è e cosa comporta lo shutdown e quanto è pericoloso

Il blocco delle attività governative non essenziali avviene quando il Congresso non trova un accordo per approvare la legge di bilancio entro la data stabilita. Ecco cosa succede ora

di Maurizio Perriello
01 Ott 2025 - 07:19
 © Ansa

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Come un interruttore che spegne un circuito: è forse questa la similitudine più semplice per spiegare cos'è lo shutdown amministrativo negli Stati Uniti, cioè il blocco delle attività governative non essenziali. Non indica dunque una paralisi completa dello Stato e non è la prima volta che succede: dagli Anni Settanta a oggi gli Usa ne hanno fatto esperienza una ventina di volte. Nel 2019 durò parecchio, battendo ogni record precedente. Il nuovo shutdown del 1° ottobre 2025 è avvenuto perché il Senato ha bocciato prima una proposta presentata dai Democratici, poi di un disegno di legge provvisorio del Partito Repubblicano approvato dalla Camera, che avrebbe garantito fondi per la attività governative fino al 21 novembre.

Lo shutdown, spiegato in breve

 Se non si raggiunge un compromesso entro la mezzanotte del 30 settembre, alcune attività governative inizieranno a essere sospese. Finché il Congresso non agirà, un'ampia gamma di servizi federali potrebbe essere temporaneamente sospesa o interrotta, poiché alcune agenzie cesseranno tutte le funzioni non essenziali.

Quando e perché si verifica lo shutdown?

 Il cosiddetto government shutdown si verifica dunque quando il Congresso statunitense non riesce trovare un accordo per approvare la legge di bilancio, necessaria a finanziare la macchina federale entro la scadenza fissata. In tale caso le agenzie governative devono interrompere le attività non essenziali finché non viene fornita una nuova autorizzazione di spesa. In questo caso, l'assemblea aveva 24 ore di tempo dopo la mancata approvazione delle due proposte di legge (una Democratica, l'altra Repubblicana) per cercare di salvare la situazione. In pratica, senza un appropriation act ("legge di stanziamento") o una continuing resolution temporanea, non è consentito spendere fondi federali per svolgere molte operazioni statali di tutti i giorni.

Cosa succede durante lo shutdown: chi si ferma e chi no

 Quando scatta uno shutdown, vengono sospese soltanto le funzioni esecutive non essenziali. Come, ad esempio, musei federali e parchi nazionali, che tuttavia rimarranno perlopiù aperti in quest'occasione. I dipendenti federali vengono divisi in excepted ("essenziali") e non-excepted ("non essenziali"). I primi continuano a lavorare, ma spesso senza stipendio immediato, mentre i secondi vengono licenziati temporaneamente (furlough, un "congedo non pagato"). Forze dell’ordine, operatori sanitari in ruoli critici e militari in servizio sono tipicamente considerati essenziali e dunque proseguono la loro attività.

Quali sono le conseguenze e quali settori vengono colpiti

 Alcune conseguenze dello shutdown federale sono, ad esempio, ritardi nelle ispezioni sanitarie e nei controlli di sicurezza alimentare. Si possono inoltre registrare difficoltà nella registrazione di brevetti o nelle pratiche federali che richiedono personale dell'amministrazione centrale. Possono verificarsi anche impatti sul trasporto aereo: anche se controllori del traffico e sicurezza aeroportuale restano in servizio, la manutenzione o le certificazioni potrebbero subire intoppi. Le conseguenze più generali sull'economia possono invece andare da un indebolimento dei consumi a effetti nefasti sul Pil, se lo shutdown dura diversi giorni o settimane.

Come si è arrivati a quest'ultimo shutdown nel 2025

 Poco dopo le votazioni, il Senato ha aggiornato la seduta e l'Ufficio di gestione e bilancio della Casa Bianca ha ordinato alle agenzie governative di iniziare a dare attuazione ai loro piani "per una chiusura ordinata". Con 55 voti a favore e 45 contrari, il piano repubblicano non ha raggiunto la soglia dei 60 voti necessari per l'approvazione, di fatto confermando il primo shutdown dal 2019. Poco prima i repubblicani avevano bocciato il piano dei Democratici, che prevedeva di prorogare i finanziamenti fino alla fine di ottobre e aggiungere oltre mille miliardi di dollari alla spesa sanitaria. I dem sono decisi a mantenere la situazione di stallo fino a quando il Gop non cederà alle loro richieste, tra cui la proroga dei sussidi dell'Obamacare, in scadenza a fine anno, e la cancellazione dei tagli a Medicaid e ad altri programmi sanitari.

Qual è lo scenario e quali sono i rischi dello shutdown 2025

 Lo spettro dello shutdown quest'anno era già stato paventato ed è particolarmente temuto. Per capire perché dobbiamo dare uno sguardo più approfondito al meccanismo che c'è dietro. La nuova annualità fiscale in America iniziava il 1° ottobre, ma il Congresso non è riuscito ad approvare le misure necessarie per finanziare il governo. I repubblicani controllano sia la Camera sia il Senato, ma non dispongono dei voti sufficienti per far passare i disegni di legge. È già allo studio una continuing resolution con validità fino al 21 novembre come misura tampone per evitare un blocco prolungato, ma sarà arduo riuscire ad approvarla. È previsto che fino a 750mila dipendenti federali possano essere messi in furlough se non si trova un accordo in tempo.

Gli altri shutdown della storia Usa

 Donald Trump ha già paventato licenziamenti di massa per far fronte allo shutdown, provocando la rabbia dei sindacati federali che hanno già intentato causa contro il presidente. Rispetto a Ronald Reagan, il tycoon si può definire un "novellino": il presidente-attore affrontò ben otto shutdown (anche se brevi) durante i suoi due mandati alla Casa Bianca. Lo "spegnimento governativo" più celebre è però forse quello della presidenza Carter, passato alla storia come abortion shutdown. Nel 1977 lo stallo fu dovuto alla volontà repubblicana di vietare l'uso delle risorse del Medicaid (l'assicurazione sanitaria per i più poveri) per pagare le pratiche di aborto. Dopo Bill Clinton e George Bush padre, anche Barack Obama fu testimone di uno shutdown. Era il 2013 e il Congresso si paralizzò alla vigilia della finanziaria a causa dei tentativi dei repubblicani di fermare la riforma sanitaria dell'Obamacare,

Trump ha già vissuto uno shutdown da presidente

 A ben vedere Trump non è un "novellino" degli shutdown come prima lo abbiamo definito. Durante il suo primo mandato presidenziale fu protagonista della sospensione amministrativa più lunga della storia americana: 35 giorni, dal 22 dicembre 2018 al 25 gennaio 2019, con una piccola ininfluente pausa all'inizio. All'epoca il pomo della discordia riguardava i cosiddetti Dreamers e le risorse per la costruzione del muro al confine con il Messico.

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