Caos negli scali

Negli Usa aeroporti sotto pressione: lo shutdown taglia i controllori, cresce la paura

Il blocco del governo federale sta causando carenze gravi tra controllori di volo e addetti alla sicurezza. Ritardi e rallentamenti in tutto il Paese, mentre aumentano i timori per la sicurezza aerea

08 Ott 2025 - 06:36
 © Ansa

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Negli Stati Uniti, lo shutdown del governo federale - in corso da sette giorni - sta producendo effetti gravi e immediati sul traffico aereo nazionale. Con oltre 60.000 operatori chiamati a lavorare senza retribuzione, tra cui 13.000 controllori di volo e 50.000 addetti alla sicurezza, numerosi aeroporti stanno registrando ritardi, riduzioni dei voli e carenze strutturali nei turni di controllo. Gli scali di Houston, Dallas, Newark, Chicago O'Hare e Washington Reagan risultano tra i più colpiti, mentre cresce la preoccupazione per la sicurezza nei cieli americani, alimentata da recenti incidenti e quasi collisioni che segnalano un sistema sotto forte pressione.

La paralisi del traffico aereo: 3.000 voli in ritardo e scali congestionati

 Secondo i dati diffusi dalla Federal Aviation Administration (Faa), oltre 3.000 decolli sono stati ritardati solo nella giornata di lunedì, con situazioni critiche in particolare negli scali di Nashville, Atlanta, Chicago e New York. A Chicago O'Hare, l'agenzia ha dovuto ridurre il numero di voli in arrivo, con ritardi medi di 41 minuti. A Newark, i voli sono stati trattenuti a terra per almeno 30 minuti, mentre a Nashville il centro di controllo dell'avvicinamento è stato temporaneamente affidato alla sede di Memphis per sopperire a gravi carenze di organico.
Il fenomeno non sembra isolato. Le difficoltà si estendono anche ad altri snodi strategici: a Washington Reagan sono stati segnalati rallentamenti consistenti, mentre in diverse torri di controllo è stata evidenziata una riduzione del personale operativo. In alcuni casi, la gestione dei flussi aerei è stata delegata temporaneamente a centri di controllo esterni, con inevitabili ripercussioni sui tempi di gestione del traffico.

Shutdown e personale dimezzato: gli effetti sulle torri di controllo

 La causa principale del caos nei cieli americani è lo shutdown federale, che costringe migliaia di lavoratori a operare senza retribuzione. Il segretario ai Trasporti Sean Duffy ha confermato un aumento delle assenze per malattia tra i controllori e una drastica riduzione delle presenze in alcune aree, con punte del 50 per cento in meno rispetto al normale. "Se non ci sono controllori, rallentiamo il traffico per garantire la sicurezza dello spazio aereo", ha dichiarato.
Un caso emblematico si è verificato presso l'aeroporto di Hollywood Burbank, in California: la torre di controllo è rimasta priva di personale per oltre sei ore, con la gestione del traffico affidata da remoto al centro di San Diego. In quel periodo, si sono registrati ritardi medi di oltre due ore e mezzo e numerose cancellazioni, mentre le compagnie hanno lamentato l'impossibilità di coordinare efficacemente le operazioni.

Quasi collisioni e incidenti recenti: i cieli Usa sotto osservazione

 Negli ultimi mesi, diversi episodi hanno sollevato interrogativi sulla sicurezza aerea negli Stati Uniti. A fine settembre, due aerei regionali della compagnia Delta si sono urtati in fase di rullaggio all'aeroporto LaGuardia di New York: un velivolo diretto a Miami ha colpito con l'ala un altro aereo fermo sulla pista, danneggiando il parabrezza e costringendo entrambi i voli a rientrare ai gate.
In un altro caso, ancora più critico, un volo Delta e un jet militare si sono avvicinati pericolosamente in volo nei pressi dell'aeroporto Reagan di Washington, costringendo la FAA ad aprire un'indagine per "quasi collisione". Senza poi dimenticare il gravissimo incidente aereo avvenuto a Washington che ha coinvolto un aereo di linea e un elicottero militare causando oltre 70 morti. Questi episodi, sommati al sovraccarico delle strutture di controllo e alla ridotta operatività dei centri, stanno alimentando un clima di crescente allerta tra passeggeri e operatori.

Sicurezza a rischio? I segnali d'allarme tra torri vuote e voli gestiti da remoto

 La questione della sicurezza è al centro del dibattito. L'assenza di un numero sufficiente di controllori costringe la FAA a limitare il numero di voli in arrivo e partenza, ma non elimina del tutto i rischi. "Senza una presenza completa nelle torri e nei centri radar, l'efficienza del sistema crolla," spiegano fonti interne. Le difficoltà non riguardano solo i grandi hub, ma anche aeroporti regionali con risorse già limitate, dove eventuali assenze possono bloccare completamente le operazioni.
Il timore è che, in assenza di interventi rapidi da parte del Congresso per porre fine allo shutdown, il deterioramento della rete di controllo possa compromettere la regolarità e la sicurezza del traffico nei prossimi giorni. Le agenzie federali, intanto, cercano di mantenere l'operatività minima garantendo rotazioni, supporti remoti e rallentamenti programmati, ma i margini si assottigliano.

La denuncia dei sindacati: "Sistema fragile, basta un errore"

 I sindacati dei controllori del traffico aereo hanno lanciato un appello al governo affinché si trovi rapidamente un accordo per sbloccare i fondi. "Stiamo chiedendo agli operatori di lavorare senza retribuzione, sotto stress, con turni prolungati e condizioni inaccettabili," denuncia la National Air Traffic Controllers Association (NATCA). "Questo sistema è già fragile. Bastano un errore umano o un'assenza non coperta per scatenare conseguenze potenzialmente drammatiche".
Anche il sindacato dei dipendenti della sicurezza aeroportuale ha espresso preoccupazione per le crescenti tensioni nei terminal: agenti esausti, file sempre più lunghe e viaggiatori frustrati mettono a rischio il corretto svolgimento delle attività. Nel frattempo, i passeggeri sono costretti a convivere con un'incertezza crescente, tra ritardi imprevedibili e un senso diffuso di vulnerabilità.

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