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Russia-Ucraina, Kiev: "Mosca blocca accesso a porti del mare d'Azov". Il Cremlino: "Non ne sappiamo niente"

Sullo scontro interviene Angela Merkel: "Si trovi una soluzione ragionevole attraverso il dialogo e non un conflitto militare"

Russia-Ucraina, Kiev:
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"A partire dalla sera del 28 novembre, i porti ucraini sul mare di Azov sono sotto blocco da parte della Federazione Russa".

E' quanto scritto su Facebook da Volodymyr Omelyan, il ministro delle Infrastrutture dell'Ucraina. Omelyan ha poi aggiunto che le navi fermate, in entrata e in uscita, sarebbero 35 e che "l'obiettivo è semplice: bloccando l'accesso ai porti ucraini nel Mare d'Azov sperano di cacciarci dal nostro territorio".

Kiev intende quindi chiedere alla comunità internazionale la chiusura dello Stretto del Bosforo per le navi militari russe "in base al paragrafo 19 della Convenzione di Montreux" in seguito alla "aggressione" subita il 25 novembre da tre vascelli ucraini nelle acque dello Stretto di Kerch. Lo ha detto il capo di Stato maggiore della Marina militare ucraina, Igor Voroncenko.

Ma il Cremlino ha smentito quanto dichiarato dal ministro. "Non sono al corrente di alcuna limitazione all'accesso dei porti ucraini nel mar d'Azov - ha dichiarato il portavoce Dmitri Peskov -. Al contrario, sappiamo che lo stretto di Kerch opera in regime normale. Ma a volte, per motivi meteorologici, il porto di Kerch, che svolge funzione amministrativa, prende decisioni per regolare la navigazione".

Sullo scontro in corso è intervenuto anche il cancelliere tedesco, Angela Merkel, che, durante il forum economico ucraino-tedesco, ha sottolineato: "Sappiamo che bisogna trovare una soluzione ragionevole attraverso il dialogo e non attraverso un conflitto militare". Ribadendo il proprio sostegno alle riforme in atto in Ucraina, Merkel ha spiegato che sulla questione dei diritti di navigazione nella regione e della raggiungibilità dell'Ucraina via mare "ne parlerò con il presidente Putin a margine del G20".

Secondo quanto riportato dal portavoce del Cremlino, Mosca non sembra però apprezzare l'intervento di mediatori, dopo "la provocazione" dello Stretto di Kerch ma "è grata" a tutti coloro che sono disposti a contribuire agli sforzi per alleviare le tensioni. Peskov ha inoltre aggiunto che "tutti coloro che desiderano contribuire e ne hanno l'opportunità possono farlo esercitando pressioni su Kiev".

Anche il cancelliere austriaco, Sebastian Kurz, ha rivolto un appello alla Russia "affinché lasci liberi i soldati ucraini e restituisca le navi all'Ucraina". Kurz ha messo in guardia da un'ulteriore escalation del conflitto. "Una cosa deve essere chiara, non c'è alcuna soluzione militare a questo conflitto", ha affermato. "L'Ucraina è un Paese nelle nostre immediate vicinanze - ha continuato - e abbiamo un forte interesse alla sua stabilità e a un suo positivo sviluppo".