Attesa la decisione del tribunale

Francia, la Procura di Parigi chiede la libertà vigilata per Nicolas Sarkozy | L'ex presidente: "Il carcere è un incubo"

È detenuto nel carcere di La Santé per il caso dei presunti finanziamenti libici

10 Nov 2025 - 12:18

La procura di Parigi ha chiesto che Nicolas Sarkozy, ex presidente della Repubblica francese, venga posto in libertà vigilata, con il divieto di contatti con altri imputati e testimoni nell'inchiesta sui presunti fondi libici che avrebbero finanziato la sua campagna elettorale del 2007. La procura ha precisato che "l'estrema gravità dei fatti e la dimensione della pena" non devono influire sulla decisione, che deve essere ispirata "unicamente dai criteri dell'articolo 144 del Codice di procedura penale". Nell'articolo si enumerano le condizioni che giustificano la detenzione provvisoria: rischio di inquinamento delle prove e contatti con altri imputati. Sarkozy si trova nel carcere parigino di La Santé da alcune settimane, dopo la decisione dei giudici di disporre la detenzione provvisoria. La giustizia francese si pronuncerà nelle prossime ore sulla richiesta di libertà vigilata.

La vita in prigione di Sarkozy

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La richiesta della procura: libertà vigilata e limiti ai contatti

 La procura generale ha chiesto che all'ex presidente vengano imposte misure di controllo e limitazioni nei contatti, in particolare con gli altri imputati e i testimoni della vicenda. L'obiettivo è garantire la regolarità dell'inchiesta ed evitare qualsiasi rischio di inquinamento probatorio. Nel richiamo all'articolo 144 del Codice di procedura penale francese, la procura ha evidenziato che la misura della custodia cautelare deve essere giustificata solo se esiste un concreto pericolo di pressione sui testimoni o di alterazione delle prove, e non in funzione della gravità delle accuse. Tale posizione, definita "tecnica e indipendente dal peso politico del caso", è stata interpretata come un segnale di apertura al rilascio controllato.

Le parole di Sarkozy davanti ai giudici: "Il carcere è un incubo"

 Durante l'udienza, Nicolas Sarkozy ha preso la parola per difendersi e ha definito la sua detenzione "un incubo". "Voglio che ci si convinca di una cosa: non ho mai avuto l'idea folle di chiedere al signor Gheddafi qualsiasi finanziamento", ha dichiarato, respingendo ogni accusa di aver ricevuto fondi libici. "Mai riconoscerò qualcosa che non ho commesso", ha aggiunto, sottolineando di aver sempre "risposto scrupolosamente a tutte le convocazioni" del tribunale e di non rappresentare alcun rischio di fuga.

L'ex presidente ha descritto il periodo trascorso finora nel carcere di La Santé come una prova durissima: "Non avrei potuto immaginare di raggiungere i 70 anni per conoscere il carcere". E ancora: "Questa prova mi è stata imposta: l'ho vissuta. È dura, molto dura. Lascia il segno su ogni prigioniero perché è estenuante. Voglio rendere omaggio al personale penitenziario che ha dimostrato un'umanità eccezionale e che ha reso sopportabile questo incubo". Infine: "Sono consapevole della gravità delle accuse a mio carico, ma tre settimane al carcere di La Santé non cambieranno il mio atteggiamento. Sono francese, signor Presidente, la mia famiglia è in Francia. E rispetterò tutti gli obblighi che mi sono stati imposti". Sarkozy si trova nel carcere parigino, a seguito della condanna a 5 anni di carcere per associazione a delinquere.

Attesa la decisione del tribunale d'appello

 La Corte d'appello di Parigi dovrà ora pronunciarsi sulla richiesta della procura e sulla possibilità di concedere a Sarkozy la libertà vigilata. La decisione è attesa nelle prossime ore. Qualora la Corte decidesse di mantenere la detenzione, l'ex presidente rimarrebbe nel carcere di La Santé fino a nuova disposizione.

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