intesa tra i 32 Paesi

La Nato trova l'accordo sulla spesa destinata alla difesa: salirà al 5% del Pil entro il 2035

Superato il veto della Spagna grazie a un compromesso con Sanchez, salvo il vertice dell'Aia di martedì

22 Giu 2025 - 22:10
 © Ansa

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La Nato ha raggiunto un accordo storico per portare le spese militari al 5% del Pil entro il 2035, superando il veto della Spagna grazie a un compromesso che permetterà a Madrid di mantenere flessibilità sui propri contributi. L'intesa è stata siglata tra il premier spagnolo Pedro Sanchez e il segretario generale dell'Alleanza Mark Rutte a poche ore dal vertice dell'Aia del 24-25 giugno.

L'accordo prevede un aumento delle spese militari in senso stretto al 3,5% del Pil e delle spese per la sicurezza in senso lato all'1,5%, rappresentando più del doppio rispetto all'attuale soglia del 2%. La proposta, fortemente voluta dal presidente americano Donald Trump, mira a rafforzare drasticamente le capacità difensive dell'Alleanza atlantica.

Il nodo principale era rappresentato dall'opposizione della Spagna, che considera "sproporzionato e inutile" l'obiettivo del 5% del Pil e incompatibile con il mantenimento del welfare. Per superare l'impasse, è stata trovata una soluzione innovativa che mantiene l'obiettivo generale del 5% ma lo interpreta in modo flessibile.

Nella dichiarazione finale del vertice Nato de L'Aia, il testo è stato modificato per evitare impegni collettivi assoluti: invece di "tutti gli alleati", è stato scritto "gli alleati". Questo cambiamento fondamentale riflette la posizione spagnola secondo cui non tutti i membri sono obbligati a raggiungere la stessa percentuale di spesa.

L'accordo si articola su tre punti chiave: la distinzione tra obiettivi politici e tecnico-operativi, lo scambio di lettere ufficiali tra Rutte e Sanchez che riconosce la flessibilità spagnola, e la conferma che Madrid rispetterà gli obiettivi di capacità militare approvati dai ministri della Difesa lo scorso sei giugno.

Sanchez ha definito l'intesa "molto positiva", sottolineando che permetterà alla Spagna di "rispettare i propri impegni con l'Alleanza Atlantica e preservarne l'unità, senza dover aumentare la spesa per la difesa fino al 5% del Pil". Il premier ha ribadito la necessità di proteggere non solo l'Europa ma anche "ciò che la rende unica al mondo: il suo stato sociale".

La posizione spagnola evidenzia come l'obiettivo del 5% equivalga a oltre tremila euro all'anno per cittadino e comporterebbe drastici tagli a politiche fondamentali, come le pensioni, o aumenti delle tasse. Madrid sostiene che ogni paese ha realtà economiche diverse e può fornire capacità simili con spese differenti in percentuale del Pil.

L'accordo salva il vertice dell'Aia e dimostra la capacità dell'Alleanza di trovare soluzioni flessibili che rispettino le sovranità nazionali pur mantenendo l'unità strategica. La grande corsa al riarmo diventa così ufficiale, con i trentadue paesi membri che si impegnano a rafforzare significativamente le proprie capacità difensive entro il prossimo decennio.

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