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Si tratta di un'area di circa 12 chilometri quadrati su cui, nelle intenzioni del governo israeliano, dovranno sorgere oltre 3.400 unità abitative per i coloni. La costruzione di insediamenti è considerata illegale dalla comunità internazionale
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Una Cisgiordania spezzata in due, divisa da una porzione di territorio che da un lato unisce Gerusalemme Est all'insediamento di coloni di Maale Adumim, ai bordi del deserto della Giudea, e che dall'altro separa la regione di Ramallah da quella di Betlemme. È questo il blocco E1 (East1), il controverso corridoio disegnato negli anni '90 a est di Gerusalemme. Si tratta di un'area di circa 12 chilometri quadrati su cui, nelle intenzioni del governo israeliano, dovranno ora sorgere oltre 3.400 unità abitative per i coloni. L'obiettivo è quello di impedire di fatto che si crei una vasta area metropolitana tra Ramallah e Betlemme, regione che diventerebbe il cuore pulsante di un futuro Stato della Palestina. L'area invece si popolerebbe di decine di migliaia di coloni che andrebbero a unirsi ai circa 40mila abitanti che già risiedono nell'insediamento di Male Adumim.
Chiaro l'interesse strategico di Israele, con i falchi del governo che senza mezzi termini sottolineano il fine dell'operazione: impedire definitivamente che nasca uno Stato della Palestina, affossando così la proposta principe della comunità internazionale che è quella della "soluzione dei due Stati", della convivenza futura fra Israele e Palestina.
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Il progetto E1 era stato congelato nel 2012 per le forti pressioni sul secondo governo Netanyahu da parte della comunità internazionale, compresi gli Stati Uniti e l'Europa. Il piano veniva infatti considerato come una vera e propria minaccia al processo di pace che si stava tentando di far progredire. Ora a ripresentare l'operazione sono stati i falchi del governo Netanyahu, tra cui il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich che ha dato l'annuncio del via libera al nuovo insediamento.
Gli insediamenti sono comunità abitate da cittadini israeliani nei territori palestinesi occupati illegalmente a partire dalla guerra dei Sei Giorni del 1967. Questi insediamenti sono presenti nella Cisgiordania occupata (inquadrati nell'area amministrativa Giudea e Samaria), in gran parte sotto amministrazione civile israeliana, e nelle alture del Golan, annesse a Israele nel 1981. La costruzione di insediamenti israeliani è considerata illegale dalla comunità internazionale.