Gaza, le zone militarizzate e sotto evacuazione forzata
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Il ritratto del manager palestinese che potrebbe guidare la Striscia "il giorno dopo la fine della guerra". Ha il supporto di Israele e Usa e anche della Lega Araba
Sul suo nome c'è l'ok di Israele, Usa e Lega Araba. Ex alto funzionario dell'Autorità Nazionale Palestinese, il manager palestinese Samir Hulileh è il candidato governatore di Gaza che mette d'accordo tutti. Così pare. Negli ultimi mesi, sono stati condotti sforzi dietro le quinte per scegliere a chi dare questo incarico all'indomani dalla fine della guerra e la decisione che piace a tutti gli attori in campo diplomatico sarebbe ricaduta proprio sull'uomo d'affari palestinese.
A riferirlo è il quotidiano israeliano Ynet, che cita fonti a conoscenza del dossier e documenti presentati al Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti. Hulileh - riferisce ancora il quotidiano israeliano - sarebbe una figura che potrebbe operare nella Striscia sotto l'egida della Lega Araba, con il parere favorevole di Israele e Stati Uniti, per consenta una transizione verso il "giorno dopo" la fine della guerra.
A promuovere l'operazione, che ha avuto uno slancio nelle ultime settimane, c'è il controverso lobbista canadese-israeliano Ari Ben-Menashe, sempre secondo quanto ricostruisce Ynet. Secondo altre fonti nelle ultime settimane l'iniziativa su Hulileh ha acquisito slancio, in parte grazie agli incontri tenuti negli Stati Uniti e ai contatti che l'uomo d'affari palestinese ha mantenuto in Egitto.
Residente a Ramallah ed economista di formazione, il curriculum di Samir Hulileh include incarichi di alto livello nell'Autorità Nazionale Palestinese (come segretario generale del terzo governo 2005-2006 di Ahmed Qurei, morto nel 2024, e viceministro dell'Economia e del Commercio) e ruoli di primo piano nella più importante holding palestinese, Padico. E' stato anche presidente del Consiglio di amministrazione della Palestine Securities Exchange fino allo scorso marzo.
È considerato vicino al miliardario palestinese-americano Bashar al-Masri, noto per i suoi legami con l'amministrazione Trump. A spingerlo per la carica di governatore c'è il lobbista Ben-Menashe: ex agente dell'intelligence israeliana, di origini iraniane, che sarebbe stato coinvolto nello scandalo Iran-Contra nei primi anni '80, salvo poi essere assolto al processo negli Usa. Ben-Menashe ha confermato il suo ruolo nell'operazione Hulileh, aggiungendo che il piano è in fase di sviluppo con alti funzionari statunitensi e prevede che la futura leadership di Gaza operi sotto l'egida della Lega Araba, in particolare di Egitto e Arabia Saudita.
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Negli ultimi giorni Hulileh stesso avrebbe spiegato di immaginarsi come "project manager" per la ricostruzione di Gaza, con l'obiettivo di portare "dai 600 ai 1.000 camion di aiuti umanitari al giorno" e di aprire da quattro a cinque valichi commerciali senza restrizioni. Anche la legge e l'ordine dovrebbero essere ripristinati, con un'autorità a Gaza "né dell'Anp né di Hamas", ma rispettata dai residenti. Il territorio, ha sottolineato, non può rimanere inondato di armi provenienti da "resti di Hamas o della Jihad Islamica". Hulileh stima che la ricostruzione richieda 53 miliardi di dollari di investimenti, con gli stati del Golfo pronti a contribuire. Ma nella sua visione dovrebbero impegnarsi in modo significativo anche Usa e Ue.
La scelta di Hulileh potrebbe convincere anche Benjamin Netanyahu, che non vuole l'Anp al governo della Striscia ed ha invece immaginato l'ingresso di forze arabe. Nel piano di Ben-Menashe ci sarebbe anche lo sfruttamento dei giacimenti di gas naturale scoperti al largo di Gaza.
Il primo ministro israeliano aveva già affermato di aver individuato "diversi candidati" per un'"autorità di transizione" che governerà Gaza dopo la guerra, sottolineando che il disarmo di Hamas verrebbe prima di tutto in qualsiasi piano postbellico e che Israele non intende rimanere nella Striscia. Netanyahu aveva anche aggiunto che diversi Paesi arabi concordano con Israele sulla necessità del disarmo di Hamas: "È istruttivo che alcuni Paesi arabi, in realtà parecchi, abbiano affermato che Hamas deve essere disarmato. Credo che questo sia il punto di partenza".
L'Autorità palestinese ha comunque smentito al momento che sia stato raggiunto un accordo sui nomi per il futuro e anche lo stesso Hulileh si è mostrato cauto. In ogni caso, il primo passo sarebbe la fine della guerra, ha chiarito.