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Netanyahu: "La mia è una missione storica e spirituale" | Attesa per l'offensiva, Israele intensifica raid su Gaza

L'Italia firma l'appello a Israele perché conceda l'ingresso di aiuti nell'enclave. Il documento sottoscritto con Ue, Gb e Canada: gli operatori umanitari devono avere la possibilità di lavorare in sicurezza nella Striscia. Onu: "Oltre 300mila bambini a rischio malnutrizione acuta"

di Redazione online
12 Ago 2025 - 21:36

Il conflitto in Medioriente è giunto al giorno 676. L'Italia firma l'appello perché Israele conceda il pieno accesso a Gaza di tutti gli aiuti e perché operatori umanitari e ong possano lavorare in sicurezza nell'enclave palestinese per aiutare i civili. Il documento è stato sottoscritto anche da Ue, Gb, Canada. Sulla situazione nella Striscia arriva l'allarme dell'Onu, secondo cui la malnutrizione acuta "sta aumentando "vertiginosamente, con oltre 300mila bambini a rischio grave". Israele smentisce e parla di "dubbi sulla credibilità" dei casi, con l'agenzia responsabile per l'amministrazione civile nei territori occupati che avverte: "La maggior parte delle persone emaciate soffriva di condizioni mediche preesistenti che hanno portato al deterioramento della loro salute, indipendentemente dal loro stato nutrizionale". Guterres ha chiesto "un'indagine indipendente e imparziale" sull'uccisione a Gaza di sei giornalisti di Al Jazeera da parte dell'esercito israeliano. Giorgia Meloni ha sentito al telefono il principe ereditario e primo ministro dell'Arabia Saudita, Mohamed bin Salman Al Saud: "Subito il cessate il fuoco".

Gaza, perché gli aiuti lanciati dagli aeroplani non bastano

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Gli aviolanci di aiuti umanitari su Gaza

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Israele starebbe discutendo con il Sud Sudan della possibilità di reinsediare i palestinesi dalla Striscia di Gaza nel Paese africano devastato dalla guerra, nell'ambito di un più ampio sforzo da parte di Israele per facilitare l'emigrazione di massa dal territorio. Lo scrive l'Associated Press sul proprio sito citando colloqui con sei persone a conoscenza della trattativa. Non è chiaro a che punto siano i colloqui ma, se attuati, i piani equivarrebbero a trasferire persone da una terra devastata dalla guerra e a rischio carestia a un'altra, sollevando preoccupazioni in materia di diritti umani. 


Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato a i24 di sentirsi impegnato in una "missione storica e spirituale" e di essere "molto" legato alla visione della Grande Israele, che include territori destinati a un futuro stato palestinese e, possibilmente, anche aree oggi appartenenti alla Giordania e all'Egitto. Il termine 'Grande Israele' fu usato dopo la Guerra dei Sei Giorni del giugno 1967 per indicare Israele e i territori appena conquistati — Gerusalemme Est, Cisgiordania, Striscia di Gaza, Penisola del Sinai e Alture del Golan. L'espressione fu adottata successivamente anche per indicare l'attuale Israele, Gaza e la Cisgiordania, e l'attuale Giordania. 


Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato che Israele permetterà ai palestinesi di lasciare la Striscia di Gaza, mentre l'esercito prepara un'offensiva più ampia nel territorio. E ha invitato espressamente "i Paesi che vogliono aiutare i palestinesi", ad "aprire loro le porte". Lo riporta la stampa israeliana, tra cui Haaretz. Netanyahu ha affermato che ai residenti dovrebbe essere consentito di lasciare la Striscia di Gaza "se lo desiderano, come è accaduto durante altre guerre, come in Siria, Ucraina e Afghanistan".


Netanyahu ha affermato di ritenere che la possibilità di un accordo parziale di cessate il fuoco e rilascio di ostaggi con Hamas "sia ormai superata". In un'intervista al canale televisivo i24, ripresa da Times of Israel, il premier ha citato la dichiarazione del presidente Usa Donald Trump, secondo cui Hamas non è pronta a un accordo. "Avete sentito il presidente Trump", ha detto Netanyahu rispondendo alla domanda se la possibilità di raggiungere un accordo parziale di cessate il fuoco e rilascio di ostaggi sia ancora aperta. "Penso che sia ormai alle nostre spalle - ha spiegato -. Abbiamo fatto di tutto. Siamo andati molto avanti. Ci è diventato chiaro che ci stanno solo ingannando. In ogni caso, molti ostaggi, sia vivi che morti, resteranno nelle loro mani", ha continuato, riferendosi probabilmente a una proposta precedente di accordo parziale, che avrebbe garantito la liberazione di 10 ostaggi vivi e delle salme di altri 18. "Voglio tutti, sia i vivi che i caduti", ha dichiarato.

Per il popolo iraniano "è arrivato il momento di agire, di lottare la libertà". Lo ha detto il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, in un videomessaggio in inglese pubblicato su X. Rivolgendosi ai cittadini iraniani, il premier ha affermato: "Non meritate leader che fuggono dal Paese mentre soffrite da soli durante una guerra difficile". Netanyahu ha aggiunto che "i tiranni di Teheran hanno preferito inviare centinaia di miliardi di dollari non a voi, ma ad Hamas, Hezbollah e agli Houthi, invece di finanziare ospedali, scuole e strade". "Se volete, un Iran libero non è un sogno. Ora è il momento di agire. Ora è il momento di lottare per la libertà", ha affermato. 


L'Italia ha sottoscritto, insieme all'Unione europea e ad un gruppo di Stati membri, alla Gran Bretagna, al Canada e ad altri partner, un appello urgente alle autorità di Israele affinché venga concesso il pieno accesso a Gaza a tutti gli aiuti e venga garantito agli operatori umanitari e alle Ong di proseguire in sicurezza il loro impegno per la distribuzione di cibo a favore della popolazione civile nella Striscia. Lo fa sapere la Farnesina.


"Chiediamo al governo israeliano di autorizzare tutte le spedizioni di aiuti delle Ong internazionali e di consentire agli operatori umanitari essenziali di svolgere le loro attività. È necessario adottare misure immediate, permanenti e concrete per facilitare l'accesso sicuro e su larga scala delle Nazioni Unite, delle Ong internazionali e dei partner umanitari". Lo afferma un comunicato diffuso dall'alto rappresentante Ue Kaja Kallas e firmato da vari Paesi Ue ed extra-Ue come Australia, Regno Unito e Giappone (mancano Germania e Italia). "La carestia a Gaza si sta diffondendo sotto i nostri occhi", si legge ancora. 


Un'agenzia del Ministero della Difesa israeliano ha pubblicato un nuovo rapporto in cui si afferma che "non vi è alcun segno di malnutrizione diffusa" nella Striscia di Gaza, dove le Nazioni Unite da settimane lanciano l'allarme sul rischio di "carestia diffusa" e la presenza di 300 mila bambini a rischio 'malnutrizione acuta'. Il Cogat, responsabile israeliana per l'Amministrazione civile nei territori palestinesi occupati afferma di aver condotto una "revisione approfondita" dei dati e delle cifre di Hamas sui decessi dovuti a malnutrizione rilevando "una significativa discrepanza" tra le cifre diffuse dalle autorità palestinesi e "i casi documentati, con dettagli identificativi completi" nei media e sui social network, il che "solleva dubbi sulla loro credibilità". "L'analisi caso per caso dei decessi pubblicati mostra che la maggior parte delle persone emaciate soffriva di condizioni mediche preesistenti che hanno portato al deterioramento della loro salute, indipendentemente dal loro stato nutrizionale", afferma il Cogat, per cui questi "casi estremi non rappresentano la condizione della popolazione generale della Striscia di Gaza".


Secondo il ministero della Salute di Gaza, almeno 89 palestinesi, tra cui 31 che erano in attesa di aiuti, sono stati uccisi e 513 feriti negli attacchi israeliani sulla Striscia nelle ultime 24 ore. Undici corpi senza vita sono stati recuperati anche dalle macerie dei precedenti attacchi israeliani, ha precisato il ministero su Telegram. Lo riporta Al Jazeera. La guerra a Gaza ha causato la morte di un totale di 61.599 palestinesi e il ferimento di altri 154.088, dal 7 ottobre 2023. Lo riporta sempre Al Jazeera. 


Giorgia Meloni, ha sentito al telefono il Principe ereditario e primo ministro dell'Arabia Saudita, Mohamed bin Salman Al Saud. I due leader hanno condiviso gli ultimi sviluppi del conflitto a Gaza e i principali temi della collaborazione bilaterale, secondo quanto si legge in una nota diffusa da Palazzo Chigi, dove si legge. "Con riferimento alla situazione a Gaza, i due leader hanno espresso preoccupazione per le più recenti decisioni israeliane che appaiono andare verso un'ulteriore escalation militare, sottolineando l'opportunità di giungere, senza ulteriori ritardi, alla cessazione delle ostilità per porre fine alla drammatica situazione umanitaria della Striscia e avviare la ricostruzione di Gaza dove, ha sottolineato il presidente del Consiglio, il ruolo delle Nazioni arabe resta fondamentale. Nel concordare che solo un processo politico verso una soluzione dei due Stati potrà condurre a una pace giusta e di lungo periodo, il Presidente Meloni ha evidenziato, come già al Presidente Abbas, la necessità che Hamas rilasci immediatamente e incondizionatamente gli ostaggi e accetti di non poter avere un ruolo nel futuro della Striscia. Il colloquio telefonico ha infine costituito l'occasione per riaffermare la comune volontà di approfondire la collaborazione bilaterale in tutti gli ambiti di comune interesse, a partire dalla piena attuazione del partenariato strategico tra Roma e Riad lanciato in occasione della visita del Presidente del Consiglio ad Al-Ula nello scorso gennaio", conclude la nota. 


Il ministero della Salute di Gaza ha registrato "cinque decessi dovuti a carestia e malnutrizione nelle ultime 24 ore, tra cui due bambini". Ciò porta il numero totale di decessi correlati alla fame registrati dal 7 ottobre 2023 a 227, di cui 103 bambini. Il complesso medico Nasser ha inoltre confermato la morte di Jamal Fadi al-Najjar, bimbo di 6 anni deceduto a causa di una malattia causata dalla fame nella città di Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza. Lo riporta Al Jazeera. 


Sono saliti ad almeno 18 i morti negli attacchi lanciati oggi dall'esercito israeliano sulla Striscia di Gaza. Nel governatorato di Khan Younis, almeno cinque persone sono state uccise in un attacco israeliano contro una tenda che ospitava civili sfollati nella zona di al-Mawasi. A Gaza City, che Israele ha dichiarato di voler conquistare, almeno quattro persone sono state uccise e altre sono rimaste ferite in un attacco aereo su un appartamento nella zona di al-Sahaba. Lo riporta Al Jazeera. Almeno quattro persone sono state uccise in un attacco alla casa della famiglia al-Nadeem. Altre tre persone sono state uccise in un attacco alla casa della famiglia al-Hasari, vicino alla moschea di al-Faruq, e circa 20 persone sono rimaste intrappolate sotto le macerie. Almeno una persona è stata uccisa in un attacco contro la casa della famiglia Salmi, a ovest della zona dell'University College. 


Hamas ha gonfiato il bilancio dei palestinesi che, a suo dire, sono morti per malnutrizione, e la maggior parte di coloro che sono stati accertati come deceduti soffriva di patologie preesistenti. Lo ha affermato il Coordinatore israeliano delle attività governative nei Territori (Cogat). Il Cogat ha sostenuto che funzionari della sicurezza israeliani ed esperti medici hanno condotto un'analisi delle denunce di Hamas sulla carestia a Gaza, affermando di aver scoperto che il movimento integralista islamico palestinese ha condotto "una campagna orchestrata come parte di un più ampio sforzo per screditare lo stato di Israele e ottenere vantaggi politici".


Dopo 7 ore bloccato all'aeroporto di Tel Aviv per un "diniego di ingresso", motivato da pericoli per "la pubblica sicurezza o in considerazione dell'ordine pubblico", don Ferdinando Capovilla, sacerdote veneziano componente di un gruppo di pellegrini di Pax Christi, è stato rilasciato dalle autorità israeliane. Deve comunque lasciare il Paese e per questo sta per imbarcarsi su un volo diretto in Grecia. Al sacerdote, da sempre impegnato in iniziative per la pace e che ha anche scritto un libro su Gaza, sono stati riconsegnati valigia e cellulare. Don Capovilla fa anche sapere di stare bene, tramite i suoi compagni di viaggio tra cui il presidente di Pax Christi, mons. Giovanni Ricchiuti, che hanno potuto invece continuare il viaggio verso Gerusalemme per compiere un pellegrinaggio. 


I lanci di aiuti da parte dei Paesi occidentali a Gaza contengano forniture di armi. Lo ha denunciato - senza entrare in dettagli sulle accuse - il parlamentare israeliano Moshe Saada, che appartiene al Likud, il partito del primo ministro Benjamin Netanyahu. "Gli aiuti umanitari servono ad armare e finanziare Hamas", ha dichiarato Saada all'emittente pubblica Kan in un'intervista radiofonica. "Qualcuno ha controllato i lanci? È chiaro a tutti che contengono munizioni". Ha aggiunto che lo stato ebraico deve occupare l'intera Striscia di Gaza perché "soltanto così si vince una guerra".


Oltre nove palestinesi sono stati uccisi ieri sera e durante la notte in tre attacchi lanciati dall'Esercito israeliano nella Striscia di Gaza, riportano Al Jazeera e l'agenzia di stampa palestinese Wafa. Cinque civili hanno perso la vita in un bombardamento che ha colpito una tenda di ospitava sfollati a Khan Younis, nel sud di Gaza, mentre altri quattro sono morti a Gaza City in un bombardamento vicino alla moschea al-Faruq nel quartiere Zeitoun della città. In precedenza, la Wafa aveva riferito di un numero imprecisato di vittime causato da un bombardamento israeliano nel quartiere Tal al-Hawa, a sud-ovest di Gaza City. 


Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha chiesto "un'indagine indipendente e imparziale" sull'uccisione nella Striscia di Gaza di sei giornalisti di Al Jazeera da parte dell'Esercito israeliano: lo ha affermato il portavoce delle Nazioni Unite, Stéphane Dujarric, si legge in un comunicato pubblicato sul sito dell'Onu. "Questi ultimi omicidi mettono in evidenza i rischi estremi che i giornalisti continuano ad affrontare quando coprono la guerra in corso", ha aggiunto Dujarric.


 La malnutrizione acuta nella Striscia di Gaza sta aumentando "vertiginosamente, con oltre 300mila bambini a rischio grave", sostiene il Programma alimentare mondiale (Pam) delle Nazioni Unite. "Il dato giunge dopo un recente allarme lanciato dall'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (Fao), secondo cui solo l'1,5% dei terreni coltivabili nell'enclave rimane accessibile e intatto, 'segnalando un collasso quasi totale della produzione locale di cibo'", si legge in un comunicato pubblicato sul sito dell'Onu.


I mediatori Egitto e Qatar, con l'aiuto della Turchia, hanno presentato ai negoziatori di Hamas una nuova proposta di cessate il fuoco a Gaza che includerebbe la fine della guerra e il rilascio di tutti gli ostaggi, sia vivi sia morti. Lo riferisce Sky News Arabia, ripresa anche dai media israeliani. L'accordo prevede inoltre la liberazione di prigionieri palestinesi e il ritiro dell'esercito israeliano "sotto la supervisione arabo-americana" finché non sarà raggiunto un accordo sul disarmo di Hamas e la sua uscita dal governo di Gaza. Durante questa fase, la Turchia e altri mediatori garantirebbero che Hamas congeli le sue attività militari, consentendo colloqui per porre fine definitivamente alla guerra. Se Hamas accetterà i termini della nuova proposta, questa verrà inviata ai mediatori americani per essere poi trasmessa a Israele, riferisce ancora il sito di Sky News Arabia presentando l'iniziativa di Egitto e Qatar come volta a "togliere a Netanyahu ogni scusa per occupare Gaza".


Dopo le critiche internazionali, l'esercito israeliano torna a ribadire che il reporter di Al Jazeera, Anas Sharif, ucciso in un attacco a Gaza insieme ad altri giornalisti "era un agente attivo dell'ala militare di Hamas". "Prima dell'attacco, avevamo ottenuto informazioni di intelligence aggiornate che indicavano che Sharif era un agente attivo dell'ala militare di Hamas al momento della sua eliminazione. Inoltre, riceveva contemporaneamente uno stipendio dal gruppo terroristico e dai suoi sostenitori, Al-Jazeera", ha scritto su X il portavoce internazionale dell'Idf Nadav Shoshani. "Ciò che abbiamo presentato pubblicamente è solo una piccola parte declassificata delle nostre informazioni su al-Sharif" che "sono state ottenute durante le operazioni di terra a Gaza in due località separate", ha aggiunto. "Per qualche ragione, i media ignorano le informazioni da noi fornite perché al-Sharif ha affermato di non essere un terrorista. 'Fidati di me, non sono un terrorista', a quanto pare funziona se sei contro Israele", ha attaccato Shoshani per poi chiedersi: "Il mondo controllerà onestamente prima di riportare le notizie? Ci saranno critiche per lo sfruttamento della stampa da parte di Hamas? Qualcuno criticherà Al-Jazeera per aver impiegato terroristi?".


Dopo 7 ore bloccato all'aeroporto di Tel Aviv per un "diniego di ingresso", motivato da pericoli per "la pubblica sicurezza o in considerazione dell'ordine pubblico", don Ferdinando Capovilla, sacerdote veneziano componente di un gruppo di pellegrini di Pax Christi, è stato rilasciato dalle autorità israeliane. Deve comunque lasciare il Paese e per questo sta per imbarcarsi su un volo diretto in Grecia. Al sacerdote, da sempre impegnato in iniziative per la pace e che ha anche scritto un libro su Gaza, sono stati riconsegnati valigia e cellulare. Don Capovilla fa anche sapere di stare bene, tramite i suoi compagni di viaggio tra cui il presidente di Pax Christi, mons. Giovanni Ricchiuti, che hanno potuto invece continuare il viaggio verso Gerusalemme per compiere un pellegrinaggio. 

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