"PER UN'ECONOMIA AUTOSUFFICIENTE"

Israele come una "super Sparta", il progetto autarchico di Netanyahu

Il primo ministro ha illustrato il suo programma per rompere l'isolamento del Paese e non subire danni economici dalla rottura delle relazioni internazionali. Immediate le critiche dei ministri di estrema destra e degli imprenditori

18 Set 2025 - 10:57
 © Ansa

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In Israele e negli Stati Uniti è già passato alla storia come lo "Sparta Speech". Il discorso che Benjamin Netanyahu ha snocciolato il 15 settembre al ministero delle Finanze di Gerusalemme ha proiettato Israele come una "super Sparta", attirando non poche critiche da diversi esponenti del suo stesso governo. Ma cosa vuol dire? Secondo il primo ministro, lo Stato ebraico sta affrontando un crescente isolamento diplomatico a causa del modo in cui prosegue la guerra a Gaza e potrebbe essere quindi costretto a diventare un'economia autosufficiente con "caratteristiche autarchiche". Propaganda e iperbole, nel pieno stile di una potenza militare, ma che cela fratture interne che l'esecutivo e Israele tutto faticano sempre più a nascondere.

Cosa ha detto Netanyahu su Israele "assediato"

 Per farsi un'idea esatta di cosa ha detto Netanyahu, andremo ad analizzare le sue testuali parole. Durante il suo intervento, il primo ministro ha delineato diversi fattori che contribuiscono al crescente isolamento diplomatico di Israele. Il suo discorso ha dipinto uno scenario in cui il Paese appare "sotto assedio mediatico", con rivali e "finti alleati" pronti a strumentalizzare la condotta bellica israeliana per interessi particolari. In primis ha sottolineato l'influenza politica delle comunità di immigrati musulmani in Europa, che a suo dire ha spinto i loro governi ad adottare posizioni critiche nei confronti dello Stato ebraico in relazione al conflitto di Gaza. Il premier ha poi evidenziato il ruolo delle tecnologie digitali, inclusa l'intelligenza artificiale, "sfruttate da Stati come il Qatar e la Cina per condurre operazioni di influenza" sui social "per screditare Israele". Queste sono state le premesse che, sempre secondo Bibi, dovrebbero giustificare le prossime mosse dello Stato ebraico.

Il progetto autarchico: Israele come una "super Sparta" economica

 Il premier è quindi passato a mettere in guardia politici e cittadini israeliani dalle potenziali restrizioni commerciali, che potrebbero limitare l'accesso del Paese alle componenti militari. E, dunque, compromettere la capacità di proseguire la guerra. Netanyahu ha perciò ribadito la necessità di espandere la produzione nazionale di armi per mantenere la sicurezza nazionale. Concludendo, ha sollecitato lo sviluppo di una "economia da super Sparta", che ha definito come un modello economico caratterizzato da una maggiore autosufficienza ("autarchia"). Sebbene si identifichi come un sostenitore dei principi del libero mercato, Netanyahu ha sostenuto che le attuali circostanze geopolitiche richiedono una maggiore indipendenza economica. Ennesimo messaggio di intemperanza diretto all'amministrazione Trump, alle prese con un'America stanca e in cerca di disimpegno dai vari fronti di conflitto.

"Saremo insieme Atene e Sparta"

 La teoria spartana di Netanyahu va oltre l'economia e richiama la forza di un governo che basa la propria forza sulla capacità militare e su una società inquadrata e orientata alla guerra. Senza dimenticare la retorica sulla democrazia di impostazione americana, con tanto di riferimento alla polis greca per antonomasia: "Saremo Atene e saremo una super Sparta, non abbiamo scelta".

Le tensioni tra Netanyahu e membri (estremisti) del suo governo

 Sebbene l'uscita del premier sia sostanzialmente propagandistica, essa ha fornito a oppositori e alleati politici l'occasione per colpire Netanyahu. "Non sono d'accordo con le sue parole e non mi è piaciuto affatto il paragone con Sparta", ha affermato il ministro della Difesa ed esponente dell'estrema destra, Bezalel Smotrich. Quest'ultimo è in rotta col suo primo ministro anche su altri dossier: Netanyahu, ad esempio, non avrebbe intenzione di costruire nuovi insediamenti nella Striscia, ma i ministri più estremisti stanno attivamente portando avanti piani in tal senso. In generale, i commenti di Netanyahu hanno scatenato forti critiche da parte dei leader dell'opposizione e degli imprenditori, e sono stati seguiti da un calo del valore delle azioni alla Borsa di Tel Aviv.

La controreplica difensiva di Netanyahu

 In risposta, il primo ministro ha contraddetto se stesso, dichiarando martedì di avere "piena fiducia" nell'economia israeliana. E spiegando che le sue dichiarazioni si riferivano principalmente alle industrie della Difesa, piuttosto che all'economia in generale.

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