Il duro attacco arriva all'indomani del forte appello di Papa Leone all'Angelus: "Basta alla barbarie della guerra". Iniziata l'offensiva via terra dell'esercito a Deir al-Balah
di Redazione onlineIl conflitto in Medioriente è giunto al giorno 654. Da 25 Paesi, tra cui l'Italia, arriva una dichiarazione forte e netta sul conflitto a Gaza: "La guerra deve finire subito". Il testo, sottoscritto anche da Tajani, invita la comunità internazionale a "uno sforzo comune per un cessate il fuoco immediato e permanente". Contemporaneamente c'è il duro attacco alle autorità di Tel Aviv dal patriarca di Gerusalemme Pierbattista Pizzaballa: "Su Gaza il governo israeliano non è giustificabile, abbiamo il dovere di dirlo chiaramente". L'accusa giunge all'indomani dell'appello di Papa Leone, che all'Angelus di domenica ha auspicato "la fine della barbarie della guerra". Il Santo Padre ha inoltre chiesto "alla comunità internazionale di rispettare il divieto di punizione collettiva di uso indiscriminato della forza e lo spostamento forzato della popolazione". Ma le forze israeliane intanto lanciano una nuova offensiva via terra e via aria nella città di Deir al-Balah, nel centro dell'enclave palestinese, provocando altre ondate di sfollamenti tra i civili. "Almeno 19 palestinesi sono morti di fame nelle ultime 24 ore a Gaza", afferma alla Bbc un funzionario del ministero della Salute guidato da Hamas.
Donald Trump ha "un buon rapporto di lavoro" con Benjamin Netanyahu ma "è stato colto di sorpresa dai bombardamenti in Siria e anche da quello di una chiesa cattolica a Gaza": lo ha detto la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt parlando con i reporter. "In entrambi i casi, il presidente ha chiamato rapidamente il primo ministro israeliano per porre rimedio alla situazione", ha aggiunto.
La dichiarazione dei 25 Paesi che chiedono la fine immediata della guerra di Israele rappresenta "un riconoscimento internazionale dell'entità delle violazioni commesse dal governo dell'occupazione fascista". E' quanto dichiara Hamas in un comunicato citato da Al Jazeera. "La condanna, contenuta nella dichiarazione internazionale, dell'uccisione di oltre 800 civili nei pressi dei punti di distribuzione degli aiuti Usa-Israele conferma la brutalità di questo meccanismo", si legge.
E' salito a 1265 vittime il bilancio, dal 13 luglio, degli scontri nella provincia siriana di Sweida, prima dell'annuncio della tregua. Lo riferisce l'Osservatorio siriano per i diritti umani con sede nel Regno Unito.
"Il governo d'Israele deve rispondere su quale giustificazione militare vi possa essere dietro gli attacchi in cui sono stati uccisi bambini disperati e affamati" in coda per il cibo nella Striscia di Gaza palestinese. Lo ha detto il ministro degli Esteri britannico, David Lammy, aggiornando stasera la Camera dei Comuni sulla situazione in Medio Oriente alla vigilia della pausa parlamentare estiva e dopo aver promosso la pubblicazione del duro monito odierno al governo di Benyamin Netanyahu firmato con i colleghi di altri 24 Paesi alleati, Italia compresa.
"Noi siamo amici di Israele, ma quello che sta accadendo non va bene, l'abbiamo detto, l'abbiamo ribadito e questo documento va nella direzione di spingere Israele ad affrontare e risolvere la soluzione - sottolinea il ministro degli Esteri Antonio Tajani -. Sosteniamo l'azione di Stati Uniti, Qatar, Egitto per arrivare ad una soluzione, a un cessate il fuoco, a una cessazione delle ostilità, ma bisogna fare entrare alimenti, aiutare la popolazione civile. Ci stanno ogni giorno troppi, troppi, troppi morti e questo è inaccettabile".
"Ho ricevuto notizia che nella zona di Deir al-Balah ci sono operatori italiani e delle Nazioni Unite: è una zona di Gaza che sarebbe una 'zona sicura' e che invece da ore è sottoposta a fuoco israeliano. Abbiamo chiesto informazioni al governo israeliano, soprattutto chiediamo con forza che quegli attacchi, ma anche tutti gli attacchi, si cessino immediatamente. Bisogna cessare il fuoco definitivamente, liberare gli ostaggi israeliani, proteggere la popolazione palestinese e fare entrare massicciamente gli aiuti umanitari e sanitari". Così il ministro degli Esteri Antonio Tajani.
"Noi, i firmatari elencati di seguito, ci uniamo con un messaggio semplice e urgente: la guerra a Gaza deve finire subito". È quanto si legge in una dichiarazione su Gaza che porta la firma dei ministri degli Esteri di 25 Paesi, fra cui l'Italia, e della commissaria Ue per l'uguaglianza, la preparazione e la gestione delle crisi. Il testo, sottoscritto anche da Antonio Tajani, porta la firma dei capi delle diplomazie di Australia, Austria, Belgio, Canada, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Islanda, Irlanda, Italia, Giappone, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Norvegia, Polonia, Portogallo, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera e Regno Unito. "Invitiamo le parti e la comunità internazionale a unirsi in uno sforzo comune per porre fine a questo terribile conflitto, attraverso un cessate il fuoco immediato, incondizionato e permanente. Ulteriori spargimenti di sangue non servono a nulla. Ribadiamo il nostro pieno sostegno agli sforzi degli Stati Uniti, del Qatar e dell'Egitto per raggiungere questo obiettivo. Siamo pronti a intraprendere ulteriori azioni per sostenere un cessate il fuoco immediato e un percorso politico verso la sicurezza e la pace per gli israeliani, i palestinesi e l'intera regione", si legge nella dichiarazione.
"Non riusciamo a capire le ragioni di tutto questo e, come il Papa giustamente ha detto, e anche noi lo ripetiamo continuamente, tutto questo non è giustificabile. Vorrei chiarire una cosa: non abbiamo nulla contro il mondo ebraico e non vogliamo assolutamente apparire come coloro che vanno contro la società israeliana e contro l'ebraismo, ma abbiamo il dovere morale di esprimere con assoluta chiarezza e franchezza la nostra critica alla politica che questo governo sta adottando a Gaza". Lo dice, in una intervista ai media vaticani, il patriarca di Gerusalemme Pierbattista Pizzaballa.
La polizia belga ha fermato e interrogato due soldati israeliani sospettati di aver commesso crimini di guerra a Gaza. L'operazione, secondo quanto riporta l'agenzia Belga, è scattata dopo una denuncia presentata dalla Hind Rajab Foundation e dal Global Legal Action Network (Glan). I due militari sono stati bloccati al festival Tomorrowland, nella provincia di Anversa, e rilasciati dopo l'interrogatorio.
E' salito a 59.029, morti e 142.135 feriti il bilancio degli attacchi lanciati dalle forze israeliane nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre 2023. Lo riferisce il ministero della Salute di Gaza, controllato dal movimento islamista palestinese Hamas, secondo cui 8.196 persone sono morte, mentre altre 30.094 sono rimaste ferite dalla rottura del cessate il fuoco il 18 marzo 2025. Secondo il bollettino di Hamas inoltre almeno 1.021 persone sono morte in attesa di aiuti umanitari. Il bilancio, che include sia vittime civili che miliziani, non puo' essere verificato in modo indipendente
Il ministero della Salute di Gaza gestito da Hamas afferma che 134 persone sono state uccise e 1.155 sono rimaste ferite in seguito agli attacchi israeliani nella Striscia di Gaza nelle ultime 24 ore. Dall'inizio delle ostilità il 7 ottobre 2023, si legge inoltre in un comunicato stampa pubblicato su Telegram, si contano 59.029 morti e 142.135 feriti.
Papa Leone XIV ha avuto una conversazione telefonica con il Presidente dello Stato di Palestina, Mahmoud Abbas, incentrata sui recenti sviluppi del conflitto nella Striscia di Gaza e sulle violenze in Cisgiordania. Durante il colloquio, il Santo Padre ha ribadito con forza l'appello al pieno rispetto del Diritto Internazionale Umanitario. Ha sottolineato l'obbligo di proteggere i civili e i luoghi sacri, condannando l'uso indiscriminato della forza e il trasferimento forzato della popolazione. La conversazione ha anche evidenziato la drammatica situazione umanitaria nella regione, con il Pontefice che ha enfatizzato l'urgenza di fornire soccorso a coloro che sono maggiormente colpiti dal conflitto e di garantire un adeguato ingresso di aiuti umanitari. Infine, il Papa ha ricordato la ricorrenza del decimo anniversario dell'Accordo Globale tra la Santa Sede e lo Stato di Palestina, firmato il 26 giugno 2015 ed entrato in vigore il 2 gennaio 2016, evidenziando l'importanza delle relazioni diplomatiche tra le due entità.
"A Gaza, Caritas Internationalis assiste a una situazione terribile in cui: 50 ostaggi sono ancora detenuti da Hamas; l'intera Striscia viene bombardata e rasa al suolo per liberarla e renderla inabitabile; centinaia di migliaia di palestinesi vengono massacrati: i dati ufficiali riportano solo i decessi accertati nelle strutture sanitarie, ma sappiamo che le vittime sono molte di più; la popolazione è ridotta alla fame, al punto da rischiare la carestia; i bambini vengono bombardati mentre aspettano di ricevere alimenti terapeutici". Lo dice Caritas Internationalis che aggiunge:"La storia non perdonerà la barbarie e la complicità".
Fonti mediche hanno affermato che almeno 27 persone sono state uccise dall'alba di oggi negli attacchi israeliani nella Striscia di Gaza, inclusi quattro palestinesi che stavano aspettando gli aiuti umanitari. Lo riporta Al Jazeera.
Almeno tre palestinesi sono stati uccisi e diversi sono rimasti feriti dal fuoco dei carri armati israeliani entrati oggi nel sud e nell'est della città di Deir al-Balah, nella Striscia di Gaza centrale. Lo riporta il Guardian, che cita fonti mediche. I proiettili dei tank avrebbero colpito otto case e tre moschee nella zona.
La Chiesa "sta cercando in tutti i modi di far arrivare aiuti. Ma la stragrande maggioranza della popolazione non ha nulla: né cibo, né acqua. In questi giorni, ad esempio, la temperatura percepita è di 42 gradi. La gente è stremata, disperata, e i bombardamenti continuano. In tutto questo buio, la Chiesa si adopera affinché qualcosa possa arrivare. Ma finora, purtroppo, non ci siamo riusciti. Speriamo nei prossimi giorni, ma la situazione è molto grave". Lo riferisce, intervistato dal Sir, padre Gabriel Romanelli, il parroco della chiesa della Sacra Famiglia di Gaza, ferito nell'attacco di giovedì scorso.
Sono quasi 100mila i civili sfollati nel sud della Siria a causa dei sanguinosi scontri armati tra il 13 e il 19 luglio nella regione meridionale di Sweida. Lo riferisce l'Ufficio Onu per il coordinamento umanitario (Ocha), secondo cui la maggior parte dei 93mila sfollati proviene dai distretti all'interno della stessa regione di Sweida. Lunedì mattina sono cominciati gli scambi di popolazione tra drusi e beduini dopo l'entrata in vigore nelle ultime ore del cessate il fuoco.
Almeno 19 palestinesi sono morti di fame nelle ultime 24 ore a Gaza. Lo afferma alla Bbc un funzionario del ministero della Salute guidato da Hamas. Il dottor Khalil al-Daqran, portavoce dell'ospedale al-Aqsa di Deir al-Balah, ha detto all'emittente britannica che la situazione negli ospedali di Gaza è diventata critica. "Diciannove persone, tra cui bambini, sono morte di fame", ha raccontato, "gli ospedali non possono più fornire cibo ai pazienti o al personale, molti dei quali non sono fisicamente in grado di continuare a lavorare a causa della fame estrema".
"Il destino dello Yemen sarà lo stesso di Teheran". Lo ha affermato il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz. "Gli Houthi pagheranno un prezzo elevato per aver lanciato missili contro lo Stato di Israele. Continueremo ad agire in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo per difendere lo Stato di Israele", ha aggiunto. Katz ha confermato che le Forze di difesa del Paese stanno colpendo "obiettivi terroristici del regime terroristico Houthi presso il porto di Hodeida e stanno reprimendo con forza qualsiasi tentativo di ripristinare l'infrastruttura terroristica attaccata in precedenza".
L'esercito israeliano "ha colpito e smantellato infrastrutture militari appartenenti al regime terroristico Houthi nel porto di Hudaydah", in Yemen: lo ha reso noto l'Idf su Telegram. "Tra le infrastrutture militari colpite vi erano veicoli ingegneristici utilizzati per ristabilire l'infrastruttura del porto, contenitori di carburante, navi militari utilizzate per attività militari e di attacco contro lo Stato di Israele e navi nella zona marittima adiacente al porto, e ulteriori infrastrutture del terrore utilizzate dal regime terroristico Houthi", si legge in un comunicato stampa.
Secondo quanto appreso dal Times of Israel, l'aeronautica militare israeliana sta conducendo attacchi nella zona di Hodeida, nello Yemen occidentale. I raid sono una risposta ai recenti attacchi missilistici e di droni dei ribelli Houthi contro Israele. Dall'ultimo attacco dell'Idf in Yemen, avvenuto il 7 luglio, gli Houthi hanno lanciato verso Israele sei missili balistici e diversi droni.
Le forze israeliane hanno lanciato un'offensiva via terra e via aria nella città di Deir al-Balah, nel centro della Striscia di Gaza, provocando nuove ondate di sfollamenti tra i civili. I giornalisti locali hanno riferito alla Bbc che i carri armati e i veicoli militari israeliani sono entrati in città dal posto di blocco di Kisufim sotto la copertura aerea e di artiglieria pesante. Decine di granate avrebbero colpito i quartieri di Abu al-'Ajin e Hikr al-Jami, mentre le forze di terra avanzavano. Secondo quanto riporta l'emittente britannica, l'operazione è iniziata questa mattina, poche ore dopo che l'esercito israeliano aveva diramato avvisi di evacuazione ai residenti di sei isolati residenziali nella parte sud-occidentale della città. Deir al-Balah è attualmente piena di migliaia di sfollati provenienti da Rafah e Khan Younis. I filmati condivisi sui social mostrano lampi di esplosioni e il rumore di spari continui mentre le truppe israeliane avanzano.
Dall'alba, almeno 17 persone sono state uccise negli attacchi israeliani nella Striscia di Gaza. Lo hanno riferito fonti mediche ad Al Jazeera. Tra le vittime, tre persone sono state uccise dai bombardamenti israeliani a Deir el-Balah e nel campo di Bureij, nella zona centrale di Gaza.
I bombardamenti israeliani contro la Chiesa della sacra famiglia sono stati un "errore". Lo ha detto all'emittente televisiva "BfmTV" l'ambasciatore di Israele in Francia, Joshua Zarka. "In due anni di guerra ci sono stati degli errori. E' una cosa terribile ma e' una guerra", ha detto il diplomatico, sottolineando che lo scopo dell'operazione non era quello di colpire la chiesa. Zarka ha poi ricordato che Netanyahu ha chiamato Papa Leone XIV per scusarsi personalmente.
Il Tribunale distrettuale di Gerusalemme ha annullato la prevista testimonianza di Benjamin Netanyahu nel suo processo penale di lunedì e martedì, poiché attualmente soffre di un'intossicazione alimentare, il che significa che il premier israeliano non testimonierà di nuovo fino a settembre, visto che i tribunali si avviano verso la pausa estiva. Lo scrive Times of Israel.
L'ordine di Israele di evacuare Deir el-Balah a Gaza ha inferto "un altro colpo devastante" agli sforzi umanitari nel territorio devastato dalla guerra. Lo ha detto l'ufficio dell'Onu per il Coordinamento degli Affari Umanitari, secondo il quale l'ordine ha inflitto "un altro colpo devastante alle già fragili linee vitali che mantengono in vita le persone nella Striscia di Gaza".
Un portavoce del ministero degli Esteri iraniano ha annunciato che venerdì 25 luglio a Istanbul si terranno i negoziati sul nucleare fra Teheran e la troika europea formata da Germania, Francia e Regno Unito, il cosiddetto E3. Lo riportano l'agenzia russa Tass e quella turca Anadolu. "L'incontro tra Iran, Gran Bretagna, Francia e Germania avrà luogo a livello di viceministri degli Esteri", ha dichiarato Esmaeil Baghaei, citato dai media statali iraniani.