Israele, in migliaia in piazza a Tel Aviv per chiedere un accordo sul rilascio degli ostaggi e la tregua a Gaza
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Le autorità religiose di cattolici e ortodossi: "Non lasceremo la Striscia, sarebbe una condanna a morte"
di Redazione onlineIl conflitto in Medioriente è giunto al giorno 690. L'esercito israeliano spiega che l'ospedale Nasser è stato attaccato per colpire una telecamera ritenendo che "fosse stata piazzata lì da Hamas per monitorare i movimenti dei combattenti". Le autorità religiose di cattolici e ortodossi a Gaza dicono che non lasceranno la Striscia, con il cardinale Pizzaballa e il patriarca Teofilo che in una nota congiunta scrivono: "Il clero e le suore rimarranno e continueranno a prendersi cura di tutti coloro che saranno nei complessi. Andarsene sarebbe una condanna a morte". Non si fermano intanto i raid israeliani sulla Striscia di Gaza, con molte vittime, tra cui bambini. In serata migliaia di manifestanti hanno marciato a Tel Aviv per chiedere il rilascio degli ostaggi e un accordo per il cessate il fuoco nella Striscia.
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Decine di migliaia di manifestanti hanno sfilato per le strade di Tel Aviv convergendo su piazza degli ostaggi per chiedere al governo un accordo immediato per il rilascio degli ostaggi in mano ad Hamas e la fine della guerra nella Striscia di Gaza. Lo riporta Haarets. La marcia chiude una giornata di mobilitazione in tutto il paese, indetta dal Forum delle famiglie degli ostaggi. Yael Adar, madre di Tamir Adar, il cui corpo è ancora nelle mani di Hamas, ha dichiarato: "Stiamo gridando al Primo Ministro: ascolti la nazione! La nazione chiede un accordo globale!" Un altro familiare degli ostaggi ha dichiarato che il premier Benjamin Netanyahu non sta dalla parte degli israeliani, ma gli israeliani stanno dalla parte degli ostaggi: "Noi, le famiglie degli ostaggi, vogliamo un accordo per il rilascio di tutti gli ostaggi! Vogliamo la fine della guerra e un accordo per il rilascio degli ostaggi!".
"Speriamo di risolvere i conflitti in Ucraina e Gaza entro la fine dell'anno". Lo ha detto l'inviato speciale di Donald Trump, Steve Witkoff, parlando di incontri su questi dossier in settimana.
Il gabinetto di sicurezza del governo israeliano si è concluso "senza alcuna discussione sull'ultima proposta di tregua di Hamas" e senza un voto formale su eventuali provvedimenti. L'esecutivo Netanyahu è dunque fermo sull'intenzione di proseguire l'offensiva nella Striscia, conquistando Gaza City. I ministri si sono recati a una cena di gala, dove i manifestanti li hanno criticati al grido di: "Festeggiate mentre gli ostaggi muoiono di fame".
Per il presidente francese, Emmanuel Macron, le "accuse di inazione" lanciate da Benjamin Netanyahu contro la Francia nel campo della lotta all'antisemitismo costituiscono "un'offesa". Il capo dell'Eliseo invita il primo ministro israeliano a fermare la sua "fuga in avanti mortale" a Gaza. "Queste accuse di inazione di fronte a un flagello che combattiamo con tutte le nostre forze sono inaccettabili e offendono tutta la Francia".
L'esercito israeliano afferma di aver identificato sei terroristi di Hamas, incluso uno che partecipò alle stragi del 7 ottobre 2023, tra le 21 vittime del raid sull'ospedale Nasser di Khan Younis.
Il portavoce dell'esercito israeliano haaffermato che la brigata Golani ha colpito la telecamera sull'ospedale Nasser a Khan Younis, ritenendo che "fosse stata piazzata lì da Hamas per monitorare i movimenti dei combattenti". Il capo di Stato maggiore israeliano ha chiesto ulteriori indagini per capire se l'attacco sia stato concordato con il comando centrale, lasciando intendere che le truppe israeliane potrebbero aver agito senza le necessarie autorizzazioni.
Si contano 33 feriti a Ramallah, in Cisgiordania, per i raid israeliani. Lo riferisce il ministero della Salute palestinese, citato dai media panarabi, precisando che un 13enne colpito da armi da fuoco è in gravi condizioni.
E' stata diffusa una lettera sottoscritta da 206 ex ambasciatori e alti funzionari Ue, in cui si chiede "l'immediata attuazione di misure contro le azioni illegali di Israele a Gaza e in Cisgiordania". Nel documento si esprime "profonda delusione per il fatto che, in risposta al peggioramento della situazione a Gaza, l'Ue non abbia adottato misure importanti per fare pressione su Israele perché metta fine alla sua brutale guerra, riprenda l'assistenza umanitaria vitale da parte dei principali fornitori e smantelli l'occupazione illegale di Gaza e della Cisgiordania". Secondo i firmatari, se l'Ue non agirà, spetterà ai singoli Stati adottare misure, individualmente o "in gruppi di Paesi con idee simili", indicando nove azioni possibili: sospensione o revoca delle licenze di esportazione di armi a Israele; sospensione dei finanziamenti "ai progetti che vedono coinvolte entità israeliane o il ritiro dagli accordi di ricerca congiunta con istituzioni ed enti di ricerca israeliani, per quanto riguarda Horizon Europe"; la fine delle collaborazioni con "entità israeliane sospettate di essere coinvolte in crimini atroci"; sanzioni; divieto di scambi di beni e servizi con gli insediamenti illegali; divieto per i data center europei di ricevere, archiviare o elaborare dati provenienti dal governo israeliano o da fonti commerciali se relativi alla presenza e alle attività di Israele a Gaza e altrove nei territori occupati".
"Stiamo vivendo giorni molto critici. Non è molto chiaro cosa succederà, ma tutti stanno ricevendo l'ordine di evacuare i luoghi che si trovano nella città di Gaza. In particolare, la proprietà della chiesa si trova proprio nel mezzo di un'area di evacuazione, dato che ormai è da molto tempo che ci sono combattimenti e bombardamenti intorno alla chiesa. E ci sono così tanti frammenti di bombe e altri oggetti che finiscono nella chiesa a causa dei bombardamenti, e muoversi fuori dalla chiesa è molto, molto, molto difficile e molto pericoloso. La gente ha bisogno di spostarsi per procurarsi cibo, acqua o cose del genere, capite. Tutti si aspettano che l'operazione imminente sarà molto violenta e molto pericolosa e che potrebbe mettere a rischio la loro vita". E' la drammatica testimonianza, che arriva da Gaza, di George Anton, capo del comitato di emergenza della chiesa della Sacra Famiglia e responsabile operativo per conto del Patriarcato Latino di Gerusalemme, stretto collaboratore del parroco padre Gabriel Romanelli. Sentito dal blog Tra Cielo e Terra, Anton, sugli ordini di evacuazione, spiega: "In realtà, è una cosa comune. È per tutta la Striscia di Gaza, non particolarmente per i cristiani. E' un avvertimento per tutta la popolazione. Per ora noi resteremo nella chiesa, non ce ne andremo, non abbiamo un altro posto dove andare". Poi un pressante appello: "Fermate la guerra! Tutti chiedono di fermare la guerra. Questo è ciò a cui dobbiamo pensare. Non dobbiamo pensare all'evacuazione o a dove andare o a cosa mangiare. Abbiamo bisogno che la comunità internazionale ci aiuti a fermare questa guerra, perché è una follia! Non può continuare così".
Il ministero della Sanità di Gaza, gestito da Hamas, ha affermato che nelle ultime 24 ore 75 palestinesi sono stati uccisi in attacchi delle forze di difesa israeliane e tra questi 17 sono morti mentre erano in attesa di ricevere aiuti. Il ministero ha inoltre riferito che tre persone sono morte di malnutrizione nelle ultime 24 ore, portando il numero complessivo di decessi legati alla fame dall'inizio della guerra a 303, tra cui 117 bambini.
"Il clero e le suore hanno deciso di rimanere e continuare a prendersi cura di tutti coloro che saranno nei complessi". Con queste parole il patriarca di Gerusalemme dei Latini, il cardinale Pierbattista Pizzaballa, e quello dei greco ortodossi, Teofilo III, annunciano in una nota congiunta che non lasceranno Gaza dopo la decisione di Israele di occupare la Striscia. "Lasciare Gaza e cercare di fuggire verso sud sarebbe una condanna a morte", aggiungono i due ribadendo che "non può esserci futuro basato sulla prigionia, sullo sfollamento dei palestinesi o sulla vendetta. Non c'è motivo di giustificare lo sfollamento di massa deliberato e forzato di civili".
Il ministero della Salute di Gaza, controllato da Hamas, ha affermato che altre tre persone sono morte di malnutrizione nell'enclave nelle ultime 24 ore. Sale a 303 il numero totale di morti per fame nella Striscia, inclusi 117 bambini, secondo il ministero citato da Al Jazeera.
Almeno 24 palestinesi sono stati uccisi negli attacchi dell'esercito israeliano (Idf) in tutta Gaza dall'alba, riporta Al Jazeera. Almeno quattro case sono state colpite a Gaza City, in particolare nei quartieri di Zeitoun e Sabra. Nella zona centrale sono stati uccisi due palestinesi, tra cui un bambino di due anni.
"Israele dovrebbe cessare immediatamente le operazioni militari a Gaza, realizzare al più presto un cessate il fuoco completo e duraturo, ripristinare pienamente l'accesso agli aiuti umanitari, prevenire una crisi umanitaria ancora più grave e allentare le tensioni il prima possibile". Lo ha dichiarato un portavoce del ministero degli Esteri cinese, Guo Jiakun, secondo quanto riporta il Global Times. "Siamo sconvolti e condanniamo ancora una volta la tragica morte di operatori sanitari e giornalisti nel conflitto. Piangiamo i defunti ed esprimiamo le nostre condoglianze alle famiglie in lutto", ha detto inoltre rispondendo a una domanda sull'attacco israeliano sull'ospedale Nasser di Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza, che ha provocato almeno 20 morti fra cui 5 giornalisti.
Il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa'ar, nella sua prima visita ufficiale negli Stati Uniti da quando ha assunto l'incarico, accusa i governi occidentali "di sinistra" di cercare di "imporre" uno stato palestinese a Israele: un passo che, avverte, equivarrebbe a un "suicidio" per il Paese. "I governi di sinistra di vari Paesi, tra cui Francia, Gran Bretagna, Canada e Australia, stanno cercando di imporre uno stato palestinese a Israele", ha affermato Sa'ar durante un briefing alla Conferenza dei presidenti delle principali organizzazioni ebraiche americane a New York, secondo quanto riportato da Times of Israel. "Israele non può permetterlo. Per noi sarebbe un atto suicida", afferma, accusando le capitali occidentali di "cercare di creare slancio" attraverso i loro piani recentemente annunciati per riconoscere unilateralmente uno stato palestinese a settembre.
Almeno una persona è stata uccisa e diverse altre sono rimaste ferite questa mattina in un attacco dell'esercito israeliano (Idf) contro palestinesi che aspettavano gli aiuti umanitari vicino al corridoio di Netzarim, nella zona centrale di Gaza: lo ha reso noto una fonte medica locale citata da Al Jazeera. L'attacco porta ad almeno 21 i civili uccisi nella Striscia dall'Idf dall'alba di oggi.
Manifestazioni per la liberazione degli ostaggi e per la fine della guerra a Gaza sono in corso oggi in diversi snodi stradali in Israele. Lo riferisce "Haaretz". Decine di manifestanti hanno bloccato lo svincolo di Yakum, nel centro del Paese, dando fuoco a pneumatici. Un'altra protesta si svolge davanti all'abitazione del ministro degli Esteri Gideon Sa'ar e alle case di diversi altri ministri.
Almeno 20 palestinesi sono stati uccisi negli attacchi dell'Esercito israeliano (Idf) a Gaza dall'alba di oggi: lo riporta Al Jazeera, che cita fonti mediche. Il bilancio include sette persone uccise in un'abitazione di Gaza City e sei persone, tra cui alcuni bambini, che si trovavano in una tenda vicino a Khan Younis, nel sud della Striscia.
Il ministro degli Esteri egiziano Badr Abdelatty ha dichiarato, durante una riunione straordinaria del Consiglio dei ministri degli Esteri dell'Organizzazione della cooperazione islamica, che il Cairo non permetterà che le "illusioni" riguardanti il "Grande Israele" si realizzino. "Il ministro Abdelatty ha ribadito il rifiuto assoluto da parte dell'Egitto delle recenti dichiarazioni israeliane sulle illusioni di quella che viene chiamata 'Grande Israele', che non riflettono altro che l'arroganza del potere. Ha sottolineato che l'Egitto non accetterà né consentirà l'attuazione di simili idee", ha dichiarato il ministero in un comunicato diffuso lunedì.
Un attacco israeliano ha ucciso una famiglia palestinese. Lo riporta Al Jazeera, precisando che le vittime sono cinque: padre, madre e tre bambini. Il raid è avvenuto a Mawasi al-Qarara, a nord di Khan Younis. In un altro attacco a Jabalia, nel nord di Gaza, una persona è stata uccisa e diverse altre sono rimaste ferite.
Per Donald Trump entro due o tre settimane la guerra a Gaza potrebbe finire. "Penso che entro le prossime due o tre settimane si arriverà a una conclusione positiva e definitiva", ha detto il presidente americano alla Casa Bianca. Non è la prima volta che Trump parla di questo lasso di tempo. "Bisogna farla finita perché tra la fame e tutti gli altri problemi le persone continuano a essere uccise", ha detto ancora il tycoon.