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Nuovi raid israeliani a Gaza, almeno 24 morti: anche donne e bambini. Netanyahu: "Buone probabilità di una tregua"
di Redazione online© Afp
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Il conflitto in Medioriente è giunto al giorno 644. L'Onu ha fatto entrare carburante a Gaza per la prima volta in 130 giorni. Lo afferma un portavoce. Intanto nuovi raid israeliani sulla Striscia hanno provocato almeno 24 morti, tra cui donne e bambini. Le sirene dell'antiaerea sono risuonate a Tel Aviv e nella zona di Gerusalemme, per la prima volta dalla fine della guerra dei 12 giorni, per il lancio di missili dallo Yemen. Israele ha presentato ai mediatori di Doha, in Qatar, una nuova serie di mappe che raffigurano il ritiro parziale delle truppe delle Forze di difesa israeliane (Idf) durante la tregua di 60 giorni. Per il premier Netanyahu ci sono "buone probabilità" che il cessate il fuoco e gli obiettivi di guerra a Gaza vengano raggiunti, ma ha chiarito che Israele non firmerà alcun patto "a ogni costo".
Un uomo di 23 anni è stato picchiato a morte da coloni durante un attacco contro i palestinesi a nord di Ramallah. Lo ha affermato il ministero della Salute dell'Anp, come riporta l'agenzia Wafa, ripresa dai media israeliani. Un gruppo di palestinesi stava cercando di raggiungere il villaggio di Khirbet al-Tal per protestare contro la creazione di un nuovo avamposto israeliano illegale costruito sul terreno del villaggio, nell'Area B della Cisgiordania, ma decine di coloni hanno iniziato ad attaccarli. La vittima è stata identificata come Saif al-Din Musalat e si dice che avesse anche la cittadinanza americana. Dieci i feriti.
Sono circa 800 le persone uccise nella Striscia di Gaza dal 27 maggio nel tentativo di ottenere aiuti umanitari. Lo rileva l'Onu.
Israele ha rilasciato due prigionieri palestinesi dal carcere della città di Nablus, in Cisgiordania. Lo riferisce la piattaforma informativa palestinese "Quds" su X, precisando che sono stati liberati Anas Shatara "dopo due anni di detenzione amministrativa" e Bahaa Kulab "dopo sette anni di detenzione".
Dieci palestinesi sono stati uccisi e molti altri feriti nella tarda serata di giovedì dopo che le forze israeliane hanno bombardato una scuola che ospitava civili sfollati nell'area di Jabalia al-Nazla, nel nord di Gaza, secondo quanto riferito da fonti locali. Secondo Wafa l'attacco aereo ha colpito la scuola Halima Al-Saadiya, che fungeva da rifugio per le famiglie sfollate. Mentre fonti mediche hanno riferito che due civili sono stati uccisi in un attacco aereo israeliano nell'area di Al-Satar, a nord-ovest di Khan Younis. In un incidente correlato, la Mezzaluna Rossa Palestinese ha confermato che uno dei suoi soccorritori è rimasto ferito mentre era in missione umanitaria nell'area di Tal al-Sultan, a Khan Younis. Contemporaneamente, le forze navali israeliane hanno sparato granate in mare al largo della costa di Gaza City.
Due droni sono stati abbattuti vicino alle basi dei peshmerga curdi iracheni durante la notte.
Benjamin Netanyahu è ripartito dagli Stati Uniti alla volta di Israele, dopo una visita di quattro giorni a Washington. Il premier israeliano si è detto ottimista su un accordo sulla tregua a Gaza: "Spero che potremo concluderlo in pochi giorni. Probabilmente avremo un cessate il fuoco di 60 giorni. Faremo uscire il primo gruppo di ostaggi e poi useremo i 60 giorni per cercare di negoziare la fine di tutto questo".
L'esercito israeliano ha annunciato la morte di un suo soldato durante i combattimenti nella Striscia di Gaza meridionale. Si tratta del capitano Reei Biran, 21 anni, comandante di squadra dell'Unità di Ricognizione della Brigata Golani.
"Siamo determinati a riportare a casa tutti gli ostaggi. All'inizio di questo cessate il fuoco entreremo immediatamente in negoziati per porre fine alla guerra in modo permanente. Ma per arrivare a questo obiettivo, ci devono essere condizioni minime: disarmo di Hamas, smilitarizzazione di Gaza e nessuna capacità militare o di governo per Hamas. Se sarà possibile raggiungerle con la diplomazia, tanto meglio. Ma se ciò non accadrà entro 60 giorni di tregua, lo raggiungeremo con altri mezzi, con l'uso della forza, la potenza del nostro eroico esercito". Lo dice il primo ministro Benyamin Netanyahu in un video diffuso dal suo ufficio.