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Vertice Iran-Usa a Roma, Washington: "Buoni progressi" | Attesi nuovi colloqui in Oman | Netanyahu: "Teheran non avrà mai armi nucleari, è una promessa"

Houthi: "Almeno 80 morti nei raid Usa nello Yemen". Il Pentagono: "Dimezzeremo i soldati schierati in Siria"

di Redazione online
20 Apr 2025 - 17:33

La guerra in Medioriente tra Israele e Hamas e che coinvolge Libano, Siria, Iran e Yemen, è giunta al giorno 562. Una settimana dopo l'avvio dei negoziati sulla capacità nucleare di Teheran, si è tenuto a Roma il secondo round di colloqui tra Iran e Stati Uniti, con la mediazione dell'Oman. Al termine, Teheran ha parlato di "colloqui costruttivi", mentre per un alto funzionario americano sono stati compiuti "buoni progressi". Il ministro degli Esteri omanita ha parlato di "slancio: ora anche l'improbabile è possibile". Un alto funzionario am In serata è arrivata la presa di posizione di Netanyahu: "Mi impegno a impedire all'Iran di ottenere armi nucleari, è una promessa". A Gaza almeno 70 persone sono state uccise in 24 ore nei raid israeliani. Il bilancio degli attacchi aerei statunitensi contro un porto petrolifero controllato dai ribelli Houthi nello Yemen è salito ad almeno 80 morti, secondo quanto ha riferito lo stesso gruppo. Il Pentagono, intanto, ha comunicato che gli Stati Uniti ridurranno il numero di soldati schierati in Siria da circa 2mila a meno di mille nei prossimi mesi.

L'ospedale di Gaza City bombardato da Israele: distrutto il pronto soccorso

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Un'indagine interna dell'esercito israeliano ha ammesso oggi una "cattiva condotta professionale", "disobbedienza" e "incomprensioni" nella sparatoria in cui sono morti 15 medici palestinesi nella Striscia di Gaza a marzo. L'esercito ha annunciato l'imminente licenziamento di un ufficiale e si è "rammaricato" per le vittime collaterali. "E' stato un errore, ma non pensiamo che sia un errore che capita tutti i giorni", ha affermato il generale (di riserva) Yoav Har-Even, responsabile delle indagini, durante una conferenza stampa. Il 23 marzo, pochi giorni dopo la ripresa dell'offensiva nella Striscia di Gaza, le truppe israeliane avevano aperto il fuoco sulle squadre della Difesa civile e della Mezzaluna Rossa a Rafah, nel sud del territorio palestinese. La sparatoria, in cui hanno perso la vita 15 persone, ha scatenato l'indignazione internazionale; l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Türk, l'ha definita un possibile "crimine di guerra". Israele aveva affermato che a bordo delle ambulanze si trovavano sei membri di Hamas "L'indagine ha portato alla luce diversi casi di cattiva condotta professionale, disobbedienza agli ordini e mancata piena responsabilità dell'incidente", ha dichiarato oggi l'esercito israeliano. L'ufficiale che quel giorno comandava l'unità sul campo verrà sollevato dall'incarico, ha affermato. Le vittime erano otto membri della Mezzaluna Rossa, sei membri della Protezione civile di Gaza e un membro dell'Unrwa.


L'ala militare di Hamas, le Brigate Izz ad-Din al-Qassam, ha reclutato 30mila giovani da Gaza. Lo riporta il canale saudita Al Arabiya, secondo cui la maggior parte delle reclute è stata addestrata in campi militari segreti gestiti dall'ala, ma non avrebbe competenze militari che vadano oltre la guerriglia, il lancio di razzi e il piazzamento di esplosivi. 


L'Idf ha destituito il vicecomandante dell'unità di ricognizione della Brigata Golani per la sua responsabilità nei fatti del 23 marzo, quando le sue forze hanno aperto il fuoco su un convoglio di ambulanze e veicoli di emergenza a Rafah, nella parte meridionale di Gaza, uccidendo 15 soccorritori. Il comandante è stato inoltre rimosso dal suo incarico per il suo rapporto "parziale e inesatto" sull'incidente durante l'indagine iniziale, afferma l'esercito. L'indagine avrebbe rilevato che non vi sono state violazioni del codice etico dell'Idf, ma che sono stati riscontrati diversi "errori professionali".


La Protezione civile di Gaza gestita da Hamas ha riferito che 25 persone, tra cui donne e bambini, sono state uccise dall'alba di oggi durante gli attacchi aerei israeliani nella Striscia di Gaza. 


Tre persone sono state uccise e due sono rimaste ferite negli attacchi aerei statunitensi che hanno colpito la provincia di Sanaa, nello Yemen centrale. Lo ha comunicato, come riporta l'agenzia Anadolu, il gruppo Houthi: "Gli americani hanno lanciato un attacco contro il quartiere di Al-Nahda, nel distretto di Al-Thawra, nel centro di Sanaa, provocando il martirio di due persone", si legge su un sito di notizie affiliato agli Houthi. La tv Al-Masirah, gestita dagli Houthi, ha poi riferito che "una persona è stata uccisa e un'altra è rimasta ferita a causa dell'aggressione americana al distretto di Bani Matar" nella provincia di Sana'a.


"Non porremo fine alla 'guerra della rinascita' prima di aver distrutto Hamas a Gaza, restituito tutti i nostri ostaggi e assicurato che Gaza non rappresenti più una minaccia per Israele". Lo ha detto in un videomessaggio il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, respingendo le richieste di accordo per fare cessare il conflitto per far ritornare gli ostaggi. Netanyahu, nel messaggio pre-registrato, ha spiegato che Hamas vuole delle garanzie internazionali vincolanti sulla fine della guerra una volta rilasciati gli ostaggi, oltre al ritiro completo dei militari israeliani da Gaza. 


"Mi impegno a impedire all'Iran di ottenere armi nucleari: non faremo marcia indietro di un millimetro da questa promessa. Senza di noi, l'Iran avrebbe avuto armi nucleari dieci anni fa". Lo ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu in un discorso registrato questa sera. 

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