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Gas russo, il decreto del Cremlino sull'export: l'Europa potrà pagare in euro aprendo un conto in una banca russa

Il presidente russo aveva alzato i toni affermando che le forniture si sarebbero interrotte senza il pagamento in valuta russa. Intanto si allunga la blacklist dei Paesi ostili alla Russia. Draghi sente Scholz: "Avanti con le sanzioni"

Secondo il decreto del Cremlino sull'export del gas russo, firmato oggi da Putin, Gazprombank aprirà conti speciali in valuta russa per gli acquirenti dei Paesi ostili.

In questo modo l'Europa potrà pagare in euro mentre la Russia riceverà in valuta locale. In precedenza il presidente Vladimir Putin aveva alzato i toni, affermando che "nessuno ci vende niente gratis, e noi nemmeno faremo opere di carità. Significa che i contratti esistenti, in caso di mancato pagamento del gas in rubli, saranno interrotti". Putin aveva poi accusato "gli Usa" che "cercano di spingere Bruxelles ad acquistare il gas americano più caro" rispetto a quello di Mosca.

 

Il decreto presidenziale - Il decreto del Cremlino relativo al gas, firmato da Vladimir Putin, permette ai "Paesi ostili" di continuare a pagare il gas naturale in valuta straniera tramite una banca russa che convertirà il denaro in rubli. Secondo quanto riporta l'agenzia di stampa Ria Novosti, per acquistare il gas i compratori dovranno aprire due conti, uno in valuta straniera e uno in rubli, presso una banca russa designata che effettuerà quindi la conversione.

 

 

Scholz: "La fornitura si paga in euro" - Dopo le parole di Putin, il cancelliere tedesco Olaf Scholz era tornato a ribadire che il gas si paga in euro. "Ho chiarito nella telefonata con Putin che rimarrà così", aveva detto Scholz. "Le imprese potranno pagare, vorranno pagare e pagheranno in euro", aveva aggiunto.

 

Draghi sente Scholz: "Avanti uniti con le sanzioni" - Il cancelliere tedesco ha poi conversato al telefono con Mario Draghi sul tema delle sanzioni alla Federazione Russa e sui recenti sviluppi in merito alle importazioni di gas dalla Russia. I due leader hanno concordato sull'importanza di mantenere in vigore l'impianto sanzionatorio verso la Russia, che si sta dimostrando molto efficace. Draghi e Scholz si sono detti d'accordo sull'importanza di mantenere un approccio unitario a livello europeo.

 

 

Francia e Germania "si preparano" al taglio delle forniture russe - Francia e Germania comunque "si preparano" nel caso in cui la Russia dovesse bloccare le forniture di gas. Lo ha reso noto il ministro dell'Economia francese Bruno Le Maire in conferenza stampa con il ministro dell'Economia tedesco, Robert Habeck. "Potrebbe esserci una situazione in cui venerdì, in circostanze particolari, non ci sarà più il gas russo. Sta a noi preparare questi scenari e ci stiamo preparando", ha precisato. I governi dei due Paesi, hanno spiegato ancora, "si coordineranno in modo stretto e quotidiano per reagire all'aumento dei prezzi e allo shock energetico. Siamo determinati a proteggere le imprese e i bilanci privati".

 

Palazzo Chigi: "L'Italia applicherà linee concordate in Ue" - L'Italia sui pagamenti del gas russo applicherà le linee concordate a livello europeo, ma al momento non c'è ancora un'interpretazione finale del provvedimento annunciato da Putin. Lo ha reso noto Palazzo Chigi, spiegando che la Commissione europea sta studiando i vari aspetti interpretativi delle misure del Cremlino e che al momento i pagamenti si possono continuare a effettuare in euro e in rubli. 

 

 

Si allunga la blacklist dei Paesi ostili alla Russia - Il governo russo ha aggiornato la blacklist dei Paesi ostili: si tratta di tutti gli Stati dell'UE, oltre all'Australia, Albania, Andorra, Regno Unito (tra cui Jersey, Anguilla, Isole Vergini britanniche e Gibilterra), Islanda, Canada, Liechtenstein, Micronesia, Monaco, Nuova Zelanda, Norvegia, Repubblica di Corea, San Marino, Macedonia del Nord, Singapore, USA, Taiwan (Cina), Ucraina, Montenegro, Svizzera e Giappone.

 

Gentiloni - "Non ci faremo ricattare da Mosca sul gas" - Il decreto di Putin sul pagamento del gas russo in rubli è "un sistema per aggirare le sanzioni e ricattare l'Europa, ma nulla nei contratti glielo consente". È quanto afferma il commissario Ue per gli Affari economici, Paolo Gentiloni, aggiungendo: "È stato emesso poche ore fa, stiamo ancora guardando i dettagli, ma ci sono due cose da dire. Primo: i contratti devono essere rispettati e nei contratti esistenti non c'è obbligo di pagare in rubli. Secondo: non ci faremo ricattare da Mosca".

 

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