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Dazi, Ue e Usa stringono sul 10% | Musk torna a criticare la Casa Bianca sulla legge di bilancio

Il presidente Usa attacca il patron di Tesla: "Senza sussidi per le auto elettriche dovrebbe tornare in Sudafrica" 

01 Lug 2025 - 07:59

Elon Musk torna a criticare il "big beautiful bill" di Donald Trump. "È evidente, con la spesa folle di questo disegno di legge che aumenta il tetto del debito di un record di cinquemila miliardi di dollari, che viviamo in un Paese con un unico partito, il partito del maiale. È ora di un nuovo partito politico che si preoccupi davvero delle persone", ha scritto Musk su X attaccando il budget del presidente che contiene tutte le sue promesse elettorali. In risposta il presidente americano ha suggerito al miliardario patron di Tesla, fino a poco tempo fa il suo più stretto alleato e ora feroce critico delle sue iniziative fiscali, di "chiudere bottega e tornare in Sudafrica" nel caso in cui dovesse restare "senza sussidi" per le auto elettriche. Intanto, sul versante trattative riguardo i dazi, Ue e Usa fanno emergere la volontà di chiudere. Il commissario Ue al Commercio, Maros Sefcovic, martedì sarà a Washington per un nuovo, cruciale, round di colloqui. Il 10%, in questo momento, è ritenuto un compromesso accettabile, se sorretto da adeguate compensazioni. Secondo Bloomberg, Bruxelles chiederà esenzioni su settori chiave quali la farmaceutica, l'alcol, i semiconduttori e gli aerei commerciali.


Il presidente americano Donald Trump ha suggerito al miliardario sudafricano Elon Musk, fino a poco tempo fa il suo più stretto alleato e ora feroce critico delle sue iniziative fiscali, di "chiudere bottega e tornare in Sudafrica" nel caso in cui dovesse restare "senza sussidi" per le auto elettriche. "Elon Musk sapeva, molto prima di sostenere con tanto vigore la mia candidatura alla presidenza, che mi opponevo fermamente all'obbligo di veicoli elettrici. È ridicolo, ed è sempre stato un tema centrale della mia campagna. Le auto elettriche sono fantastiche, ma non tutti dovrebbero essere costretti a possederne una", ha scritto Trump sul social Truth.


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Elon Musk torna a criticare il 'big beautiful bill' di Donald Trump. "È evidente, con la spesa folle di questo disegno di legge che aumenta il tetto del debito di un record di cinquemila miliardi di dollari, che viviamo in un paese con un unico partito, il partito del maiale. È ora di un nuovo partito politico che si preoccupi davvero delle persone", ha scritto Musk su X attaccando il budget del presidente che contiene tutte le sue promesse elettorali. "Ogni membro del Congresso che ha fatto campagna per ridurre la spesa e poi ha immediatamente votato per il più grande aumento del debito della storia dovrebbe vergognarsi. E perderanno le primarie nei prossimi anni, anche se fosse l'ultima cosa che faranno su questa Terra".


L'Ue è disposta ad accettare un accordo commerciale con gli Stati Uniti che includa una tariffa universale del 10% su molte delle sue esportazioni, ma vuole che gli Stati Uniti si impegnino a ridurre le aliquote su settori chiave quali la farmaceutica, l'alcol, i semiconduttori e gli aerei commerciali. Lo riporta l'agenzia Bloomberg citando alcune fonti, secondo le quali l'Ue sta inoltre spingendo gli Stati Uniti a introdurre quote ed esenzioni per ridurre le tariffe del 25% di Washington su automobili e componenti automobilistiche, nonché la tariffa del 50% su acciaio e alluminio.


Donald Trump ha scritto al presidente della Fed Jerome Powell esortandolo a tagliare i tassi di interesse. Alla missiva il presidente ha allegato una tabella con i tassi delle maggiori banche centrali al mondo per rafforzare la sua tesi


L'amministazione Trump ritiene che l'università di Harvard non sia stata in grado di proteggere gli studenti ebrei dalle "molestie antisemite" e ha minacciato di tagliare tutti i finanziamenti federali all'università della Ivy League se non prenderà provvedimenti. Una task force federale ha inviato lunedì una lettera ad Harvard in cui si afferma che l'università ha violato le leggi sui diritti civili che impongono alle università di proteggere gli studenti dalla discriminazione basata sulla razza o sull'origine nazionale. La lettera afferma che gli investigatori hanno scoperto che Harvard è stata talvolta "complice volontaria delle molestie antisemite nei confronti di studenti, docenti e personale ebraici" e che i dirigenti hanno permesso che l'antisemitismo si diffondesse nel campus di Cambridge, nel Massachusetts. "La mancata attuazione immediata di adeguati cambiamenti comporterà la perdita di tutte le risorse finanziarie federali e continuerà a influire sui rapporti di Harvard con il governo federale", hanno affermato i funzionari nella lettera, ottenuta dall'Associated Press e riportata per prima dal Wall Street Journal. Si tratta dell'ultimo inasprimento della battaglia della Casa Bianca con Harvard, che ha perso più di 2,6 miliardi di dollari di finanziamenti federali dopo aver respinto una lista di richieste federali che chiedevano cambiamenti radicali nella governance, nelle assunzioni e nelle ammissioni al campus.


Il dollaro ha registrato il suo primo peggiore semestre dal 1973. Il dollar index - che misura la forza del biglietto verde contro le sei maggior valute - è calato di oltre il 10% finora nel 2025, il peggior inizio dell'anno dalla fine di Bretton Woods. Lo riporta il Financial Times. A pesare sono le politiche commerciali ed economiche di Donald Trump che hanno spinto gli investitori globali a riconsiderare la loro esposizione alla valuta dominante mondiale.


Una commissione tecnica dell'Ue "è in viaggio verso gli Stati Uniti per continuare il lavoro" negoziale sui dazi. Lo ha confermato un portavoce della Commissione europea. "Stiamo avanzando sulle trattative e contiamo di raggiungere un accordo entro il 9 luglio".


Il presidente americano Donald Trump e il primo ministro canadese Mark Carney "hanno concordato che le parti riprenderanno i negoziati al fine di raggiungere un accordo entro il 21 luglio 2025". Lo ha detto il ministro delle Finanze canadese Francois-Philippe Champagne, annunciando la revoca della tassa sui servizi digitali imposta alle aziende statunitensi.

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