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Almasri, la procura generale libica ordina l'arresto per omicidio e violazione dei diritti umani

Su di lui pende anche mandato di arresto della Corte penale internazionale perché sarebbe implicato in violenze, torture e omicidi avvenuti tra il 2015 e il 2024. Il generale è stato anche al centro di uno scontro tra l'Italia e i giudici della Corte

05 Nov 2025 - 14:02
 © Ansa

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La Procura generale della Libia ha ordinato la custodia cautelare in carcere del generale libico Osama al Najem, noto come Almasri, con l'accusa di omicidio e violazioni dei diritti umani nei confronti di dieci detenuti. L'indagine riguarda la morte di un detenuto in un carcere di Tripoli e la violazione dei diritti di dieci prigionieri. La Procura generale ha deferito Almasri, ex responsabile della sicurezza nelle carceri di Tripoli, "al giudizio del tribunale", si legge in una nota su Facebook dell'ufficio.

Il mandato della Corte penale internazionale

 Parallelamente all'indagine interna libica, il nome di Almasri compare anche in un fascicolo della Cpi, la Corte penale internazionale. L'organo giudiziario dell'Aia ha infatti emesso un mandato di arresto nei suoi confronti il 18 gennaio 2025 per presunti crimini di guerra e crimini contro l'umanità commessi nella prigione di Mitiga, a Tripoli. Secondo la Cpi, l'ex ministro sarebbe implicato in violenze, torture e omicidi avvenuti tra il 2015 e il 2024, in un contesto di gravi violazioni dei diritti umani.

Il caso Italia e la cooperazione giudiziaria

  La vicenda ha assunto una dimensione internazionale dopo l'arresto di Almasri a Torino, avvenuto il 19 gennaio 2025 su mandato della Cpi. Due giorni più tardi, il sospetto è stato rilasciato e rimpatriato in Libia a causa di irregolarità procedurali. L'episodio ha provocato la reazione della Corte penale internazionale, che ha formalmente richiamato l'Italia per "inadempienza" nella consegna del sospetto.

Le implicazioni politiche per Tripoli e per l'Europa

  L'arresto di Almasri e l'inchiesta della Procura di Tripoli rischiano di aggravare ulteriormente le divisioni interne alla Libia. Nel Paese, già frammentato tra governi rivali e milizie armate, potrebbero nascere nuove tensioni tra fazioni politiche e forze di sicurezza. 

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