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Lussemburgo: i videogiochi violenti riducono gli ormoni dello stress, lo dice una ricerca

Il nuovo studio sembra mostrare come la violenza nei videogame non influenzi gli utenti in modo negativo

Lussemburgo: i videogiochi violenti riducono gli ormoni dello stress, lo dice una ricerca - foto 1
Ufficio stampa

Ci sono videogiochi dall'alto tasso di competizione e dal livello di difficoltà elevato che, in molti casi, portano gli utenti ad avere attacchi d'ira molto violenti.

Sorprendentemente, però, un recente studio suggerisce che giocare ai videogame violenti potrebbe in realtà diminuire gli ormoni dello stress in alcuni soggetti, offrendo nuovi spunti di riflessione nel dibattito sulla violenza nei videogiochi.

Contrariamente a quanto si pensa, lo studio non ha riscontrato un aumento delle tendenze aggressive in questi soggetti, indicando una relazione più complessa tra i contenuti dei videogiochi e le risposte dei giocatori rispetto a quanto si pensava in precedenza.

 

 

Per anni, l'impatto dei videogiochi violenti sul comportamento è stato un argomento molto controverso. Le ricerche passate hanno spesso evidenziato un potenziale aumento dell'aggressività e dello stress tra i giocatori che trascorrevano del tempo con questi prodotti, convinzione che è andata alimentando continui dibattiti tra genitori, educatori e politici sull'idoneità di questi giochi per un pubblico giovane. Motivati da queste discussioni e dalle incongruenze dei risultati precedenti, alcuni ricercatori hanno intrapreso un nuovo studio per esplorare gli effetti fisiologici e psicologici dei videogiochi violenti in modo più completo.

 

"Sono interessato a questo argomento perché io stesso sono un giocatore", ha dichiarato Gary L. Wagener, ricercatore presso l'Università del Lussemburgo e autore dello studio. "Fin da piccolo ero affascinato dai videogiochi e dai mondi virtuali. Giocavo perché era divertente e per godermi belle storie, perché mi piaceva la competizione ma anche per alleviare un po' di stress della vita quotidiana. Quando ho iniziato gli studi di psicologia mi sono interessato alla ricerca, in particolare agli effetti dei giochi violenti: alcuni ricercatori sostenevano che giocare aumentasse il comportamento aggressivo, mentre altri avevano dimostrato il contrario. Non mi piaceva la rappresentazione mediatica dei videogiochi violenti, perché non rifletteva un dibattito ancora in corso. Così, ho deciso di analizzarne personalmente gli effetti".

 

 

Lo studio ha coinvolto 54 partecipanti di sesso maschile, che sono stati reclutati attraverso vari canali (mailing list, social media e manifesti pubblicitari): ogni partecipante è stato assegnato in modo casuale a giocare per 25 minuti a un passaggio violento o non violento di Uncharted 4: Fine di un ladro, avventura di Naughty Dog in esclusiva PlayStation che, pur non essendo uno degli esempi più violenti di giochi esistenti sul mercato, include svariate sezioni in cui è necessario l'uso di armi da fuoco intensivo per farsi strada attraverso gruppi di nemici.

 

Per misurare gli effetti del gioco i ricercatori hanno valutato i livelli di cortisolo (un ormone dello stress) e testosterone dei partecipanti prima e dopo la sessione di gioco attraverso dei campioni di saliva. Inoltre, per misurare i tratti della personalità, i partecipanti hanno compilato questionari in cui venivano valutati quattro elementi: machiavellismo, psicopatia, narcisismo e sadismo quotidiano. Infine, è stato utilizzato un test di associazione implicita (IAT) per misurare le tendenze aggressive. I risultati sono stati inaspettati: contrariamente agli studi precedenti, i ricercatori non hanno riscontrato cambiamenti significativi nei livelli di testosterone in entrambi i gruppi, rilevando piuttosto come i livelli di cortisolo fossero diminuiti in modo sorprendente nel gruppo che aveva giocato al gioco violento.

 

 

Da ciò il team di esperti ha dedotto dunque che, anziché aumentare lo stress, il gioco violento potrebbe aver avuto un effetto rilassante sui giocatori. Inoltre, il test di associazione implicita ha permesso allo studio di valutare la probabilità che i partecipanti si associassero a pensieri o comportamenti aggressivi. I risultati non hanno tuttavia mostrato differenze significative tra il gruppo che ha giocato al gioco violento e quello che ha giocato al gioco non violento.

 

Questi risultati hanno permesso ai ricercatori di dedurre che l'esposizione a breve termine alla violenza dei videogiochi potrebbe non influenzare le persone con pensieri e tendenze aggressive, come suggerito da alcune ricerche precedenti. "Abbiamo cercato di verificare se i videogiochi violenti aumentassero l'aggressività, come ipotizzato dai precedenti studi sull'argomento", ha dichiarato Wagener a PsyPost. "Abbiamo pensato che le incongruenze sull'argomento potessero essere dovute a una precedente negligenza nel considerare dei fattori come la personalità dei giocatori e gli effetti fisiologici. Alla fine, ciò che ci ha sorpreso è che giocare a un videogioco violento non aveva alcun effetto sull'aggressività, anche tenendo conto degli effetti fisiologici e della personalità, ma forniva addirittura effetti fisiologici benefici".

 

 

Per quanto riguarda il tratto di personalità del machiavellismo, caratterizzato dalla manipolazione e dall'attenzione all'interesse personale, la risposta ai videogiochi violenti ha fatto emergere come questa possa variare in base ai tratti della personalità individuale. Al contrario, altri tratti come il sadismo, la psicopatia e il narcisismo, non hanno mostrato alcun effetto moderatore significativo.

 

Come tutte le ricerche, lo studio presenta alcune limitazioni. "Possiamo generalizzare gli effetti di questo studio solo per il videogioco che abbiamo scelto", ha spiegato Wagener, che suggerisce come in futuro si renderà necessario portare a termine studi più completi, includendo utenti di sesso femminile e campioni più vasti. Tali studi andranno a fornire una comprensione più dettagliata della complessa relazione tra i contenuti dei videogiochi, le risposte fisiologiche e cognitive e i diversi tipi di personalità.

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