LO STUDIO

Videogiochi: le avventure in solitaria restano centrali, il multiplayer domina tra i più giovani

Una nuova analisi condotta in varie nazioni conferma come la maggioranza di chi gioca ai videogiochi preferisca ancora le esperienze "single-player"

19 Nov 2025 - 12:45
 © Ufficio stampa

© Ufficio stampa

Nonostante il boom dei videogiochi online e dei servizi "live" che rendono la maggior parte dei prodotti "eterni", la maggior parte delle persone che usano i videogame preferisce ancora esperienze in solitaria. Lo indica una ricerca di Ampere Analysis, che ha intervistato oltre 34mila persone in 22 nazioni del mondo, confermando come i titoli multiplayer siano popolari soprattutto tra i più giovani.

Secondo lo studio, il 56% dell'utenza dichiara di preferire i videogiochi "single-player" rispetto a quelli multiplayer, una quota in crescita del 4% rispetto a quattro anni fa. Negli Stati Uniti la percentuale sale addirittura al 65%, in Giappone è del 63%, nel Regno Unito del 58%. Sopra la media anche Thailandia (62%) e Germania (60%), mentre lo studio non riporta dati esaustivi per il mercato italiano.

All'estremo opposto ci sono nazioni dove il fascino dei videogiochi in solitaria è meno forte: in Cina solo il 47% degli intervistati indica il single-player come modalità preferita; in Svezia la quota sale al 49%, mentre nei Paesi Bassi si registra un sostanziale equilibrio: metà preferisce i videogiochi single-player, metà quelli multigiocatore.

Le differenze di genere sono minime: il 55% degli uomini e il 58% delle donne preferiscono i videogiochi single-player. A fare la vera differenza è l'età: nella fascia 16-24 anni, solo il 49% sostiene di preferire il gioco in solitaria, complice la diffusione di videogiochi molto "social" come Roblox o Minecraft. Tra i 25 e i 34 anni la quota sale al 56%, fino ad arrivare al 64% tra i 55 e i 64 anni. Per gli analisti di Ampere è il segno di "un chiaro divario tra la Generazione Z e i Millennial nei gusti e nelle prospettive sul mondo dei videogiochi".

Il sondaggio mostra anche come vengono scelti i videogiochi da provare. Il 41% afferma che sarebbe disposto a giocare a un titolo se appartiene a un genere che già apprezza; quasi un quarto (24%) comprerebbe o scaricherebbe un gioco perché lo stanno giocando gli amici. Per chi ama il single-player contano molto anche gli aspetti sensoriali: più di uno su quattro si lascia influenzare da grafica e direzione artistica, e quasi un terzo considera fondamentale la colonna sonora e il design audio.

"Questi dati confermano che i videogiochi single-player sono assolutamente ancora vitali e ricercati in un panorama dominato dai live service", afferma Louise Wooldridge, ricercatrice di Ampere. "Il mercato favorisce i videogiochi multiplayer per la loro capacità di mantenere a lungo il coinvolgimento e di monetizzare nel tempo, ma trovare una formula ben bilanciata per il single-player permette di sfruttare un interesse molto ampio".

Negli ultimi anni molti editori di videogiochi hanno cercato di "modernizzare" le esperienze in solitaria per competere con i prodotti live service: contenuti scaricabili a pagamento, modalità online aggiuntive e nuove forme di monetizzazione sono diventate sempre più frequenti nelle esperienze "tradizionali". I numeri di Ampere, però, suggeriscono che i videogiochi restino ancora per una larga fetta di pubblico un'avventura da vivere in prima persona, senza necessariamente avere una chat vocale aperta con il resto del mondo.