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Usa: senatore del Texas accusa i videogiochi di aver incitato le sparatorie di massa

Durante una conferenza tenutasi a Houston, il politico Ted Cruz ha pesantemente attaccato il mondo videoludico in merito ai terribili attentati che si sono susseguiti negli ultimi mesi

IGN

Nel corso delle ultime settimane, la violenza negli Stati Uniti ha subito un'enorme impennata dando vita a terribili fatti di cronaca.

Lo scorso 14 maggio, una sparatoria di massa a opera di un 18enne ha visto 10 persone rimanere vittima del fuoco. Dieci giorni dopo, le vittime sono state 19 bambini e due insegnanti in una scuola elementare in Texas, sempre per mano di un giovane di 18 anni.

Atti orribili, questi, che hanno riacceso il dibattito sul possesso delle armi proprio nel periodo in cui la Nation Rifle Association (NRA), l'organizzazione che agisce in favore dei detentori di armi da fuoco degli Stati Uniti, stava tenendo la sua consueta convention a Houston (Texas).

 

 

Durante uno dei panel alla convention texana, il senatore Ted Cruz ha pensato bene di accusare i videogiochi di quanto successo nel paese. Nel suo discorso, il politico e avvocato statunitense ha suggerito che le sparatorie di massa siano un effetto del giocare troppo ai videogiochi e del non andare in chiesa.

 

"Tragedie come quelle di questa settimana sono uno specchio che ci costringe a porre domande difficili, chiedendoci di comprendere dove la nostra cultura stia fallendo", ha dichiarato Cruz. "Guardiamo alle famiglie distrutte, ai padri assenti, al calo della frequenza in chiesa, al bullismo sui social media, ai contenuti violenti online, alla desensibilizzazione dell'atto omicida nei videogiochi, all'isolamento cronico, all'abuso di farmaci da prescrizione e di oppioidi e ai loro effetti collettivi sulla psiche dei giovani americani".

 

I presenti hanno applaudito il senatore dopo la sua osservazione sui videogiochi, ma lo stesso riscontro non è arrivato dalla rete, con moltissimi utenti che hanno attaccato Cruz puntualizzando proprio che stesse tenendo tale discorso in una convention in cui si esortano i cittadini ad acquistare armi da fuoco.

 

Il problema del possesso delle armi è al vaglio del Congresso da anni, eppure ogni tentativo di introdurre restrizioni e regolamentazioni tese a limitare la possibilità che eventi simili si ripetano continua a venire ostacolato. Gran parte dell'opinione pubblica ha condannato le parole del politico, asserendo di come gli Stati Uniti non siano certamente l'unico paese in cui si verificano crimini così efferati, ma siano indubbiamente quello in cui sparatorie di massa si verificano con tale regolarità.

 

 

La radice della questione, insomma, non è da ricercare nei videogiochi, perché come dimostrato più volte da numerosi studi, incluso quello proposto da Vox.com nel 2019, non si sono mai verificati episodi simili con simile frequenza nei paesi in cui i videogiochi sono molto più popolari rispetto agli Stati Uniti, si pensi al Giappone o alla Corea del Sud. Il vero problema, semmai, è la facilità con cui è possibile acquistare armi da fuoco negli Stati Uniti.

 

Non è però la prima volta da quando si sono verificati i fatti che i videogame sono stati messi sul banco dei colpevoli. Poco tempo fa, infatti, anche l'emittente Fox News aveva suggerito che le sparatorie di massa fossero peggiorate con l'aumento della violenza videoludica, teoria che non è stata mai suffragata da alcuno studio scientifico nel corso degli ultimi anni.

 


 

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