Labubu mania: perché è un fenomeno esploso in tutto il mondo

La mania è partita dalla moda. I Labubu hanno fatto la loro prima apparizione appesi ai manici delle borse di lusso delle celebs. Nel giro di pochi mesi, è diventato un vero e proprio fenomeno globale, anche grazie allo storytelling emozionale e a strategie di marketing efficaci. Milano è l'unica città in Italia che ospita il punto vendita ufficiale di questi insoliti pupazzetti: interminabili le file per accaparrarsene uno a ogni nuova uscita. Vediamo perché. 

 Si tratta di piccoli peluche pelosi di vari colori, dallo sguardo furbo e controverso, i dentini aguzzi, lunghe orecchie dritte da coniglio, manine e piedini rosa in vinile. Più che giocattoli, veri e propri status symbol. Li commercializza una società cinese, Pop Mart. Si possono acquistare direttamente dal sito e dagli store ufficiali, dai pop-up temporanei, dai collezionisti o via social.   

 Il prezzo base di uno di questi pupazzetti star si aggira intorno ai 20 euro. Non è possibile sceglierne uno in particolare: vengono venduti nelle "blind box", scatole di cui si ignora il contenuto fino al momento dell'apertura, quindi dopo aver effettuato l'acquisto. I modelli più grandi possono arrivare a costare circa 160 euro. Ci sono poi le serie speciali, gli esemplari rari e da collezione, quelli rivenduti a prezzo maggiorato perché non più in produzione, le collaborazioni esclusive. Negli ultimi giorni, in Cina, un Labubu considerato "un pezzo unico al mondo" è stato battuto all'asta per oltre 130mila euro. L'ultima star sedotta da questi mostriciattoli è Pharrell Williams, artista e direttore creativo della linea uomo di Louis Vuitton, che ha messo all'asta tredici esemplari speciali (base di partenza: 300 dollari), più un esemplare unico, che si presume raggiungerà cifre da capogiro. Il ricavato andrà all'Unesco.