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Unicredit-Bpm, braccio di ferro Ue-Italia sull'uso del Golden Power

La Commissione europea ha inviato una lettera al governo italiano nella quale esprime i suoi dubbi. Il governo replica: "Risponderemo ai chiarimenti richiesti". Ma Salvini va all'attacco: "Penso che abbiano cose più importanti di cui occuparsi"

14 Lug 2025 - 21:58
 © Tgcom24

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La Commissione europea ha inviato una lettera al governo italiano nella quale esprime i suoi dubbi sull'uso del Golden Power nell'operazione di acquisizione di Bpm da parte del colosso bancario Unicredit. Secondo Bruxelles, il decreto emanato dalla presidenza del Consiglio il 18 aprile 2025, che impone obblighi al completamento dell'acquisizione, "potrebbe costituire una violazione dell'articolo 21 del regolamento Ue sulle concentrazioni e di altre disposizioni del diritto dell'Ue". Palazzo Chigi ha replicato che "l'esecutivo, con spirito collaborativo e costruttivo, risponderà ai chiarimenti richiesti". Più dura è stata la risposta del vicepremier Matteo Salvini: "Penso che l'Ue abbia cose più importanti di cui occuparsi invece di rompere le scatole al governo italiano". 

L'istanza di Bruxelles

 Il riferimento dell'Ue è al provvedimento con cui il governo ha imposto specifici obblighi a Unicredit sull'operazione su Banco Bpm, già approvata da Bruxelles il 19 giugno 2025. "Gli Stati membri possono adottare misure per tutelare interessi legittimi come la sicurezza pubblica, ma tali misure devono essere proporzionate, motivate e compatibili con il diritto Ue", ha sottolineato la Commissione. "Abbiamo dubbi che questo decreto soddisfi effettivamente le condizioni stabilite nell'articolo 21 del regolamento" sulle fusioni, ha detto il portavoce dell'esecutivo comunitario Thomas Regnier. Da quanto trapela da fonti a Bruxelles i rilievi non andrebbero a valutare le condizioni date per approvare l'operazione ma la possibilità stessa per l'Italia di imporle, visto che la fusione è di competenza Ue (c'è anche un tema di mancata notifica preventiva). Sul tavolo ci sono dunque le norme sulle fusioni, ma anche quelle sul libero movimento dei capitali. E se le risposte dell'Italia non saranno soddisfacenti, Bruxelles potrebbe prendere una decisione legalmente vincolante ordinando il ritiro del decreto.

La replica di governo e il duro affondo di Salvini

 "Con spirito collaborativo e costruttivo risponderemo ai chiarimenti richiesti, così come già fatto in sede giurisdizionale dinanzi al Tar", ha affermato una nota ufficiale del governo. "L'Unione europea si occupa di ciò di cui si deve occupare e questa è materia di competenza anche dell'Ue", ha detto il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani. Il ministro delle Infrastrutture e vicepremier Matteo Salvini ha però alzato i toni: "Penso che la Ue abbia cose più importanti delle quali occuparsi, come trattare con gli Usa - ha affermato -. Invece di rompere le scatole su balneari, spiagge, motorini, auto elettriche e banche, si occupi di poche cose serie e lo faccia bene. Il sistema bancario è un asset strategico per il Paese, l'Italia può e deve normare come ritiene, senza che da Bruxelles nessuno si permetta di intervenire".

L'opposizione insorge

 Dura l'opposizione: "E' una sconfitta su tutta la linea, in particolare per il ministro Giorgetti. Il governo farebbe bene a ritirare il Golden Power", ha affermato Antonio Misiani del Pd. "E' un'altra figuraccia internazionale del governo Meloni", secondo Gaetano Pedullà del Movimento 5 stelle.

I prossimi passi

 La palla passa ora all'Italia, che sarebbe orientata a prendersi tutto il tempo a disposizione per rispondere, e cioè 20 giorni. I tasselli della partita includono i valori in Borsa, l'esame degli effetti della sentenza del Tar e il conto alla rovescia sulla scadenza dell'Ops (23 luglio) in una partita che prosegue ormai da settimane. 

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