Nel 2024, le imposte sul patrimonio hanno prodotto entrate statali per 51,2 miliardi di euro. Soprattutto grazie all'Imu. La classifica delle Regioni per propensione all'evasione fiscale
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Le imposte che colpiscono i patrimoni sono già operative nel sistema fiscale italiano e, nel 2024, hanno assicurato alle casse pubbliche 51,2 miliardi di euro. È quanto afferma l'Ufficio Studi della Cgia, precisando che negli ultimi vent'anni il gettito riconducibile a queste forme di prelievo è aumentato del 74%. La componente più rilevante del prelievo patrimoniale è rappresentata dall'Imu (Imposta municipale unica), la quale nel corso dell'ultimo anno ha generato entrate pari a 23 miliardi di euro, pari al 45% dell'intero ammontare riconducibile alle imposte sulla ricchezza. La necessità primaria è però combattere l'evasione fiscale.
Tra le altre voci principali figurano l'imposta di bollo, che ha assicurato 8,9 miliardi di euro, il bollo auto (7,5 miliardi) e l'imposta di registro (6,1 miliardi). Nell'analisi viene inoltre richiamata la stima contenuta nel Documento programmatico di finanza pubblica 2025, in cui la pressione fiscale per il 2025 è indicata al 42,8%. Un livello superiore di 0,3 punti rispetto al 2024 e di 1,1 punti rispetto al 2022. La Cgia segnala tuttavia che tale incremento non avrebbe avuto effetti diretti sui nuclei familiari.
Nel 2022 l'evasione fiscale in Italia ammontava a 102,5 miliardi di euro. La Cgia ha calcolato come, nella classifica della propensione all'evasione (in rapporto alla ricchezza prodotta), la Calabria sia la prima Regione italiana (20,9% pari a 3,1 miliardi di euro di evasione), seguita da Puglia (18,9 per cento per 6,8 miliardi di mancato gettito) e Campania (18,5 per cento per 9,4 miliardi evasi). In termini assoluti al primo posto troviamo invece la Lombardia, con un mancato gettito pari a 16,7 miliardi di euro. Secondo la Cgia, "forse sarebbe il caso di recuperare le risorse necessarie per finanziare la scuola, la sanità e il sociale contrastando seriamente l'evasione fiscale. In particolare nelle aree del Paese dove la propensione è più diffusa e razionalizzando la spesa pubblica, attraverso il taglio degli sprechi, degli sperperi e delle inefficienze".