IL "TASTO ROSSO" DELLO STATO

Patrimoniale: cos'è, a cosa serve e perché se ne sta parlando

È un'imposta che colpisce il patrimonio mobile e immobile, come denaro, case, azioni e obbligazioni

08 Nov 2025 - 16:40
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La patrimoniale è un'imposta che colpisce il patrimonio, sia mobile che immobile: denaro, case, azioni e obbligazioni. Può colpire sia le persone fisiche che quelle giuridiche. Può essere fissa o variabile: nel primo caso, viene versata indistintamente da tutti i contribuenti per lo stesso importo; nel secondo, varia in funzione del patrimonio dei contribuenti. È una sorta di "tasto rosso" che lo Stato ha a disposizione per far fronte a un'emergenza: per questo motivo, la patrimoniale viene presa in considerazione solo in periodi eccezionali, come conflitti bellici o catastrofi economiche.

I due tipi di patrimoniale

 Esistono due forme principali di patrimoniale: quella periodica e quella straordinaria. La patrimoniale periodica è un'imposta che si paga ogni anno sul valore dei beni, come per esempio l'Imu sulle case o il bollo sui conti titoli. In Italia, dunque, esistono già forme di patrimoniale. La patrimoniale straordinaria, invece, è un prelievo eccezionale che lo Stato può introdurre in momenti di crisi o emergenza per raccogliere fondi, e solitamente riguarda solo i patrimoni più alti.

Imposta o tassa?

 La patrimoniale è un'imposta sul patrimonio. A differenza di una tassa, non è collegata a un servizio specifico reso dallo Stato o dagli enti pubblici. Si tratta, infatti, di un prelievo mirato a redistribuire la ricchezza attraverso politiche sociali.

Pro e contro

 Chi vuole la patrimoniale sostiene che sia uno strumento di "giustizia sociale": in tempi di crisi, viene chiesto infatti un sacrificio "straordinario" a chi è più ricco per aiutare chi è più povero ad andare avanti. Per i contrari, invece, si tratta di un'imposta "ingiusta", perché tassa una seconda volta il patrimonio che è stato accumulato attraverso redditi già assoggettati a prelievo fiscale.

Le patrimoniali "nascoste"

 Come spiega la Cgia di Mestre, le imposte patrimoniali che già gravano sui cittadini italiani garantiscono alle casse dello Stato quasi 50 miliardi di euro l'anno (per la precisione 49,8). Un importo che nel 2022 valeva 2,6 punti di Pil. Complessivamente, questa tipologia di prelievo sui beni patrimoniali (siano essi mobili, immobili o finanziari) è composta da una decina di voci. Esse sono: l'Imu/Tasi (gettito nel 2022 pari a 22,7 miliardi di euro), l'imposta di bollo (7,7 miliardi), il bollo auto (7,2 miliardi), l'imposta di registro e sostitutiva (6,2 miliardi), il canone Rai-Tv (1,9 miliardi), l'imposta ipotecaria (1,8 miliardi), l'imposta sulle successioni e donazioni (1 miliardo), i diritti catastali (727 milioni di euro), l'imposta sulle transazioni finanziarie (461 milioni) e l'imposta su imbarcazioni e aeromobili (1 milione).

Perché se ne parla

 Si è tornati a parlare di patrimoniale dopo la decisione della Cgil di proclamare uno sciopero generale per venerdì 12 dicembre contro la Manovra 2026. In quell'occasione, il segretario generale Maurizio Landini ha proposto di "prelevare l'1% ai 500mila italiani che guadagnano oltre 2 milioni di euro". Il sindacato "ha avanzato una proposta, un contributo di solidarietà che riguarda l'1% dei cittadini italiani. Stiamo parlando di 500mila persone che sono ricche: stiamo dicendo che, per chi ha una ricchezza superiore ai 2 milioni, basterebbe un loro contributo al fisco di un 1% per poter avere 26 miliardi da investire nella sanità, per le assunzioni, sulla scuola, per aumentare gli stipendi a tutte le persone".

Sul tema è intervenuta la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che in un messaggio su X ha riaffermato la linea del governo, quella di non introdurre alcuna nuova imposta che colpisca i patrimoni privati o il risparmio degli italiani. "Le patrimoniali ricompaiono ciclicamente nelle proposte della sinistra - ha scritto la premier -. Con la destra al governo non vedranno mai la luce".

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