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Borghi: "Nessun assalto a via Nazionale, ma l'oro di Bankitalia sia degli italiani"

Il presidente della commissione Bilancio della Camera ha escluso un immediato ricorso al tesoretto italiano in lingotti per evitare una manovra correttiva e lʼaumento dellʼIva

Borghi:
ap-lapresse

Usare le riserve di oro accantonate dalla Banca d'Italia per scongiurare una manovra correttiva e l'aumento dell'IVA nella prossima legge di Bilancio: sarebbe questa l'idea del governo anticipata dal quotidiano "La Stampa".

A entrare nel merito della questione è Claudio Borghi, deputato della Lega e presidente della commissione Bilancio di Montecitorio, che sempre al quotidiano torinese ha spiegato: "In Italia ci sono leggi anche per regolamentare la vendita dei panini in salumeria, però manca una norma che dica chiaramente di chi sono le riserve auree". Se da un lato Borghi ha escluso un immediato ricorso al tesoretto italiano, ha però invocato un immediato intervento legislativo per ovviare alla "anomalia dell'oro detenuto e gestito ma non posseduto dalla Banca d`Italia".

Borghi: "L'oro sia degli italiani" - La proposta arriva a pochi giorni dalle sferzate lanciate da Di Maio e Salvini che proponevano un azzeramento dei vertici di Banca dʼItalia e Consob. Da un lato Borghi ha rassicurato sul futuro dell'oro di via Nazionale: "Nessuno vuole toccare le riserve auree", ma dall'altro ha auspicato un intervento legislativo per modificare lo status dei lingotti custoditi nei caveau romani. "È aberrante - ha proseguito - che non abbiamo ancora un`interpretazione autentica. Cosa ci vuole a fare una legge per mettere nero su bianco che la proprietà dell`oro è dello Stato? Ciò non significa che il governo possa venderlo, però questa lacuna va colmata. L`oro appartiene agli italiani. Eppure non esiste legge che lo dichiari esplicitamente". 

Proprio a questo scopo Borghi lo scorso novembre ha depositato alla Camera una proposta di legge. All'estero, ha spiegato Borghi, "ovunque le riserve auree sono formalmente detenute dallo Stato. La situazione anomala di Banca d`Italia deriva dalla sua storia". In teoria le banche private potrebbero rivendicarne la proprietà. "In teoria sì. Dal punto di vista formale gli azionisti di Bankitalia sono soggetti privati e anche se non nominano il governatore decidono loro chi entra nel consiglio superiore dell`istituto. Banca d`Italia è soggetto pubblico ma non c`è scritto da nessuna parte che la proprietà dell`oro è dello Stato e non degli azionisti privati". Secondo il presidente della commissione Bilancio "in Banca d`Italia non c`è interesse a chiarire che le riserve auree sono a via Nazionale solo in deposito. Si preferisce far credere all`opinione pubblica che la proprietà sia di Bankitalia".

Nessun tentativo di far cassa in tempi di risorse scarse. "Assolutamente no - ha garantito Borghi a "La Stampa" - anzi noi le riserve auree le vogliamo tutelare e un pensierino andrebbe anche fatto al luogo dove tutto questo oro è depositato perché metà risulta conservato all`estero. Da un po` di tempo non ci si poneva più il problema, poi una serie di curiose reticenze ne hanno favorito la riproposizione". "Noi - ha concluso - le riserve auree vogliamo proteggerle dagli interessi stranieri. Altro che assalto a Bankitalia".

A cosa serve l'oro di Bankitalia - La riserva di oro posseduta da Bankitalia ammonta a 2.452 tonnellate e storicamente è la garanzia delle banconote stampate dalla Bce (partecipata da via Nazionale). Con la fine del sistema monetario aureo (che prevedeva la perfetta corrispondenza tra lingotti posseduti da uno Stato e moneta messa in circolazione) e l'adozione del sistema a cambi variabili (nel 1971), l'oro è uno degli asset detenuto come garanzia della tenuta complessiva del sistema economico del paese in un portafoglio che è comunque diversificato.

Come spiega lo stesso istituto centrale italiano, "le riserve auree hanno la funzione di rafforzare la fiducia nella stabilità del sistema finanziario italiano e della moneta unica. Questa funzione diviene più importante quando le condizioni geopolitiche o la congiuntura economica internazionale possono generare rischi aggiuntivi per i mercati finanziari (ad esempio, crisi valutarie o finanziarie)". Non solo: "L'importanza delle riserve nazionali è riconducibile in primo luogo alla possibilità che la BCE richieda, al verificarsi di determinate condizioni, il conferimento di ulteriori riserve. Inoltre, le riserve nazionali consentono alla Banca d'Italia sia di espletare il servizio del debito in valuta del Tesoro (evitando così eventuali effetti distorsivi sul mercato) sia di adempiere agli impegni nei confronti di organismi finanziari internazionali, come il Fondo Monetario Internazionale. Da ultimo, quale parte integrante delle riserve dell'Eurosistema, le riserve nazionali contribuiscono a sostenere e ad alimentare la credibilità del Sistema europeo delle banche centrali".