Dal prossimo anno scatta la rivalutazione Istat: previsti aumenti fino all’1,7% sugli importi dell’Assegno Unico. Ecco come cambiano le fasce Isee e quali passaggi servono per ottenere gli importi aggiornati
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Dal 1° gennaio 2026 l'Assegno Unico per i figli subirà un aumento automatico legato alla rivalutazione Istat, con un adeguamento medio dell'1,6–1,7% rispetto agli importi in vigore nel 2025. L'incremento, stabilito sulla base dell'inflazione stimata, porterà l'importo massimo mensile da 201 a 204 euro per figlio, mentre l'importo minimo salirà da 57,5 a circa 58,5 euro.
L'obiettivo è sostenere il reddito delle famiglie e adeguare la misura al costo della vita. Gli aggiornamenti riguarderanno anche le soglie Isee, i bonus per figli disabili e le maggiorazioni per nuclei numerosi. Per beneficiare degli importi aggiornati sarà però necessario presentare la nuova DSU all'Inps e controllare la propria posizione sul portale dedicato.
La rivalutazione dell'Assegno Unico è prevista ogni anno in base all'indice dei prezzi al consumo calcolato dall'Istat. Per il 2026 si ipotizza un aumento dell'1,6–1,7%, in linea con l'inflazione stimata per il 2025.
Il meccanismo di adeguamento, già introdotto dal Decreto Legislativo n. 230/2021, consente di aggiornare automaticamente gli importi riconosciuti alle famiglie, senza necessità di una nuova domanda. Tuttavia, per ricevere l'importo corretto, è indispensabile che l'Isee 2026 sia aggiornato. In assenza di una nuova DSU, l'Inps applicherà temporaneamente l'importo minimo previsto per chi non ha un Isee valido.
Secondo le simulazioni, nel 2026 le principali fasce Isee e gli importi mensili per figlio saranno così aggiornati:
Anche le soglie Isee utilizzate per calcolare le decurtazioni subiranno un leggero aumento, in modo da mantenere invariato il potere d'acquisto rispetto all'anno precedente.
La rivalutazione interesserà anche le maggiorazioni previste per alcune categorie di nuclei familiari.
Per i figli non autosufficienti, l'importo aggiuntivo mensile salirà a circa 122,7 euro (da 120,6 euro); per quelli con disabilità grave, a 111 euro (da 109,1 euro); mentre per la disabilità media la cifra stimata sarà di 99,4 euro (da 97,7 euro).
Confermate inoltre le maggiorazioni per i nuclei con più di tre figli e per quelli con madri di età inferiore a 21 anni, anch'esse soggette a rivalutazione Istat.
L'Inps precisa che gli adeguamenti saranno applicati in automatico, senza dover presentare nuove domande, ma solo se il nucleo ha già una domanda attiva e un Isee aggiornato.
Per accedere agli importi rivalutati del 2026, le famiglie dovranno aggiornare la Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) e ottenere un Isee valido per l'anno in corso. Chi non provvede entro la fine di gennaio 2026 continuerà a ricevere l'importo minimo finché non regolarizzerà la posizione.
È possibile controllare la propria situazione attraverso il portale Inps – Assegno Unico e Universale, dove è disponibile la funzione di simulazione per calcolare in tempo reale l'importo spettante. La domanda non deve essere ripresentata se già attiva, salvo variazioni nella composizione familiare (nascita, maggiore età, decesso o variazione disabilità).
I pagamenti con gli importi aggiornati sono attesi dal mese di marzo 2026, in linea con la tempistica seguita negli anni precedenti. L'aumento sarà automaticamente riconosciuto a tutti i nuclei con domanda valida e Isee aggiornato. Nei primi sette mesi del 2025, l'Inps ha già erogato oltre 11,5 miliardi di euro a più di 5 milioni di famiglie: con la rivalutazione 2026, la spesa pubblica complessiva dovrebbe superare i 12 miliardi.