Con i ritmi di crescita attuali, nel 2030 l’AI assorbirà la stessa quantità d’acqua consumata da 10 milioni di cittadini americani e inquinerà come 10 milioni di auto
di Dario Donato© Unsplash
Il tema, o meglio dire il problema, è già noto, ma più passa il tempo più i numeri assumono i contorni dell’urgenza.
Questa volta il monito arriva da uno studio della Cornell University di New York: l’intelligenza artificiale con i ritmi di crescita attuali nel 2030 assorbirà la stessa quantità d’acqua consumata da 10 milioni di cittadini americani. E inquinerà come 10 milioni di auto.
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I dati, relativi al solo utilizzo negli Stati Uniti, sono stati pubblicati su Nature Sustainability e non si fermano qui: nei prossimi 5 anni l’uso massivo di tecnologia AI immetterà nell'atmosfera tra 24-44 milioni di tonnellate di anidride carbonica. I ricercatori hanno inoltre calcolato che entro il 2030, l'intelligenza artificiale potrebbe utilizzare una quantità d'acqua pari a quella utilizzata per anno da 6-10 milioni di americani.
Ma il rapporto fa anche proposte in grado di ridurre gli impatti e si concentra sulla geografia e su una localizzazione intelligente dei server che potrebbe ridurre le stime di circa il 73% (su anidride carbonica) e l'86% (acqua) rispetto agli scenari peggiori. Molti server oggi vengono costruiti in regioni con scarsità d'acqua, come il Nevada e l'Arizona. E in alcuni hub, ad esempio la Virginia settentrionale, la rapida creazione di cluster di dati può mettere a dura prova le infrastrutture e le risorse idriche locali.
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Al contrario il Midwest e gli stati della "cintura eolica" – in particolare Texas, Montana, Nebraska e South Dakota – fornirebbero il miglior profilo combinato di carbonio e acqua. Ci sarebbe anche lo stato di New York che rimane un'opzione a basse emissioni e rispettosa del clima grazie al suo mix di energia pulita, composta da nucleare, energia idroelettrica e fonti rinnovabili in crescita.
Tuttavia, la decarbonizzazione della rete può avere un impatto limitato sostengono gli studiosi. Anche nell'ambizioso scenario ad alto contenuto di energie rinnovabili, entro il 2030 le emissioni di anidride carbonica diminuirebbero di circa il 15% rispetto al modello di base e rimarrebbero circa 11 milioni di tonnellate di emissioni residue, il che richiederebbe circa 28 gigawatt di energia eolica o 43 gigawatt di energia solare per raggiungere l'obiettivo di zero emissioni nette.
Molto complicato. Anzi è praticamente impossibile che entro il 2030 il settore dei server raggiunga il suo obiettivo net zero.