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Il caldo fa danni: a rischio anche la fertilità

Uno studio dell’Università di Padova ha analizzato il rapporto tra aumento delle temperature e alterazione della produzione di spermatozoi

Getty

L’estate è bella, certo, ma il caldo un po’ meno. Specialmente se le temperature sembrano aumentare di giorno in giorno e la salute inizia a risentirne in modo serio. Non è un caso quindi che scienziati e ricercatori cerchino di correre ai ripari, aumentando gli studi e le ricerche per conoscere meglio gli effetti indesiderati del global warming.

L’ultima in ordine di tempo è tutta italiana e va a toccare direttamente il futuro della popolazione. Secondo un gruppo di ricercatori dell’Università di Padova, il caldo attiva un gene che altera la produzione degli spermatozoi e che, in rari casi, potrebbe portare allo sviluppo del tumore al testicolo.

Il gene si chiama E2F1 e regola la divisione delle cellule che producono spermatozoi. Le sue alterazioni costitutive portano a una maggiore predisposizione all’infertilità. Il danno indotto dall’aumento dell’attività di questo gene si traduce in una minore capacità di produrre spermatozoi. La ricerca dell’ateneo veneto ha quindi evidenziato che questo scenario si verifica in modo particolare con l’aumento delle temperature. Uno studio condotto negli Stati Uniti nel 2015 ha infatti dimostrato che quell’anno, successivamente a una forte ondata di calore, si era verificato un calo delle nascite del 2,6%. Basti pensare che anche solo 27 gradi di temperatura media giornaliera possono causare danni alla produzione di spermatozoi.

Per cercare di convivere col caldo e limitarne gli effetti indesiderati, la fondazione del professore Carlo Foresta, che ha coordinato la ricerca, ha rilasciato un piccolo vademecum con dei suggerimenti. Fare frequenti lavaggi con acqua fresca, ad esempio, e usare indumenti in fibre naturali che fanno traspirare il calore. O ancora, cercare di ridurre o meglio eliminare alcol e fumo, che cambiano la temperatura corporea, senza dimenticare ovviamente di mantenere un’idratazione costante.

Piccoli accorgimenti che in un’estate torrida come quella che stiamo vivendo possono davvero essere determinanti per la salute degli uomini.

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Europa in fiamme: le nazioni più colpite

È una vera e propria emergenza quella che sta colpendo l’Europa, devastata dai roghi che il caldo record continua ad alimentare. Spagna, Francia e Portogallo tra le nazioni più colpite, ma anche Grecia e Italia.

La Spagna è flagellata da nord a sud. In una riserva naturale vicino a Salamanca sono stati distrutti quasi 40 chilometri quadrati di riserva naturale e altri 20 chilometri quadrati sono stati divorati vicino a Malaga. Quasi 3mila le persone evacuate in Andalusia. Situazione drammatica in Francia, dove per una settimana due grandi incendi hanno distrutto 14mila ettari di vegetazione nella regione della Gironde, arrivando fino alla costa atlantica. Qui le persone evacuate sono circa 16mila. Allerta rossa anche in Portogallo a causa di 14 incendi attivi, che hanno provocato circa una sessantina di feriti e due morti. In Grecia ad essere minacciata è la zona a nord-est di Atene, dove si contano già una decina di feriti.

Preoccupa infine la situazione nel nostro Paese, dove nella prima metà del mese sono scoppiati almeno tre incendi al giorno, in Veneto, Toscana e fino a Roma. Colpite in particolare le aree della Versilia e del Carso, e nella notte un nuovo rogo è scoppiato anche nella zona di Pisa. Un ruolo chiave è stato giocato dalla forte siccità che ha inaridito i terreni, anche se sei incendi su dieci secondo Coldiretti sono di origine dolosa.

Tutto questo in una delle estati più calde della storia europea, in cui anche un Paese notoriamente più mite come il Regno Unito ha toccato la temperatura più alta di sempre: 40,2 gradi.

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