La ricerca ha mappato gli inquinanti rimasti intrappolati per anni nei nostri ghiacciai e che ora l’aumento delle temperature rischia di far finire nei corsi d’acqua e in mare
di Redazione E-Planet© Getty
Il riscaldamento globale non solo causa problemi nuovi, ma porta alla luce anche quelli sepolti.
È quello che sta succedendo ai ghiacciai italiani, che negli anni hanno intrappolato diversi contaminanti che ora rischiano di essere “liberati”.
A dimostrarlo è un nuovo studio dell’Università Statale di Milano, guidato dal professor Marco Parolini, del Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali, e pubblicato sulla rivista Archives of Environmental Contamination and Toxicology. Un lavoro realizzato con il sostegno di One Ocean Foundation, che lo ha incluso nel progetto 'Il mare inizia qui'.
© Getty
Fra il 2020 e il 2021 il team ha raccolto campioni di detriti sopraglaciali di 16 ghiacciai italiani (15 alpini e l'unico appenninico, il Calderone), che sono poi stati esaminati creando di fatto la prima mappa dello stato di contaminazione.
Quello che gli studiosi hanno trovato sono inquinanti organici e non come metalli pesanti, composti organici persistenti come ddt e pcb, in percentuali variabili a seconda del ghiacciaio. L'Ebenferner, in provincia di Sondrio, ad esempio, presenta livelli più elevati di metalli pesanti e potenzialmente tossici (Cd, Hg, Pb, Zn). In altri, come il Preda Rossa, sempre in provincia di Sondrio, la contaminazione è attribuibile invece alle caratteristiche geologiche locali.
Un pericoloso “tesoro” spesso di origine antropica, rimasto intrappolato per anni e che lo scioglimento dei ghiacciai può far finire nei corsi d’acqua, fino ad arrivare al mare.
© Getty
Come ha spiegato ad ANSA Parolini: "Raccogliere campioni di detrito sopraglaciale ci ha permesso di ottenere una fotografia unica dell'attuale contaminazione. Questo approccio non solo consente di misurare con precisione i livelli dei contaminanti, ma anche di comprendere meglio i meccanismi attraverso cui vengono trasportati, accumulati e rilasciati negli ecosistemi a valle".
"Con il progetto 'Il mare inizia da qui' - ha concluso il segretario generale di One Ocean Foundation Jan Pachner - vogliamo mostrare in modo concreto come il ciclo dell'acqua sia un sistema unico e interconnesso: ciò che accade sulle cime delle montagne ha effetti diretti sugli ecosistemi vallivi e marini".
È proprio per questo che studi simili e il monitoraggio costante sono fondamentali per la tutela di tutti gli ecosistemi del Pianeta, soprattutto di quelli fragili come i ghiacciai.