Il costo che sosteniamo ogni anno per la fornitura idrica è cresciuto del 40% negli ultimi 10 anni
di Dario Donato© Unsplash
Forse non ci facciamo caso, del resto è semplice come bere un bicchiere d'acqua, eppure il costo che sosteniamo ogni anno per la fornitura idrica è cresciuto del 40% negli ultimi 10 anni.
Nel 2024 una famiglia tipo (3 persone, 150 m³) ha speso 384 € per il servizio idrico.
Beviamo un po’ meno dal rubinetto — da 241 a 215 litri al giorno pro capite (–10,8% dal 2012) — ma riempiamo il carrello con più acqua minerale: da 11.370 a 15.150 milioni di litri (+35,2%), pari a 257 litri a testa l’anno. Una scelta che appare cara solo di fronte all'evidenza ai numeri: un litro imbottigliato costa mediamente 0,26 € contro 0,00256 € del rubinetto, cioè il 10.000% in più.
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Nei numeri elaborati da Consumers Forum emergono anche gli sprechi, molti di questi evitabili: le reti idriche perdono il 42% dell’acqua immessa, problema storico in Italia, mentre in casa un appartamento “distratto” può sprecare fino a 20.000 litri l’anno: un rubinetto che gocciola vale 5 litri al giorno; una vasca arriva a 160 litri (una doccia ~40); lavarsi i denti a rubinetto aperto “brucia” 30 litri; mani 6 litri, rasatura 20 litri. E lo sciacquone senza quella stranezza utile del doppio tasto può sprecare fino a 100 litri al giorno.
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C’è però anche un tema di struttura della governance della rete stessa: oltre 2.000 gestori frammentano il servizio e rallentano la caccia alle perdite, pur con qualità dell’acqua in miglioramento e cantieri in crescita.
La sintesi è semplice: non ci si pensa ma l'acqua è cara: tra bollette in salita, bottiglie costose e reti che perdono, il risparmio vero passa da due mosse concrete — ridurre gli sprechi scoprendo il valore di piccoli gesti (in rete e a casa) e fare massa critica negli operatori. Perché sembrerà brutale a dirsi, ma dal rubinetto o dal wc spesso scorrono via gli euro, insieme a un sacco di acqua evitabile.
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