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Natale: da “o cão chupando manga” a “piece of cake”, le espressioni più curiose legate al cibo

I modi di dire e le parole legate al mondo gastronomico sono davvero tanti: ecco come evitare spiacevoli malintesi durante le Feste

Natale: da “o cão chupando manga” a “piece of cake”, le espressioni più curiose legate al cibo - foto 1
Istockphoto

A Natale sedersi tutti insieme attorno alla tavola è un modo per sentirsi ancora più vicini e uniti: merito del cibo, capace di fare da collante tra le persone, soprattutto durante un mese ricco di festeggiamenti come dicembre.

Non tutti però abbiamo le stesse abitudini e le medesime espressioni per fare gli auguri: ecco allora come destreggiarsi tra modi di dire e frasi idiomatiche senza correre il rischio di fare figuracce e conservare intatta la magia di questo periodo.

 

Durante le Feste nel nostro Paese l’atmosfera e gli incontri con parenti, amici e colleghi assecondano il nostro desiderio di ritrovarsi e socializzare; chi al contrario decide di recarsi all’estero, ad esempio per le vacanze, si troverà nella condizione di fare nuovi incontri e conoscenze e di venire a contatto con realtà diverse e magari sconosciute.

 

Riflettere sulle espressioni relative alle tradizioni offre una prospettiva inedita sulla cultura e sulla storia di un Paese. In occasione del periodo delle festività, gli esperti di Babbel, azienda leader per l’apprendimento delle lingue che offre lezioni su app e live, hanno dunque analizzato alcuni dei modi di dire legati al cibo riscontrabili nelle varie lingue del mondo e messo a punto un piccolo vademecum, utile a evitare fraintendimenti e favorire la comprensione reciproca o quantomeno ad avere qualche aneddoto da raccontare a tavola durante i pranzi o il cenone.

 

“Tramandati da una generazione all’altra, le espressioni idiomatiche e i proverbi rappresentano un interessante oggetto di studio per chi si occupa di sociolinguistica o di storia della lingua”, commenta Gianluca Pedrotti, Principal Learning Content Editor di Babbel.

 

Non solo: anche per chi sta studiando una nuova lingua, conoscere i detti popolari locali permette di cogliere sfumature linguistiche e culturali altrimenti difficilmente apprezzabili. Per questo è importante fare luce anche su termini e modi di dire caratteristici, affinché si sia capaci di distinguerli e riconoscerli nella vita di ogni giorno.

Ecco allora quindici espressioni curiose che possiamo imparare a conoscere.

 

"Se achar o último biscoito no pacote": durante le Feste, ci si sente tutti un po’ più speciali. Per esprimere questa sensazione, e in particolare in relazione a chi è particolarmente fiero di sé, in portoghese brasiliano si utilizza l’espressione “se achar o último biscoito no pacote” ovvero, letteralmente, “sentirsi come l’ultimo biscotto della confezione”.

 

"Casser du sucre sur le dos de quelqu’un": letteralmente “rompere lo zucchero sulla schiena di qualcuno”. Non si tratta di un rito scaramantico per scongiurare la iella, come nel caso del sale: in francese infatti significa parlare male alle spalle di qualcuno, ovvero “dire peste e corna”.

 

"To have a sweet tooth": le Feste rappresentano un momento particolarmente gioioso per chi, come si dice in inglese, “ha un dente dolce”. L’espressione indica, infatti, qualcuno che ama mangiare i dolci.

 

"Pedirle peras a los olmo": in spagnolo “chiedere pere all’olmo” vuol dire fare una richiesta un po’ troppo pretenziosa, oppure chiedere l’impossibile a qualcuno.

 

"Tener mala leche": letteralmente si traduce in “avere latte cattivo”, ma in spagnolo non indica che il latte è scaduto, ma che qualcuno è di cattivo umore.

 

"O cão chupando manga": è un’espressione portoghese che richiama l’immagine di “un cane che succhia un mango” e sta a significare qualcosa di molto brutto e spiacevole alla vista. Si spera non sia un regalo non gradito!

 

"Żyć jak pączek w maśle": anche se in un periodo dell’anno differente, l’espressione “essere felice come una Pasqua” è particolarmente pertinente anche per il Natale. Il modo di dire polacco, che letteralmente si traduce con “vivere come una ciambella nel burro”, vuol dire proprio questo.

 

"Have bigger fish to fry": “avere pesci più grandi da friggere” non indica un appuntamento con i preparativi per pranzi e cene. Dall’inglese, si può parafrasare come “avere cose più importanti da fare” e non necessariamente in cucina.

 

"Tomaten auf den Augen haben": in tedesco, esattamente come il modo di dire italiano “avere il prosciutto sugli occhi”, “avere i pomodori sugli occhi” significa non accorgersi di una cosa palese.

 

"Ergens geen kaas van gegeten hebben": se a tavola si sente questa espressione olandese, ovvero “non essere riusciti a mangiare il formaggio”, non occorre passare le ultime scaglie avanzate, poiché ciò che realmente vuol dire è “non avere la più pallida idea di qualcosa”. Piuttosto, potrebbe essere necessario dare qualche spiegazione in merito alla conversazione.

 

"Raconter des salades": in Francia “raccontare dell’insalata” non significa parlare di verdure, bensì “raccontare bugie”.

 

"To go bananas": il periodo tra dicembre e gennaio è un momento ideale per lasciarsi andare e festeggiare a più non posso. In inglese “to go bananas” - letteralmente “diventare banane” - significa proprio essere senza freni, prendere la testa, ma anche in senso positivo!

 

"Nu blir det andra bullar": se si decide di passare le vacanze invernali in Svezia, è bene tenere a mente che questa espressione non è di buon auspicio. Nonostante letteralmente si traduca con “ora le pagnotte cambiano”, chi la pronuncia non si riferisce realmente alle pagnotte, ma sta comunicando che da quel momento in poi “smetterà di usare le buone maniere”.

 

"花よりだんご。(hana yori dango)": letteralmente “meglio i ravioli che i fiori”, ma non nel piatto! In giapponese significa che le cose pratiche sono più utili degli ornamenti.

 

"Piece of cake": questo modo di dire inglese può, effettivamente, designare un “pezzo di una torta”, ma in gergo colloquiale indica qualcosa che è semplice e facile da fare. Occhio al malinteso! 

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