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Litigio in famiglia: cinque consigli pratici per gestirlo al meglio (e bene)

Una discussione accesa può essere molto stressante, ma a volte vale la pena di affrontarla perché, se ben gestita, può perfino fare bene

Litigio in famiglia: cinque consigli pratici per gestirlo al meglio (e bene) - foto 1
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Il litigio genera ansia, inutile nasconderlo.

Ma l'amor di pace può essere messo da parte ogni tanto dato che una lite moderata può presentare qualche vantaggio: per prima cosa, spesso significa prendersi cura dell'altro e di coloro a cui si vuol bene mostrando rispetto per le loro idee, anche se non cambiano opinione, o comunque non subito; secondo perché accogliere almeno in parte le ragioni dell'altro ottiene il risultato di minare le certezze e indurre all'ascolto, ottimo viatico per trovare un accordo.

 

Evitare il litigio non sempre è possibile ed è sicuramente una situazione molto stressante, tuttavia mantenere salde le proprie posizioni può essere utile nei confronti delle persone affettivamente vicine che hanno opinioni diverse dalle proprie. A maggior ragione in famiglia, in caso di incomprensioni o fraintendimenti è fondamentale comunicare e parlarne subito, senza indugi e senza evitare il confronto, anche acceso, in nome del quieto vivere: l'importante è rispettare alcune regole fondamentali.


 

NON TUTTE LE LITI SONO UGUALI: tanto per cominciare, occorre distinguere l'oggetto della lite, perché è evidente che non tutte le discussioni hanno la stessa importanza e lo stesso impatto emotivo. Tra quelle più spinose, ci sono certamente quelle che riguardano la relazione tra partner che coinvolgono pericolosamente la sfera più intima. Evitare il confronto, anche in questo caso, è una pessima idea, in quanto ogni volta che pensiamo di aver subito un torto da una persona cara, senza tuttavia alzare subito il cartellino giallo, dentro di noi registriamo un credito nei suoi confronti, così come l'altro con tutta probabilità farà nei nostri. In rischio, davvero concreto, è che il giorno in cui la lite scoppierà per un motivo qualsiasi, anche futile, entrambi riterranno che sia giunto il momento di riscuotere non solo quel credito emotivo, ma anche tutti quelli accumulati nel tempo con conseguenze decisamente più gravi e stressanti.

 

NON PROCRASTINARE: ok, concedersi del il tempo per sbollire un pochino rabbia e rancore è lecito e tutto sommato utile, ma attenzione a non esagerare. Evitare i musi che durano secoli, perché non hanno alcun effetto benefico, tutt'altro: perché ritornare sull'oggetto del contendere a distanza di tempo, a volte di settimane, o usare il fatidico "non fa nulla" o ancora "non ho niente" (atteggiamento tipicamente femminile, ammettiamolo!) per chiudere temporaneamente la questione, salvo poi riportarla a galla ripetutamente anche in seguito, spinge l'altro a evitare le discussioni il più possibile, con ricadute spesso più importanti e di difficile gestione.

 

INVERTI I RUOLI: tra i suggerimenti utili a gestire al meglio il litigio in famiglia e a trarne magari beneficio, vi è quello di mettersi nei panni dell'altro cercando di comprenderne motivazioni e ragionamenti. L'unica accortezza è quella di evitare di credere di essere in grado di leggere nel pensiero dell'altro. Semaforo rosso dunque per frasi che tolgono all'altro ogni possibilità di replica del tipo "tu fai sempre così perché sei...", oppure "lo dici, ma in realtà io so cosa pensi...", e così via: pongono chi le pronuncia in un piano di superiorità e costringono l'altro a essere inquadrato in un giudizio che non concede di essere cambiato.

 

ATTENZIONE ALLE PAROLE: la parola è uno strumento straordinario, ma deve essere utilizzata con grande cautela. Quando si spiega all'altro cosa ci ha fatto soffrire o ci ha dato fastidio, occorre separare nettamente la critica dall'eventuale comportamento dalla persona. Un esempio? È giusto rimproverare un bambino perché ha sottratto un giocattolo all'amichetto, non bisogna per questo però dargli del ladro: un approccio che vale a maggior ragione anche tra gli adulti, perché chi si sente svalutato o giudicato, oltre a soffrire, spesso reagisce irrigidendo ancor più le proprie posizioni. Concentrarsi sulle proprie emozioni piuttosto che su chi le ha scatenate è la miglior condizione per poter avvicinare chi ci ama senza che abbia necessità di difendersi aumentando di gran lunga le probabilità di risolvere il conflitto alla grande.

 

C’È PACE E PACE: esiste anche un protocollo per mettere fine al litigio in maniera efficace. Fare la pace nel modo giusto è fondamentale dato che litigare fa impennare la tensione emotiva e quindi rafforza la relazione, ma bisogna concedersi il giusto tempo per godere insieme della riappacificazione, trovando il rituale più appagante per tutti. Il suggerimento furbo? Una sana risata è quanto di meglio possiamo fare per chiudere un capitolo brutto e aprirne un altro di gran lunga migliore.

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