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A San Valentino regaliamo una poesia

"Sarebbe straordinario dire “ti amo, ti voglio bene, vivo per te" nel modo più antico che la storia dell'uomo conosca. Con le parole scritte di nostro pugno, non importa se rispettiamo le rime e i punti a capo"

A San Valentino regaliamo una poesia - foto 1
istockphoto

L'amore è un sentimento universale ma spesso nascosto, occorre dargli voce, farlo parlare, lasciare che esprima le emozioni che ascoltiamo provenire dal nostro cuore.

Oggi, 14 febbraio, San Valentino, festa degli innamorati è l'occasione per dare spazio alla parte migliore di noi, quella che si occupa delle persone a cui vogliamo bene, un sigillo di affetto che si rinnova ogni anno in mezzo a tante altre ricorrenze. E se riuscissimo a dare ad un gesto d'amore il significato di valore universale? Se potessimo dire: “amo ogni persona che vedo o incontro oggi, chi ogni giorno mi passa accanto senza che mi accorga della sua presenza”… allora sarebbe un miracolo chiedere a qualcuno: “cosa posso fare per te, in che modo posso aiutarti, esserti di conforto?”. Intorno a noi l'immagine prevalente è quella di persone isolate con il proprio smartphone, ma precluse al dialogo con il prossimo.

Forse siamo circondati dalla solitudine perché prevale un modello esistenziale omologato e ripetitivo: il culto del successo, dell'arrivare, del possedere, dell'esser primi, forti e belli, anche soverchiando o escludendo le vite altrui. Tutto deve essere efficiente, funzionale, perfetto: la diversità non è più un valore da scoprire ma una colpa da espiare, il disagio una condizione esistenziale imperfetta. Circola molta violenza intorno a noi, l'indifferenza a volte accompagna sentimenti negativi, la cattiveria e l'egoismo ci fanno dimenticare che la vita è un dono di cui rendere grazie ad ogni istante, non una gara a chi arriva primo soverchiando altri esseri umani.

L'amore non è il sentimento del giorno prima: è la comprensione del presente, il perdono del domani, un valore fatto per durare, un'intuizione, uno slancio per la vita. Possiamo allora, almeno oggi, staccarci dalla misura materiale delle cose e affidare i nostri sentimenti all'alfabeto del cuore? Trovo che sarebbe straordinario dire “ti amo, ti voglio bene, vivo per te, mi impegno a rispettarti, riconosco in te il mio bene, nella tua vita e nella tua gratuita felicità io mi realizzo”. E farlo nel modo più antico che la storia dell'uomo conosca: con le parole, che durano più degli oggetti se danno senso al nostro essere persone potenzialmente ricche di umanità, con una poesia, scritta di nostro pugno, non importa se rispettiamo le rime e i punti a capo.

In un mondo in cui è difficile comunicare, si potrebbe scoprire che la parte migliore di noi si esprime con un pensiero d'amore generoso e gratuito: per rendere sacro un sentimento che ci lega a qualcuno, ma rivolto anche a tutti gli uomini e le donne della terra, semplicemente scrivendolo su un pezzo di carta, da lasciare su una panchina, da appendere a un muro, da leggere a voce alta o sommessamente a “tu per tu”. Ma anche da riversare nel web. Scrivere parole buone in libertà, da conservare per essere usate negli altri giorni dell'anno. Possibilmente per tutta la vita.

Francesco Provinciali