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Eleonora Calfus: "Bisogna imparare a comunicare per riuscire a veicolare al meglio le proprie idee"

Eleonora Calfus, CEO di StudyAway, si racconta ai lettori di Tgcom24

Eleonora Calfus, CEO di StudyAway

Eleonora, giovanissima e un percorso professionale di tutto rispetto. Dal marketing alla formazione: mi racconti com’è andata?

Il mio motto è da sempre “do the best you can, with what you have, where you are”, una citazione attribuita a Theodore Roosevelt. Da che io possa ricordare, ho sempre avuto una enorme passione per la scoperta e una fortissima spinta verso la crescita e il miglioramento. Nata e cresciuta a Torino, ho cercato, passo dopo passo, di creare un percorso che mi portasse sempre di più al di fuori della mia zona di comfort e in ambito internazionale, per aprirmi più opportunità possibili per una carriera in Italia o all’estero. Il mio percorso lavorativo è fortemente basato e influenzato innanzitutto dal percorso di studi che ho intrapreso, sin dalle superiori, quando, durante il terzo anno di liceo classico, ho deciso di partire e frequentare il quarto anno di superiori negli Stati Uniti come Exchange Student. Da lì, diciotto anni fa, è iniziato tutto. Dopo la straordinaria esperienza di un anno in California, ospite di una amorevole famiglia composta da quelli che ancora oggi chiamo “Mom and Dad”, sono rientrata in Italia, dove mi sono diplomata dopo un quinto anno molto impegnativo.

 

Dopo la maturità cosa hai deciso di fare?

Ho scelto di intraprendere un percorso di Double Degree in Management che mi permettesse di studiare e laurearmi in Italia, e negli Stati Uniti. Dopo la laurea a Boston, nel 2012, ho frequentato una Summer School a Shanghai per scrivere la tesi del Master discussa al rientro in Italia, dove avevo già trovato lavoro nel dipartimento Marketing di una grande multinazionale francese del settore cosmetico. Da lì, ho lavorato diversi anni in grandi aziende multinazionali, che mi hanno dato un’impostazione molto strutturata. L’importante fil rouge che ha sempre caratterizzato il mio percorso è stato una forte propensione all’ambito digital, fin dal mio primo stage di 6 mesi a Boston a 22 anni presso uno dei primi siti e-commerce di successo. Così, nel 2015, ho deciso di intraprendere un nuovo percorso che mi permettesse di costruirmi una forte professionalità unendo le competenze Marketing con il Digitale, per cui sono approdata in un'altra azienda con l'obiettivo contribuire alla crescita dell’allora start-up torinese focalizzata su ambito Universitario. Fino ad arrivare al 2022, quando dopo 7 anni in azienda, mi è stato affidato il ruolo di CEO per guidare StudyAway, una nuova realtà supportata da importanti investitori. StudyAway è un’agenzia specializzata in programmi di studio in Nord America (Stati Uniti e Canada) per studenti del terzo e quarto anno di Scuole Superiori.

 

StudyAway, un’azienda giovane ma già affermata. Le chiavi del vostro successo?

Per StudyAway, ho cercato di trasporre il più possibile i miei ideali - e quelli del Team - sull’impresa che abbiamo creato. Un’azienda che metta al centro le persone, sia studenti e famiglie, a cui dedichiamo massima attenzione per la ricerca di soluzioni personalizzate, sia persone che compongono il Team StudyAway, connotate da un’enorme professionalità, passione per il loro lavoro e conoscenza del settore della formazione, oltre che da una grande voglia (e capacità!) di fare la differenza, per permettere ai nostri studenti di vivere un’esperienza che cambierà la loro vita. Ciascun componente del nostro team ha un ruolo fondamentale nel seguire lo sviluppo operativo delle attività nelle diverse fasi, consigliando e guidando studenti e famiglie in tutto il percorso, grazie a una pluriennale esperienza nel settore.

 

Quali programmi proponete?

Come StudyAway, abbiamo scelto di proporre esclusivamente programmi in Nord America (Stati Uniti e Canada) per avere la possibilità di coltivare collaborazioni solide con i partner locali e di rappresentare per le nostre famiglie un punto di riferimento su tutta la linea. In particolare, il nostro focus è il programma di Cultural Exchange negli Stati Uniti, disciplinato dal Dipartimento di Stato Americano e scelto da oltre 25.000 studenti da tutto il mondo ogni anno.

 

Quanto è importante un’esperienza di studio all’estero?

A oggi, direi assolutamente fondamentale. Tra l’altro, prima avviene e meglio è: prima ci si immerge nella nuova realtà internazionale, lasciando (anche se momentaneamente) alle spalle la propria zona di comfort e il proprio retaggio culturale e prima si diventerà abili nell’assorbire nuovi usi e costumi, una nuova lingua e nuovi modi di vivere e vedere il Mondo. Parlando proprio di opportunità, posso affermare che la maggior parte delle opportunità che ho avuto, sia nel percorso accademico che lavorativo, sono state possibili grazie a quella prima, importante esperienza da Exchange Student negli Stati Uniti, a 17 anni. Senza quella, non credo avrei mai potuto fare il percorso che ho fatto. Lì ho potuto vivere in prima persona il cosiddetto “Sogno Americano”, sinonimo di fiducia, determinazione, passione e ambizione. E’ “voglia di farcela”, di fare la differenza e di lasciare un segno. Tutte caratteristiche che connotano da sempre i tanti studenti italiani che desiderano mettersi alla prova vivendo per un semestre o un anno in America, a contatto con una cultura nuova, diversa, pregnante, basata su valori molto forti. Lo dimostrano anche i numeri di richieste in continuo aumento per questo tipo di esperienze, anno dopo anno. Volendo focalizzarci sulle due principali motivazioni per fare esperienze di studio all’estero, direi: la possibilità di imparare l’inglese in modo del tutto naturale e immersivo, e acquisire competenze trasversali, quali indipendenza, flessibilità e grande elasticità mentale, che permetteranno allo studente di imparare a vivere e pensare come “Cittadino del Mondo”. Proprio per questo valore “a tutto tondo”, il MIUR ormai da anni approva e caldeggia queste esperienze.  

 

Un suggerimento alle ragazze che vogliono fare carriera?

Non farsi distogliere o scoraggiare da niente e da nessuno, andare dritte per la propria strada con impegno e dedizione così da arrivare dove si desidera. Il mondo è pieno di persone che preferiscono criticare o demoralizzare piuttosto che incoraggiare, per cui è importante che troviate dentro sè stesse la forza di andare avanti verso la meta che si vuole raggiungere, per quanto questo possa richiedere lavoro e sacrifici, soprattutto all’inizio. A quasi 35 anni, dopo quasi 15 anni di esperienza lavorativa, ho capito che la carriera è un po’ come un viaggio, in cui si incontrano persone che ci accompagnano e da cui possiamo imparare moltissimo e che possono aiutarci a cambiare, evolverci e migliorare. Un altro consiglio importantissimo: imparare a comunicare, nel senso più pieno della parola, è fondamentale per riuscire a veicolare al meglio le proprie idee e opinioni, sia nella vita professionale che in quella personale. Studiare PNL, imparare nuove lingue e nuovi modi per esprimersi al meglio: il percorso ne beneficerà incredibilmente.

 

Qualcosa su di te: tempo libero, per esempio.

Il lavoro è al momento un fattore estremamente importante nella mia vita, a volte direi persino totalizzante. Tuttavia, cerco sempre di viverlo con entusiasmo, energia e soprattutto passione: questo mi consente di non fermarmi mai davanti alle difficoltà, ma a trasformarle in opportunità. Nel tempo libero amo viaggiare, scoprire nuove culture e nuovi contesti in cui immergermi e da cui apprendere il più possibile. In definitiva, continuo a vivere la mia vita un po’ come un Exchange Student, alla costante scoperta del “nuovo”. Quando non lavoro e non viaggio, mi piace sperimentare in cucina oppure fare un po’ di sport per tenermi in forma. 

 

Qualcosa a cui non potresti mai rinunciare?

Viaggiare per conoscere nuove realtà e creare legami che superano i confini. Come il rapporto che ho creato con la mia Host Family Americana, che è diventata una vera e propria Famiglia, tanto da attraversare l’Oceano per partecipare al mio Matrimonio, 18 anni dopo avermi ospitata. 

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