Alessandra Scerra, Presidente di SYHO Save Your Home, racconta la sua toria ai lettori di Tgcom24
di Carlotta Tenneriello© Ufficio stampa
Alessandra, partiamo da Save Your Home: come è nato questo progetto e quale percorso professionale ti ha portata a creare un servizio così innovativo?
Save Your Home nasce da un’esigenza molto concreta: offrire alle famiglie italiane in difficoltà uno strumento capace di impedire la perdita della casa, prima che l’esecuzione immobiliare sfoci inevitabilmente nella vendita all’asta. Sin dall’inizio della mia carriera forense, come avvocato dell’Ordine di Milano, mi sono occupata di indebitamento familiare e ho visto da vicino cosa significhi trovarsi senza strumenti, senza interlocutori e senza alternative reali. Nel 2020 ho iniziato a studiare in modo approfondito le nuove disposizioni della L.130/1999 che, per la prima volta in Italia, avevano introdotto la cartolarizzazione a valenza sociale: uno strumento finanziario pensato non solo per recuperare valore, ma per generare impatto positivo nella vita delle persone indebitate. Comprendere che quella norma poteva essere trasformata in un modello operativo – e non restare un’idea teorica – è stato il primo passo verso la nascita di Save Your Home SB, la società benefit che oggi presiedo.
L’intuizione che ti ha fatto capire che c’era bisogno di un supporto dedicato alla tutela delle abitazioni e delle persone che le abitano?
L’intuizione è arrivata incontrando i miei clienti. Ho capito che il problema non è mai solo il debito, ma la solitudine con cui le famiglie vivono la crisi e, ancora di più, l’assenza di qualsiasi strumento che permetta loro di rialzarsi anche dopo aver onorato, in parte, i propri impegni. La difficoltà non inizia con il pignoramento: inizia molto prima, quando si smette di pagare, si evita la banca, si teme il giudizio e ci si convince di non essere più in grado di ripartire. Quando abbiamo iniziato a raccogliere dati, è emerso che oltre il 70% delle famiglie che incontriamo si è sovra indebitata per ragioni indipendenti dalla propria volontà: malattie, problemi lavorativi, eventi familiari o temporanei squilibri economici. La mancanza di soluzioni strutturate ha trasformato crisi momentanee in crisi definitive. Da questa consapevolezza è nata la domanda che ha dato origine al nostro modello: e se esistesse un soggetto capace di acquistare il credito, evitare l’asta, permettere alla famiglia di restare nella propria casa e persino offrirle la possibilità di riacquistarla? Da qui è nato il modello SYHO.
Essere imprenditrice in un settore tecnico e complesso come il tuo cosa significa per una donna?
Indipendentemente dal settore, credo che una donna debba ancora dimostrare molto per affermarsi. Nel mio caso, ho dovuto dimostrare competenza tecnica nel mondo della finanza e, parallelamente, portare avanti un modello che mettesse al centro le persone senza rinunciare alla sostenibilità economica. È stato un percorso complesso ma straordinario: siamo riusciti a trasmettere una visione diversa, orientata all’impatto sociale e all’equilibrio tra recupero del valore e tutela delle famiglie. Questo progetto rispecchia il percorso professionale che ho scelto sin dall’inizio e nel quale continuo a credere.
Quali sfide hai incontrato e come le hai superate?
La prima sfida è stata far comprendere che la cartolarizzazione sociale non è filantropia, ma finanza strutturata con indicatori ESG misurabili e verificabili. La seconda è stata costruire credibilità attorno a un modello che, di fatto, non aveva precedenti operativi nel nostro Paese. Abbiamo superato entrambi gli ostacoli con rigore metodologico, trasparenza e alleanze solide: oggi investitori, advisor, APS e professionisti riconoscono SYHO come un modello pionieristico. La sfida attuale è un’altra: far sì che le istituzioni recepiscano pienamente questo strumento e gli riconoscano la visibilità necessaria per raggiungere un numero sempre maggiore di famiglie.
Save Your Home sta crescendo rapidamente: quali sono le chiavi del suo successo e cosa la distingue sul mercato?
Il nostro successo nasce da un approccio profondamente personalizzato, perché ogni famiglia segue un percorso costruito sulle proprie reali capacità economiche, da una struttura finanziaria solida che si appoggia a SPV e ReoCo nel rispetto rigoroso della normativa e da un impatto misurabile, perché oltre il 90% delle famiglie coinvolte ha mantenuto la continuità abitativa e sta avviando un percorso di rientro sostenibile. Con SYHO, l’affitto previsto dalla normativa diventa un Rent to Buy finalizzato al pieno recupero della casa da parte della famiglia. Questo approccio crea un equilibrio virtuoso: la banca viene soddisfatta integralmente grazie all’intervento di investitori etici, la famiglia continua a vivere nella propria abitazione sostenendo un canone proporzionato alle sue reali possibilità e ogni canone pagato si trasforma in un anticipo sul riscatto finale, previsto dopo 36 mesi e senza interessi.
Con una responsabilità così grande, mantenere equilibrio tra lavoro, progetti e vita privata può non essere facile.
Ho capito che l’equilibrio perfetto non esiste. Esiste la capacità di riconoscere le priorità e di accettare che alcuni momenti siano più intensi di altri. Quello che faccio mi appassiona profondamente e vedere l’impatto concreto sulla vita delle famiglie mi dà energia. Ho la fortuna di essere circondata da persone che credono nel progetto e questo mi permette di trovare armonia tra lavoro, innovazione e vita privata.
Un tuo suggerimento alle giovani donne che sognano di creare un proprio progetto imprenditoriale.
Ho imparato a mie spese quanto sia difficile realizzare i propri progetti e superare i pregiudizi. Ho compreso anche che quello che serve per portare avanti il proprio sogno è innanzitutto aver sviluppato delle competenze specifiche, portare idee, nel mio caso soluzioni, diverse da quelle già presenti sul mercato e non smettere mai di credere in se stesse, anche quando sembra davvero tutto estremamente difficile.
Qualcosa su di te: a cosa non puoi assolutamente rinunciare?
Sono una persona estremamente curiosa: ho bisogno di stimoli, idee nuove e continui confronti. È ciò che alimenta i miei progetti e mi spinge a migliorare. Ma oggi più che mai il mio punto di equilibrio è la famiglia. Tra qualche mese diventerò mamma e so già che non potrò più rinunciare al mio bambino: sarà il centro del mio nuovo equilibrio e la motivazione più profonda per continuare a costruire, innovare e impegnarmi in ciò in cui credo.